Il cinema per ragazzi e la sua storia
di
Mario Verdone
“Il bambino può vedere nel film se stesso, vedere come potrebbe comportarsi lui stesso nelle circostanze che si presentano ai suoi simili, imparando la vita”, inizia così l’introduzione del volume redatto dal critico e studioso cinematografico, Mario Verdone.
Gli italiani erano i suoi attori e spettatori.
Le sue intuizioni coincidevano con quelle che già da tempo circolavano nel mondo, ad opera anche di altri luminari. Sin dall’uscita del primo cortometraggio dei fratelli Lumière, i sociologi si sono avventati a questa novità strabiliante.
La vita in pellicola.
Solo M. Verdone ha messo nero su bianco le sue intuizioni e studi, dedicati al mondo dei ragazzi. Creare un cinema che fosse anche uno strumento utile per l’educazione dei più piccoli e capire che impatto può avere sui percorsi formativi delle nuove generazioni.
Perciò la casa editrice ha deciso di riproporre questo libro cult, consapevole che nel frattempo la società è evoluta e con essa il suo rapporto con i mass media. Perciò la nuova versione è arricchita da interventi dei figli d’arte dell’autore: Luca e Carlo Verdone.
“Questo volume, a tanti anni dalla sua apparizione, rivela motivi di grande interesse per gli studi attuali sulla Settima Arte. Il tentativo di tracciare un profilo della produzione mondiale del cinema per ragazzi dal 1953 oggi riveste significati che vanno al di là del suo tempo, proponendo temi di sorprendente attualità, vista la rapida trasformazione dei linguaggi del cinema. Riporta all’attenzione i nomi di cineasti e autori come Geroges Mèliès, Walt Disney, studiati nelle Università da un punto di vista critico tradizionale, che a volte non comprende gli aspetti e motivi che li pongono in relazione con il mondo dell’infanzia”, racconta Luca.
Il cinema per ragazzi e la sua storia ha assunto un valore sociologico e storico, necessario per capire l’evoluzione di questo strano strumento di massa che appassiona ed unisce migliaia di persone diverse per sesso, razza, cultura ed età.
Fabiana Traversi

Nessun commento:
Posta un commento