SOCIETA' PER ATTORI
presenta
NANCY BRILLI
in
La Locandiera
di Carlo Goldoni
Teatro Quirino
Fino al 01 Dicembre
adattamento e regia: Giuseppe Marini
con
Fabio Bussotti - Giuseppe Marini - Maximilian Nisi
Fabio Fusco - Andrea Paolotti
scene Alessandro Chiti
costumi Nicoletta Ercole
disegno luci Michelangelo Vitullo
L'eterno conflitto tra uomo e donna, il gioco e l'arte della seduzione, l'illusione dell'amore, l'intelligenza e la furbizia delle donne, il voler arrivare a tutti i costi a un qualcosa che sembra irraggiungibile: Mirandolina torna in scena con la sua “verve” goldoniana sotto una nuova veste mantenendo il tono “leggero” e irriverente del passato ma pur sempre attuale.
“Un uomo per resistere a una donna, quando le si dà il tempo di poter far uso della sua arte, non può che fuggire; ma se resta, se ascolta, e se ne compiace, deve, presto o tardi, a suo dispetto, cadere!”: è questa l'essenza dello spettacolo che vede in scena Mirandolina e la sua “filosofia” di conquista e concezione degli uomini.
Un testo classico con una messa in scena rinnovata, dal gusto fresco e colorato. Una Nancy Brilli ben calata nei panni della cinica locandiera che vuole dimostrare l'indipendenza di pensiero delle donne apparentemente al di sopra degli uomini che, però, capito il gioco della protagonista, se ne allontanano lasciandola sola con le sue certezze ma con un finale da lei inaspettato.
Un testo rappresentato tante volte in teatro è sempre una scommessa per chi si accinge a vestirne i panni dei personaggi e a riadattarne le scene: il lavoro fatto da Giuseppe Marini ha dato un risultato molto piacevole.
Si da risalto e importanza alle parole di Goldoni, com'è giusto che sia, e ci sono dei risvolti molto “umani” della locandiera ammaliatrice ma senza troppi fronzoli: una donna, una popolana che gioca con la ricchezza senza disdegnarla, che gioca col suo fascino e ha una sua concezione sull'uomo e il suo atteggiamento, anche se da carnefice alla fine diventa vittima delle sue stesse azioni.
Ogni personaggio rappresenta un tratto dell'uomo/donna che vuole raggiungere qualcosa a tal punto da enfatizzare il proprio obiettivo. Ma nel momento in cui realizza ciò o riesce ad avvicinarsi si rende conto che alla fine niente è così come sembra: in realtà si è abbagliati dal pensiero di dover riuscire in qualcosa e il riuscire stesso nell'impresa diventa la spinta che fa andare avanti i personaggi nel loro agire.
Il Conte e Il Marchese, attraverso le due caratterizzazioni dai tratti buffi, esasperati ma mai esagerati rendono molto bene l'idea dell'uomo che, a dir suo, fa di tutto per “amore” , per la “conquista”: il lato materiale e il lato opportunista nel tentativo di sembrare veri e leali agli occhi della locandiera.
Tutti gli attori sono ben calati nelle parti e ciò rende la visione dello spettacolo molto scorrevole. Il tutto è incorniciato da una scenografia abbastanza semplice: degli enormi pannelli girevoli di colore bianco da un lato e pieni di specchi opachi dall'altro, quasi a voler far capire che in fondo ognuno di noi, pubblico, può rivedersi in quegli specchi, in quei personaggi sempre alla continua ricerca dell'amore impossibile e della persona irraggiungibile e nel momento in cui si sentono vincitori rischiano di rimanere comunque con l'amaro in bocca.
Uno spettacolo da vedere per riscoprire i classici del teatro per rivalutarne i testi sempre attuali e moderni.
Ileana Talarico
Per maggiori informazioni su date e orari dello spettacolo
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