Fino al 29.II.2012
VITTORIO CORSINI - LA COSTOLA DELLE COSE
Prima personale dell’artista toscano Vittorio Corsini presso la galleria romana di Giacomo Guidi.

Il 6 dicembre 2011 alle ore 19 è stata inaugurata la mostra di Vittorio Corsini “La costola delle cose” curata da Ludovico Pratesi, presso la Giacomo Guidi - Arte Contemporanea. Ancora una volta il giovane gallerista ci propone un artista affermato e di grande spessore come Vittorio Corsini, esponendo un suo ciclo di opere iniziato nel 1989. 
Lo spazio si trasforma con una serie di dipinti su lastre di metacrilato, monocromi caratterizzati da tinte pastello, dal rosa all’azzurro al bianco, che presentano su un lato una luce al neon, la quale conferisce ai colori una sfumatura particolare, rendendoli rarefatti e quasi evanescenti.
Una modalità che avvicina queste opere alla cultura del monocromo, in una linea di continuità che procede da Yves Klein e Lucio Fontana per arrivare a Gerhard Merz, Imi Knoebel ed Ettore Spalletti, fino a tracciare l’evoluzione di una pittura sensibile arricchita da un’attenzione al rapporto tra opera e spazio di matrice architettonica che attraversa l’intera ricerca di Corsini. In un’intervista rilasciata ad Artext, l’artista afferma: “Il minimalismo è stata la mia prima lezione. Mi sono dedicato per giorni al segno minimo della "pennellata", lavorando sull'azzeramento. Non mi ha mai entusiasmato l'oggetto cieco, ovvero l'oggetto su cui il pensiero si blocca, arriva e si ferma. Mi interessa maggiormente il momento generativo cioè quello che ha costruito il mondo, ciò che ci circonda. Io mi soffermo a volte a pensare all'uomo di qualche milione di anni fa, un uomo che prende la terra, la impasta ne fa una ciotola. Uno sforzo creativo di costruzione del mondo che non riusciamo più ad immaginare, ma quel gesto ha proprio cambiato il mondo, l'appartenenza, il territorio, il modo di muoverci.”
La mostra propone un’attenta riflessione sul rapporto tra dimensione concettuale e materiale, forma e contenuto. È proprio da una rilettura dell’arte astratta e minimalista che Corsini individua una stretta e condivisa relazione tra spazio, pittura e materia, fatta di linee, luce e colore. Il curatore della mostra, Ludovico Pratesi, definisce così l’arte dell’artista toscano: “All’interno del clima di citazionismo che caratterizza il clima postmoderno di allora, la personalità Vittorio Corsini si caratterizza per un approccio che si distacca dal figurativo per affrontare problematiche legate alla relazione dell’opera con la materia, la linea e la luce. Non riferimenti immediati alla storia dell’arte, ma affinità concettuali con il Minimalismo, l’Arte Povera e l’Informale.”

La campitura monocroma dell’opera di Vittorio Corsini indica la capacità del colore di relazionarsi con lo spazio, sottolineata da una fonte di luce diretta, un neon incastonato al bordo della tela, quasi a indicarne il confine. Attraverso questo elemento l’opera acquista la capacità di impadronirsi dello spazio circostante, di imporsi allo sguardo per suggerire un’architettura della visione, animata dal cortocircuito tra la dimensione evocativa del colore e la forza espressiva della luce. “Mi interessava il confine che unisce il colore e lo spazio attraverso la luce”, ha dichiarato l’artista, “ volevo creare una pausa che fosse insieme limite e incontro, dare corpo all’aura della pittura, sottolineare la forza epifanica dell’opera”.
Insieme ai dipinti l’artista presenta una scultura in vetro trasparente, in una sorta di conversazione silenziosa tra colore e materia, che nella dimensione dello spazio espositivo conferisce all’insieme un’atmosfera intima ed essenziale. L’opera intitolata “Bang” è composta da due tronchetti di albero appoggiati l’uno all’altro, che nel punto di contatto sprigionano una luce pulsante come il battito del cuore.  Così la “costola delle cose” recupera il valore profondo dell’arte come veicolo di sentimento condiviso.
La mostra è accompagnata da un testo di Ludovico Pratesi, di cui riportiamo un estratto:
“Definito da Harold Rosenbeerg “il simbolo dell’assoluto disincarnato”, il monocromo suggerisce l’idea di un territorio vergine, un luogo dove posare lo sguardo e perdersi nella compattezza del colore, per seguire le mutevoli traiettorie della luce nel suo rincorrere l’opera. La traiettoria della pennellata, l’aggrumarsi della materia, la trasparenza della velatura e la compattezza del pigmento hanno contribuito, dagli anni Cinquanta ad oggi, alla fortuna di artisti che si sono avventurati nel monocromo seppure con motivazioni ed intenti differenti. Una vocazione che lega Malevich a Fontana, Rauschenberg a Klein (…). Nel 1989, in occasione di una mostra personale nella galleria L’Attico di Fabio Sargentini, anche Vittorio Corsini ha voluto affrontare la sfida della “monochrome malerei”, interpretandola attraverso un’attenzione al rapporto tra opera e spazio fisico ed architettonico, che attraverso l’intera ricerca dell’artista. Una rilettura non letterale né citazionistica, che insiste su due caratteristiche del monocromo già sottolineate da Fontana: la fisicità oggettuale da un lato e il rapporto con la luce dall’altro, in quel binomio tra natura e artificio che il maestro italiano aveva inconsapevolmente condiviso con i pionieri del concettuale americano Joseph Kosuth, Dan Flavin e Bruce Naumann. (…)”.

Vittorio Corsini (Cecina, 1956) vive e lavora a Firenze. Tra le mostre personali recenti, nel 2010 “Xenia” e “Macrowall – Eighties are back”, al MACRO di Roma , ed “Esercizio 1” presso la galleria Corsoveneziaotto di Milano, nel 2009 “orange mood ” per la galleria Alessandro Bagnai di Firenze, nel 2008 “Walkabout”’ per Santa Maria della Vita a Bologna, nel 2007 “GOD Save THE PEOPLE” per l’ ex chiesa di San Matteo a Lucca e la galleria Claudio Poleschi arte contemporanea. Tra le numerose collettive cui ha partecipato in tempi recenti ricordiamo: “Lo spazio del sacro” alla Galleria Civica di Modena, “La scultura del XXI secolo” presso la Fondazione Pomodoro di Milano, ” Arte Natura/Natura Arte”, a Palazzo Fabroni di Pistoia, “Oltre il grande rettile” al museo Giovanni Fattori di Livorno.
Ludovico Pratesi, critico d’arte e curatore, è Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, curatore scientifico di Palazzo Fabroni e Direttore della Fondazione Guastalla per l’arte contemporanea. E’ inoltre Presidente della sezione italiana dell’AICA e consigliere dell’AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiana). Collabora con il quotidiano “La Repubblica”.
roberta fratini
Vittorio Corsini – La costola delle cose
7 dicembre 2011 – 29 febbraio 2012
Vicolo Sant’Onofrio, 22/23, Roma
martedì - sabato 11.00-13.00/16.00-19.00
Ingresso gratuito
Info: tel. 06 96043003 / 393 8059116
 
 
 
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