venerdì 25 ottobre 2013

“Quattro ruote e tacco 12"


“Quattro ruote e tacco 12"
di
Valentina Bazzani


"Quattro Ruote e Tacco 12", un titolo strano, anomalo che incuriosisce il lettore e riflette perfettamente il carattere e la realtà dell’autrice. 

Il volume è una sorta di diario di viaggio vissuto con sensibilità e delicatezza, la scrittrice infarcisce la trama di gioia e voglia di vivere, che accrescono la sua personale visione del mondo. Valentina Bazzani convive serenamente con una sedia a rotelle che le permette di conoscere il mondo, cosciente che la vita è preziosa ed unica, perciò merita di esser vissuta in pieno. La scrittura naturale e scorrevole, che contraddistingue la giovane giornalista, riflette un talento naturale, che diviene un dono per il lettore. 

“La vita come possibilità vuole essere un è un invito a guardare Oltre. Siamo spesso abituati a vedere quello che ci manca, senza considerare quello che comunque abbiamo. Nella sofferenza la persona è chiamata a mettere in pratica la sua capacità più grande: il cosiddetto valore di atteggiamento. La sofferenza non rappresenta una possibilità qualsiasi, ma l’occasione per conferire pienezza al senso più profondo della vita. Ognuno di noi, indipendente dalla situazione in cui si trova a vivere, ha comunque delle potenzialità e delle risorse importanti da sfruttare”, racconta l’autrice.

Un libro che vuole essere un inno alla vita, a carpire ogni istante che ci viene regalato in quanto i periodi bui si superano, le diversità e preconcetti si possono abbattere. Questo libro raccoglie frames di vita quotidiana di una giornalista su una sedia a rotelle, che racconta avventure, peripezie e aneddoti a cui assiste. Non mancano riflessioni importanti sul senso della sofferenza, sull’Amore, sull’Amicizia e su una Società che molto spesso discrimina chi considera “diverso”. Nella seconda parte di questo volume sono presenti articoli e interviste che Valentina Bazzani ha avuto l’opportunità di realizzare in questi anni. La prefazione è scritta dal Maestro Giovanni Allevi.

Cosa intendi con la seconda parte del titolo, La vita come possibilità? E’ una sfida che intendi lanciare alla società in cui viviamo oggi?
«Più che una sfida, come dicevo il mio obiettivo è proprio quello di stimolare un cambiamento significativo di prospettiva. Siamo spesso abituati a vedere quello che ci manca, senza considerare quello che comunque abbiamo. Nella sofferenza la persona è chiamata a mettere in pratica la sua capacità più grande: il cosiddetto valore di atteggiamento. La sofferenza non rappresenta una possibilità qualsiasi, ma l’occasione per conferire pienezza al senso più profondo della vita. Ognuno di noi, indipendente dalla situazione in cui si trova a vivere, ha comunque delle potenzialità e delle risorse importanti da sfruttare. La vita ci offre diverse opportunità, sta a noi saperle cogliere! Certo, dobbiamo essere i primi a uscire dal vortice di vittimismo che molto spesso ci tiene imprigionati. Le barriere architettoniche non mancano e quelle culturali sono ancora molto pesanti, ma nel corso di questi anni molto è stato fatto ed è possibile vivere normalmente anche nelle difficoltà».

Spiegaci le analogie e le differenze tra questo libro e il tuo primo lavoro, Una vita diversa, tra i quali è trascorso veramente tanto tempo

«Una vita diversa è stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di conoscere veramente tante persone. Ha avuto un successo al di sopra delle mie aspettative anche se, riguardando quelle pagine, mi rendo conto che le cose sono cambiate molto. All’epoca di Una vita diversa avevo 16 anni: ero una ragazzina fragile, introversa e timida. Si trattava di una sorta di diario nato quasi per gioco, scritto in un momento in cui avevo bisogno di sfogare le mie emozioni. Ora ho 27 anni e il percorso e le esperienze che ho potuto fare in questi anni mi hanno cambiata completamente. Ora sono più ottimista e innamorata della vita. Il filo conduttore comune, invece, potrebbe essere un canovaccio autobiografico che lega i vari contenuti».

Raccontaci, infine, le emozioni e gli stati d’animo che stai vivendo con l’avvicinarsi del lancio del libro, completato nientemeno che dalla prefazione di un artista importante come Giovanni Allevi

«Per me scrivere è emozione allo stato puro, è un bisogno che ho, è una passione quasi viscerale che grazie al mio percorso universitario e lavorativo è diventata anche un vero e proprio lavoro e questo libro, sviluppatosi negli anni, ripercorre praticamente le tappe più importanti della mia vita. Sono quindi felice, commossa ed entusiasta che il Maestro Giovanni Allevi ne abbia scritto la prefazione. Ci siamo conosciuti alla maratona televisiva di Telethon 2010 e dopo quella occasione, per una serie di coincidenze ed esperienze lavorative, ho avuto l’opportunità di intervistarlo più volte. Mi sento molto in sintonia con lui, che attraverso il suo ultimo lavoro dal titolo Sunrise realizza e comunica un risveglio, una nuova possibilità, una rinascita, dopo un periodo difficile».


L’autrice: Valentina Bazzani, 27 anni, veronese, giornalista, socia UILDM da una decina d’anni della Sezione di Verona, non è una sorpresa ma una piacevolissima conferma. All’età di 16 anni, infatti, con il libro Una vita diversa, Valentina aveva già scelto la sua strada, la strada della scrittura e oggi, laureata in Giornalismo e iscritta all’Ordine dei Giornalisti, collabora intensamente con alcuni giornali locali, occupandosi di musica e spettacoli, Associazioni di volontariato e disabilità. Per Valentina la scrittura è «una passione quasi viscerale, emozione allo stato puro».
 Fabiana Traversi

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