L’amore è tutto
E tutto ciò che so dell’amore
di
Michela Marzano
Ogni persona ha un suo ideale amoroso, desiderato, sognato, quotidiano, familiare, romantico, fisico, perduto, tradito.
“Che fare di tutto quello che ci manca e che ci perseguita? Quello che abbiamo sognato quando eravamo piccoli per colmare il nostro niente, quello che abbiamo rincorso e sperato e buttato via solo perché non era esattamente quello, non era lui, non era lei, non era questo che sognavamo quando eravamo bambini. Che fare della paura che ci portiamo dentro perché se amiamo poi perdiamo il controllo e ci sentiamo soffocare e lui se ne approfitta? E allora è meglio una “relazione col tagliando”.
Racconti, favole, esperienze hanno segnato ognuno di noi. Ma quale e dov’è l’amore vero? Quello con la A maiuscola?
Ci si invaghisce, innamora e poi affeziona….
Ma qual è la ricetta che svela se la persona che abbiamo accanto è l’amore vero? Quando l’ideale si allontana dalla quotidianità, gli impegni la allontanano e la routine ha la meglio?
Queste le domande cruciali con cui ci si confronta leggendo il nuovo libro di M. Marzano. L’autrice condivide con i lettori la sua esperienza, una moderna Giovanna D’Arco che atravers il suo esepio spera di migliorare la vita degli altri, ma con umiltà. L’amore è un semplice poliedrico, farcito di mille sfumature, il per sempre può essere interrotto e l’ideale frantumato. Idea e realtà non sempre sono un binomio perfetto. L’illusione può rappresentare il terzo elemento. Ogni donna o uomo crede nell’altra metà della mela, perfetta, combaciante, ma a volte questo può collidere con morsi precedenti o erosioni temporaee. La perfezione è solo divina, per chi vi crede. La giornata è composta da ltri elemti, problemi, pensieri, che non sempre, anzi quasi mai hanno a che fare a che fare con l’amore, ma si rifletono su di esso. Si può precipitare nell’abisso delle insicurezze e sensi di colpa
Herrare humanus est
La scrittice sonda questo decadimento con la dolcezza e delicatezza, tipici della donna che ha vissuto con un'intensità amori cercati, trovati, passati. Descrive un sentimento ideale. Come il piccolo principe si stupisce delle scoperte che compie, si rammarica e fa capricci per giungere alla verità: “L'amore è tutto”, ma ognuno lo interpreta a proprio modo.
Perciò ci si domanda: “ cos'è l'amore?”, “ Io amo?”, “Sono amata/o?”.
Ma la curiosità cruciale è” Mi amo?”.
Solo stando bene con se stessi si può dare ad un altro individuo. Renderlo partecipe di gioie e sconfitte. Come isole complementari, insieme si può creare un arcipelago.
La necessità d'amore è impellente in ognuno di noi, necessaria ad ogni costo. L’autrice, dopo un libro dedicato alla realtà dell’ anoressia, si è dedicata ad un'altra tematica che crea dipendenza, l’amore. Ogni capitolo è introdotto da una parte romanzata, per poi dar spazio a riflessioni filosofiche e psicologiche. "L'amore è tutto - E' tutto ciò che so dell'amore" (Utet) è un libro delicato, da leggere lentamente e con attenzione, per poter per seguire al meglio le riflessioni di una donna che non ha paura di rendere nero su bianco il suo pensiero e riflessioni.
“Che fare di tutto quello che ci manca e che ci perseguita? Quello che abbiamo sognato quando eravamo piccoli per colmare il nostro niente, quello che abbiamo rincorso e sperato e buttato via solo perché non era esattamente quello, non era lui, non era lei, non era questo che sognavamo quando eravamo bambini. Che fare della paura che ci portiamo dentro perché se amiamo poi perdiamo il controllo e ci sentiamo soffocare e lui se ne approfitta? E allora è meglio una “relazione col tagliando”, almeno così non ci innamoriamo, e lui non si appiccica, e nemmeno noi, e nessuno diventa ingombrante, con quella voglia di capire se ci ama davvero e quanto ci ama e se ci ama anche se abbiamo un ictus e restiamo per vent’anni su una sedia a rotelle, come mio nonno che per venticinque anni non ha più parlato e la nonna lo accudiva e lui talvolta si arrabbiava ma non riusciva neppure a dirglielo.”
Da “L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore” (p. 115)
Fabiana Traversi
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