Emilio Greco: i Segni e le Forme
a cura di Roberta Cremoncini e Federica Pirani
Dal 16.X.2013 al 12.I.2014
Museo di Roma Palazzo Braschi
Roma
In occasione del centenario della nascita di Emilio Greco, Londra, Roma e Catania rendono omaggio al Maestro. Poesie, disegni e sculture si intrecciano nella splendida cornice di Palazzo Braschi, svelando i temi più cari all’artista, come la sensualità del corpo femminile e del movimento, tra raffinatezza, tradizione e sperimentazione.
Nella capitale, città adottiva di E. Greco, la splendida cornice di Palazzo Braschi ospiterà fino al 12 gennaio 2014 nove sculture monumentali (sei nel cortile recentemente restaurato e riaperto al pubblico e tre nelle salette interne) ed una selezione di circa trenta disegni; in contemporanea, sempre a Roma, i Musei di San Salvatore in Lauro esporranno una selezione delle incisioni più significative del Maestro catanese.
La mostra di Palazzo Braschi, a cura di Roberta Cremoncini e Federica Pirani, ripercorre la produzione di E. Greco dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta; l’allestimento è pensato per accompagnare il visitatore lungo l’intero processo creativo, dall’idea alla realizzazione finale, attraverso disegni, bozzetti e sculture.
La prima sala ospita numerose fotografie dell’artista siciliano nel suo studio; disegni di figure di donne, per la maggior parte in china su carta, riempiono le pareti inondandole di sensualità e delicatezza, come nella Figura dormiente (1973) o nel Nudo di schiena (1975), tra le quali emerge anche lo splendido scatto raffigurante Sofia Loren mentre viene ritratta dal Maestro. In fondo alla sala l’incantevole Testa di Fata (1953) in terracotta, seguita dalla delicatissima Figura accoccolata, sempre degli anni Cinquanta; musa ispiratrice di molte delle opere presenti era la prima moglie dell’artista, amante della femminilità in tutte le sue sfaccettature.
Il Grande nudo (1952) in terracotta ci accompagna nell’altra saletta interna, nel passaggio alle opere prodotte dagli anni Sessanta in poi; qui le figure maschili la fanno da padrone, come nel Saltatore (1986), in cui il tratto netto e nervoso del chiaroscuro fa emergere il volume, e la dinamicità del segno è scattante come l’atleta che rappresenta, così come nel Tuffatore dell’anno successivo. Molte le medaglie e le targhe in argento create da E. Greco, serafico il Grande lottatore (1947 – 1948) in cemento seduto alla fine della sala, che trasmette un senso di quiete e di pace nonostante il titolo e le misure imponenti della scultura.
Il cortile è popolato da 6 grandi bronzi che celebrano ancora una volta l’eleganza della figura femminile, sottolineata anche dalla duttilità del materiale di cui sono composte. Queste ninfe, quasi malinconiche, a volte dall’espressione assorta nel vuoto, non hanno paura di farsi guardare: a volte sfacciate, come in Memoria dell’Estate (1979), a volte più intimiste come in Grande figura accoccolata n. 2 (1968), sempre sinuose e sensuali, ultraterrene come le fate.
Artista di respiro internazionale E. Greco, dopo un apprendistato artigianale, inizia a dedicarsi alla scultura negli anni Trenta; nel 1934 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 1943 è presente alla IV Quadriennale d’arte nel palazzo delle Esposizioni con due terrecotte: una di queste, L’Omino del 1939, appartiene oggi alla collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nella sua prima collettiva espone accanto a Guttuso, Mafai, Pirandello, Omiccioli e Consagra (1945). Condivide il suo primo studio, tra quelli dell’Accademia Germanica di Villa Massimo, con Leoncillo, lo stesso Guttuso e Mazzacurati. Nel 1948 espone il Lottatore alla Tate Gallery e nello stesso anno vince il Premio Saint-Vincent per la scultura. Un anno dopo presenta le sue opere al MoMA di New York; nel 1956 realizza il Monumento a Pinocchio per Collodi a Pescia (Pistoia) e nel 1964 le Porte del Duomo di Orvieto. Espone quindi in Giappone, Grecia, Slovacchia, Unione Sovietica, Monaco e Italia. Titolare della cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti a Napoli e Roma, Greco ha insegnato anche a Monaco di Baviera e alla Scuola Belvedere di Salisburgo. Il Museo all’aria aperta di Hakone in Giappone gli ha dedicato una zona permanente chiamata Greco Garden.
Pablo Picasso diceva: “Emilio Greco è il più grande disegnatore che abbiamo in Europa”. Sicuramente le figure plasmate con raffinatezza, la materia che sembra viva, sensuale ed essenziale, la tradizione e allo stesso tempo la volontà di sperimentazione che emergono dai lavori dell’artista siciliano, non fanno altro che dar ragione a chi, attraverso l’arte, ha fatto la storia.
Eleonora Vinci
per maggiori informazioni:
Museo di Roma Palazzo Braschi
Piazza San Pantaleo, 10/ Piazza Navona, 2 Roma
Martedì – domenica ore 10:00 – 20:00
Tel. +39 060608 (tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 21:00)





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