martedì 23 luglio 2013

Jannis Kounellis



Jannis Kounellis
a cura di Bruno Corà

Dal 20.VI al 12.IX.2013 
Giacomo Guidi Arte Contemporanea
Roma


Jannis Kounellis inaugura l’estate, presentando i suoi ultimi lavori, in esclusiva per la Galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea, aprendo e firmando una nuova pagina per l’arte contemporanea.


Per l’esposizione a cura di Bruno Corà, Jannis Kounellis (Pireo, 1936) propone presso lo spazio di Giacomo Guidi due lavori inediti, pensati ad hoc per la galleria: un’opera e un’installazione site specific, entrambe senza titolo. 

La prima è una tela di grandi dimensioni dipinta di giallo, colore con cui erano imbrattate le case degli appestati nel 1600, attraversata da una trave di ferro decentrata, posta alla sinistra della composizione, appesa al soffitto; Kounellis aveva già usato il giallo e la sua simbologia per un’altra opera, esposta negli anni ’70, ma non ci sono testimonianze documentate di questo dipinto, poiché in quegli anni le fotografie erano tutte in bianco e nero. 

Dall’altra estremità della barra pende un gancio verosimilmente da macellaio, al quale è appeso un coltello che sfiora il pavimento. 
Proprio il coltello fa da trait d'union con l’installazione posta nella sala adiacente: lungo tutte le pareti perimetrali della sala, l’artista ha disposto un recinto di alte lamiere, le cui misure canoniche del ‘doppio letto’ formano una sequenza scalare ininterrotta che dinamizza l’intero rivestimento; sul fondo, un alto lampione di ferro, che forse rimanda all’indelebile icona concepita nei lager, la cui plafoniera è formata da lunghi coltelli da macelleria. 

L’installazione è ulteriormente arricchita dall’aggiunta di un cerchio composto di dodici sacchi pieni di carbone minerale, già esposti nel 1968. I materiali utilizzati da Kounellis non ne tradiscono le origini “povere”; anche in questo caso le sue installazioni diventano delle vere e proprie scenografie che occupano fisicamente la galleria, inghiottendo lo spettatore nell’ambiente sapientemente creato dall’artista.

L'installazione era divenuta vera e propria performance nel 1969 coi Fuochi e i Cavalli, legati alle pareti della galleria L'Attico di Fabio Sargentini, in un sontuoso scontro ideale tra natura e cultura nel quale il ruolo dell'artista era ridotto al livello minimo di un'operosità sostanzialmente manuale.

I lavori realizzati per la personale alla Galleria Giacomo Guidi Arte Contemporanea fanno il punto sulla maturità creativa dell’artista. Il grigio dei pannelli e la freddezza dell’acciaio, che ben si sposano con la pavimentazione scura in legno e i sacchi di carbone, evocano una bellezza cupa; il lampadario fatto di coltelli si erge a chiusura dell’esposizione come un macabro totem, le cui lame pendono sulle teste dei visitatori come una simbolica spada di Damocle. Una spada di Damocle che diventa sublime attraverso la maestria di Kounellis.

A Roma, sua città adottiva, l’artista del Pireo ha sempre riservato particolari attenzioni ed energie: nel 1960 infatti esordisce nella capitale, allestendo la sua prima mostra personale presso la galleria La Tartaruga.

J. Kounellis è stato esponente di primo piano della così detta “arte povera”, definizione coniata dal critico Germano Celant. Dopo un lungo percorso artistico il nuovo millennio l’ha visto impegnato con mostre soprattutto in sud America, (Argentina nel 2000, Uruguay nel 2001). 

Nel 2002 l'artista ripresenta l'installazione dei Cavalli (1969) alla Whitechapel di Londra e, poco dopo, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma costruisce un enorme labirinto di lamiera lungo il quale pone, quasi fossero altrettanti approdi, gli elementi tradizionali della sua arte, come "carboniere", "cotoniere", sacchi di iuta e i cumuli di pietre ("Atto unico"). 

Nel 2004, J. Kounellis realizza un'installazione nella Galleria dell'Accademia di Firenze, all'interno dell'esposizione temporanea Forme per il David, nata per celebrare i cinquecento anni dalla creazione del David di Michelangelo. 
Nel 2007 lavora alla realizzazione del 383° festino di Santa Rosalia a Palermo disegnando il carro trionfale della Santa. Sempre nel 2007 inaugura a Roma la Porta dell'Orto Monastico di Santa Croce in Gerusalemme, un’imponente cancellata di ferro impreziosita da elementi cromatici realizzati in pietre di vetro. Poco tempo dopo la Galleria Fumagalli e il Museo Adriano Bernareggi (Bergamo) dedicano rispettivamente all'artista una personale e un'unica installazione realizzata site specific. 

L'artista realizza uno speciale allestimento di opere proponendo una riflessione sull'arte e sull'uomo, testimonianza delle meditazioni poetiche da sempre al centro del suo lavoro e per le quali è stato indicato come possibile ospite alla Biennale di Venezia 2011 del primo padiglione della Città del Vaticano. 

Nel 2012 una famosa opera è esposta al museo d'arte contemporanea Riso nella città di Palermo. Nel 2013 è protagonista di una performance che lo vede impegnato con Bassiri alla Biblioteca Angelica, raggiungendo un notevole successo di pubblico e di critica.

Eleonora Vinci 




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1 commento:

  1. ma il lampadario non somiglia molto al portaspade di damocle di Zerocalcare (2011)...? MAH.....

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