VIK MUNIZ
matrici italiane
Roma, Palazzo Pamphilj
I grandi maestri della pittura italiana attraverso fotocopiatrici, cisterne, frigoriferi, corde, rotelle, botti di vino... La personale di Vik Muniz nel cuore di Roma.
È stata inaugurata il 25 novembre la mostra dedicata all'artista brasiliano più famoso al mondo, allestita presso l'Ambasciata del Brasile a Roma all'interno del Primo Festival di Cultura Brasiliana. La sontuosa Galleria Cortona di Palazzo Pamphilj accoglie sette opere ispirate ad alcuni dei più celebri pittori italiani del Cinquecento e del Seicento. Matrici italiane esplora capolavori di Caravaggio, Tiziano, Guido Reni, Michelangelo, Carracci e del Guercino per mezzo di ciò che Muniz definisce “un negativo, qualcosa che non si usa più: ciò che non si vuol vedere”. L'immondizia torna a nuova vita nella prima delle due sezioni della mostra Pictures of Junk: Muniz utilizza ogni sorta di oggetto solido per comporre quadri famosissimi con un collage di prodotto in disuso. Cinque stampe digitali che giocano sulla contraddittorietà tra qualcosa di estremamente noto ma anche di fortemente nuovo: questo è ciò che la curatrice della mostra Claudia M. Abreu definisce il “perturbante di Muniz”, ossia l'ambiguità con cui Muniz disorienta lo spettatore. Gli offre una visione bifronte: da lontano la ricostituzione di contorni conosciuti, estesi su dimensioni piuttosto imponenti; avvicinandosi progressivamente si scoprono i pezzi del puzzle che affiorano dalla discarica, e acquisiscono dignità pari ad olio su tela. Ma l'incertezza si basa su altri due aspetti: la bidimensionalità dell'opera si increspa con la sua componente tridimensionale man mano che si riconoscono gli oggetti nella loro concretezza. In ultimo, la prospettiva viene confusa in duplice modo: da una parte la grandezza degli oggetti non viene percepita in proporzione perché i lineamenti dei protagonisti dei quadri confondono i parametri reali, e dall'altra è lo stesso Muniz che predispone gli oggetti più grandi in primo piano e via via sempre più piccoli sullo sfondo, dando all'opera una profondità assoluta. Inoltre in sala viene proiettato un video che presenta le fasi di realizzazione delle composizioni da parte dell'artista e dei suoi collaboratori.
Ad una sola sostanza materica è affidata la seconda sezione della mostra Picture of Magazine 2: “la carta assume una scala quasi scultorea […] mi affascina”. Bacchino malato di Caravaggio e Bottega del macellaio di Annibale Carracci sono ricreati attraverso un'infinita serie di ritagli: colori, sfumature, ombre, la carta viene sapientemente disposta da Muniz donando una veste totalmente nuova ai dipinti. Come per le altre stampe digitali, anche per queste sussiste l'elemento perturbante: la completezza d'insieme contro il singolo particolare, volutamente mostrato attraverso lo strappo della carta, poiché il mezzo espressivo utilizzato deve essere ostentato e non nascosto, come accade nella quotidianità di tutti i giorni.
Nell'epoca del riciclo, Matrici italiane spinge anche a riflessioni che vanno oltre l'arte stessa: nell'Atlante del Guercino agli albori dell'umanità il titano sollevò il mondo; nell'opera di Muniz l'uomo del XXI secolo solleva un mondo fatto di rifiuti.
sara iacobitti
mostra visitata il 26 novembre
dal 25 novembre al 16 dicembre
Vik Muniz. Matrici italiane
Galleria Cortona di Palazzo Pamphilj (Ambasciata del Brasile)
Piazza Navona,14 - 00186 Roma
Orari: da mercoledì a venerdì dalle 16.00 alle 19.00; sabato dalle 11.00 alle 18.00; chiuso da domenica a martedì
Ingresso gratuito
Info: 06.68398456 / 06.68398412;
http://www.ambasciatadelbrasile.it/ita/amba/prog.asp
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