Tigran Trio
Roma, Auditorium Parco della Musica
I puristi del jazz avranno storto il naso ieri sera nell'ascoltare un concerto che si è tinto di sonorità inaspettate: per uno degli ultimi appuntamenti della rassegna Jazz Appeal il Trigan Trio si è esibito all'Auditorium Parco della Musica portando la freschezza del nuovo panorama jazzistico internazionale. Tigran Hamasyan (piano) Sam Minaie (contrabbasso e basso elettrico) e Nate Wood (batteria) hanno dato vita ad un concerto entusiasmante e pieno di adrenalina: da armonie delicate e suadenti a ostinati frenetici e selvaggi, con spazi improvvisativi che, attraverso passaggi repentini, toccavano punte rock, quasi metal. Un'esibizione basata sullo studio e sulla ricerca della varietà ritmica, evidenti tanto nelle energie sonore dei fortissimo quanto nella forza esecutiva: non c'era da stupirsi se ad un certo punto il batterista avesse lanciato le bacchette in aria o il pianista si fosse gettato sulla prima fila per farsi trasportare dal pubblico!
Fulcro del gruppo è lo straordinario pianista Tigran Hamasyan, di origine armena, che ha soli 24 anni ha già ottenuto un successo impressionante. Figlio d'arte (genitori, zio e nonni musicisti), la musica diventa la sua passione primaria sin dalla tenera età; innamorandosi del rock (Beatles, Led Zeppelin, Deep Purple, Queen), inizia a considerare strumento principe il pianoforte a 11 anni e porta avanti parallelamente lo studio classico dello strumento e l'esplorazione del jazz per conto proprio. Dal 2003 al 2006 si classifica alle prime posizioni di importanti concorsi europei, fino a che a 19 anni vince la prestigiosa Thelonius Monk Competition e si piazza al secondo posto nel Concorso Internazionale di Jazz Martial Solal. Osannato progressivamente da pubblico e critica, si esibisce in jazz club e festival importanti, con all'attivo già ben tre album come leader.
Nel concerto romano ha presentato il suo ultimo disco, prodotto dalla Verve, intitolato A Fable (2011): tredici brani per piano solo, fortemente influenzati dalla musica folklorica armena, ma anche dalla tradizione jazzistica americana. I pezzi, scritti e arrangiati negli ultimi sei anni, sono per lo più di composizione personale, ma Tigran arrangia anche brani della tradizione popolare armena (come Kakavik) e inserisce una versione personale dello standard Someday My Prince Will Come. Grande ispirazione gli viene dalla poesia delle sue origini: Longing è basato su due quartine del poeta armeno Hovhannes Tumanyan, mentre The legend of the moon è nata da uno dei poemi preferiti di Trigan scritto da Gegham Saryan. Filo conduttore di A Fable è il racconto: dice l'autore “The title of the album came to me because all of the compositions are telling a story. I think people relate to fables because they are simple, yet deep” (Gyumri, 1987).
Dopo una tappa in Belgio, il mese di dicembre lo vedrà impegnato in un tour in Francia, nazione in cui ha registrato il disco.
sara iacobitti

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