venerdì 28 febbraio 2014

Subterfuge


Subterfuge
Dal 18 gennaio al 15 marzo 2014


Julia Brown, Chto Delat?, Jacopo Natoli,
Ana Pečar + Oliver Ressler, Alessandro Rolandi
A cura di Mike Watson

The Gallery Apart 
Roma



Qual è la funzione dell’arte? In che rapporto è con l’educazione, la politica, la società? In questa collettiva, gli artisti che la compongono, sembrano offrire “sotterfugi” per parlarne. 

The Gallery Apart ospita Subterfuge, un collettiva che vede esposte opere di artisti internazionali di svariate provenienze, con diversi linguaggi artistici e differenti questioni affrontate. 

Il fil rouge che attraversa il lavoro dei vari autori e del curatore stesso dell’esposizione, Mike Watson, viene evocato dal titolo stesso della mostra. Subterfuge propone l’arte come uno strumento utile per affrontare tematiche sociali, politiche, economiche, culturali, quasi un pretesto, o forse meglio un mezzo, un sotterfugio appunto, attraverso cui l’artista può avvicinare tematiche calde, delicate, inviando un proprio messaggio a chi dell’opera può fruire. 

Si può quindi pensare a questa mostra come all’evoluzione di un progetto, Joan Of Art, che vede impegnato il curatore Mike Watson già con un esposizione nel 2012,con l’obiettivo, presente anche qui, di “utilizzare le risorse del mondo dell’arte per ripensare e ridefinire i modelli di educazione e walfare”. E’ esattamente in questo filone che si inseriscono le opere che compongono Subtrerfuge.

Entrando nella sala ci si trova immediatamente di fronte all’installazione di Chto Delat? Chto Delat?, un'opera composita formata da una proiezione video e due installazioni, ad opera di un collettivo di artisti, nato a San Pietroburgo proprio dall’idea di coniugare politica, arte ed attivismo. Nel video, che mette in scena in una finzione ironica spinta al limite dell’assurdo, vediamo un ipotetico talkshow in cui si dibatte sul sublime nell’arte romantica. Il nome del collettivo di artisti (in italiano: cosa fare?) esprime la questione su cui l’opera ironizza: cosa la società dei talk show e dei social network chiede all’arte? Quali risposte? E’ qui che trova senso il simbolo del pesce, presente nel video come nell’istallazione che sovrasta lo spettatore che guarda il film, come ancora nei grembiuli segnati da slogan ironici quanto d’impatto, indossati per distribuire pesci vivi in occasione di una performance. Il pesce, “muto” per natura, sembra diventare l’emblema dell’artista in risposta alle domande precise e immediate che all’arte vengono poste. Ci si può chiedere cosa si chiede all’arte allora?

Julia Brown propone invece, attraverso due splendide fotografie rilavorate digitalmente, uno scorcio su un episodio di protesta nell’America segregazionista del ’64. Di quel periodo, alcune storie si conoscono approfonditamente, molte altre invece sembrano rimanere assolutamente sconosciute. L’arte qui sembra pensabile come modo per dar voce alle storie minori, raccontare qualcosa, pungolare una riflessione.

Affine sembra essere l’intento di Ana Pecar e Oliver Ressler che nel loro film offrono uno scorcio sulla storia, sui principi, sull’organizzazione, sui prodotti, del movimento Strike Debt, collegato al più famoso Occupy Wall Street. 

Senza Titolo , invece, è un’opera complessa che si dispiega su due piani e alla cui visione non si può accedere senza la partecipazione dei visitatori, all’opera stessa e tra loro, introducendo un primo spunto di riflessione e di ripensamento rispetto al rapporto tra arte, artista e fruitore, ma non solo. Partecipare, collaborare, cooperare, sostenere e sostenersi , in contrapposizione a “limitare”, parola che spicca nell’opera: due modi di rapporto, tra persone, istituzioni, all’interno della società.

Alessandro Rolandi propone una grande opera composta da numerose carte di caramella assemblate in grandi pannelli di carta, coloratissimi, è A Message to the West. Il riferimento è alla Cina, dal passato tricromatico del bianco, rosso e nero, laddove un oggetto banalmente semplice come una carta di caramella, sui cui per giunta l’autore fa scrivere ad artisti cinesi brevi frasi, che come piccoli messaggi, possono simbolicamente rappresentare un tentativo di rottura, rispetto a un totalitarismo, non solo cromatico, vigente negli anni. 

Ogni artista ed ogni opera, presenti nell’esposizione, sembrano proporre uno scorcio su una realtà non considerata precedentemente, una “realtà minore” per certi versi, una riflessione nuova rispetto ad un particolare contesto sociale, magari sconosciuto precedentemente. Nuovi spunti, nuove idee, nuove riflessioni, utili anche a ripensare il proprio contesto sociale. Recuperando il titolo della mostra, così come la proposta del curatore, ci si può tornare a chiedere cosa sia l’arte, o meglio, quale funzione essa possa esercitare nella complessa società attuale.

Alberta Mazzola

foto: http://www.thegalleryapart.it/insieme/Subterfuge/sub.aspx

Subterfuge
Julia Brown, Chto Delat?, Jacopo Natoli,
Ana Pečar + Oliver Ressler, Alessandro Rolandi
A cura di Mike Watson
Dal 18 gennaio al 15 marzo 2014

The Gallery Apart 
Via Negri 43, Roma
Orari: Martedì - Sabato ore 15.00 - 19.00 e su appuntamento
Info:
tel/fax +39.0668809863
info@thegalleryapart.it 
www.thegalleryapart.it










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