mercoledì 26 febbraio 2014

"Sono solo canzoni..."


"Sono solo canzoni..."

di Gianfranco Iovino
In libreria dal tre marzo 2014



"Sono solo canzoni...", di Gianfranco Iovino, un viaggio unico ed affascinante tra le parole della musica che ha creato la storia della nostra cultura e società. Brani in cui si coniugano in maniera perfetta l'armonia delle note e la poesia dei testi di alcune tra le più belle canzoni della musica leggera italiana, per provare a dare altro spazio, nuove forme e diverse sostanze a dei capolavori della discografia di casa nostra.

Ne parliamo in anteprima con l'autore, Gianfranco Iovino, giornalista, compositore teatrale e di musica leggera.

Come nasce questa idea?
“Dal desiderio di avventurarmi in un esperimento stimolante, quanto poco approfondito fino ad oggi in narrativa: quello di unire alla musica la letteratura, partendo dai testi di canzoni conosciute da tutti, entrate di diritto nel patrimonio discografico italiano, da cui ho tratto ispirazione per inventarmi storie di vita, consentendo a protagonisti che cantiamo da sempre, come Anna e Marco di Dalla, Anche per te di Battisti o Sara di Venditti di avere una propria dimensione reale o, quanto meno, realistica da assomigliare ad una storia della porta accanto.”

Com'è stato creare il progetto?
“Il progetto non ha una sua pianificazione a tavolino. Tutto nasce da un tentativo fatto da me, tempo fa, di ispirarmi ad un testo di una canzone per scrivere un racconto breve da presentare ad un concorso letterario, ed avendo riscontrato favori e consensi, ho proseguito a sviluppare altre tracce, fino a ritrovarmi con 19 storie da raccogliere tutte in un volume antologico, da cui nasce “sono solo canzoni…”

Il comune denominatore di questa raccolta sembra essere l'amore per la vita. 
“Il denominatore comune della raccolta è, senza alcun dubbio, la musica, quella che ci invade ogni attimo della vita, dalle quotidianità più regolari a quelle meno ricercate. A volte, credo, basti ascoltare una canzone alla radio, mentre sei imbottigliato nel traffico cittadino, per lasciarti rapire i pensieri. La musica serve a questo: a dare uno spazio alla fantasia per espandere ed evolversi, e se attraverso questo geniale strumento di evasione è possibile anche inventarsi storie, diventa bello per uno scrittore riuscire a legarle tutte da un conduttore indissolubile, qual è la vita e l’amore per la vita, in ogni sua forma espressiva”.

L'amore è una forza che fa girare il mondo ma molte volte i sentimenti vengono celati, lei cosa ne pensa? 
“L’amore è alimentato dallo spirito, inteso come forza interiore delle cose, e mi sembra inevitabile che per il genere umano questo sentimento riesca ad elevarti a posizioni immaginabili. Consideri solo che attraverso l’amore si evolve il mondo, anche se troppo spesso l’amore si rivela poi contorto, malato, possessivo o egoista. Ma sono tutte facce di uno stesso identico motivo fondamentale: vivere per amare e sentirsi innamorati e capita spesso, a tutti noi, di amare senza accorgercene, lasciando questo sentimento sedimentarsi tra gesti, pensieri e azioni comuni, che solo dopo scopriamo sono figlie dell’amore. Come si dice in filosofia: l’amore nasce in silenzio ed è in quell’assenza di rumori che si insinua prepotente il pensiero di desiderare qualcosa o qualcuno da amare per sentirsi meno soli”.

Ama incondizionatamente? 
“Sempre. Amare è un’espressione del vivere. Chiunque lo fa è in linea con la vita, così come credo che nessuno al mondo possa dire di non amare o non aver mai amato. Si ama una donna, un affetto, un pensiero, un ricordo, una parte di noi. Si ama perché senza ci sentiremmo vuoti dentro”.

Come si può vivere al meglio il binomio Amore-Vita? 
“Amare la vita è già un binomio perfetto, perché attraverso quella idealità, di conseguenza, ami te stesso, e senza sconfinare nella religione o idealismi troppo complicati, mi piace immaginare che se noi non amassimo, non saremmo pronti ad affrontare la vita, perché ci troveremmo continuamente davanti a muri, strettoie e incroci che confondono. L’amore per se stessi, la propria storia, un amore a cui riservare il meglio di se stessi o anche solo il bisogno di non deludere mai, è già amare”.

Come trasformarlo in un unico sentimento, ovvero amore per la vita? 
“Basta considerare che al mondo esiste una povertà d’amore infinita, e la si trova facilmente che ti tende le braccia aperte per stringerti, ogni volta che ci troviamo a fronteggiare la solitudine, la malattia dell’umore o del pensiero, o ci obbligano ad una esistenza da reclusi malati, abbandonati, infermi o, sempre più, in attesa che qualcuno si accorga che se siamo tristi non lo è perché qualcosa ci ha delusi, ma perché nessuno si accorge di quanto avremmo bisogno di parlare e farci ascoltare di più. Ci sono certe solitudini che fanno così paura, che si preferisce schivarle, ma in quell’attimo esatto che tentiamo di sviare a due occhi tristi, non facciamo altro che ispessire la desolazione di chi si aspetta da noi un regalo semplice e minimo: lasciarlo parlare ed ascoltare, ancora prima di interrompere o giudicare”

Lei indica un indice delle canzoni che sono racchiuse nel libro: TUTTO IN UNA NOTTE (Anna e Marco di Lucio Dalla), FINO ALLE STELLE (La donna cannone di Francesco De Gregori), FRENA!!! (Chiccoe Spillo di Samuele Bersani), ARRIVI TU (TelefonoAzzurro di Fabio Concato, L’AMOR PROFANO (Bocca di rosa di Fabrizio De Andrè), PER TE (Ancheper te di Lucio Battisti), DOVE SONO GLI ANGELI (Gli angeli di Vasco Rossi), FABIO E TERESA (Il canto del mare di Michele Zarrillo), E VUOI DIMENTICARE (Il silenzio della colomba dei Pooh), NOTTE DI NATALE (E adesso la pubblicità di Claudio Baglioni), SPETTATORI MALINCONICI (Nei giardini che nessuno sa di Renato Zero, SVEGLIATI È PRIMAVERA (Sara di Antonello Venditti), NEI SUOI OCCHI VEDEVI IL MARE (Cenerentola innamorata di Marco Masini), UN PROFONDO DOLORE (Una miniera dei New Trolls). Titoli diversi ed importanti che parlano di amore, speranza, delusioni e sofferenze.
Cosa significano questi titoli per lei? 
“Sono titoli di canzoni che hanno rappresentato tanto per me, perché hanno fatto da colonna sonora per i miei giorni felici, quelli tristi o spensierati. Quelli innamorati e tanti, ma davvero tanti, legati a serate seduto a guardarmi le stelle ed ascoltare la musica in cuffia o nelle mie serate da piano bar, quando prendendo in prestito una canzone tentavo di interpretarne il senso, con la certezza che in una musica ed un testo qualcuno potesse sperare di cambiare anche il suo destino, assomigliandolo a quello dei protagonisti della storia cantata”.

Perché li ha scelti? 
“Non hanno un motivo preciso. Sono canzoni che ascoltandole mi hanno ispirato storie plausibili, ed una volta immaginata la trama, è stato facile poi dare sfogo alla mia fantasia narrativa per farle assomigliare a storie di vita di tutti i giorni”.

Può raccontarci qualche curiosità legata a qualcuno di questi testi?
“Ognuna di esse ha preteso un ricordo, una emozione o un pensiero a cui mi sono legato. Dovrei raccontare per ognuna di essa un dettaglio che mi ha portato a sceglierla, ma preferisco che sia il lettore ad immaginarsi il motivo delle mie parole o, molto più razionalmente, che attraverso quella canzone e la mia storia inventata, possa immaginarla o farla assomigliare a qualcuna che la riguarda da vicino o spera possa assomigliare ad una tutta sua, visto che parlo di amore, di abbandoni, di cure, di solitudine, di speranza, di odio, di guerra, di lutti e di amore, quello assoluto per la vita, la voglia di nascere o la certezza di esistere, che su questo mondo, per quanto affollato, c’è ancora spazio per tutti”.

Ogni canzone sembra rappresentare un capitolo, una storia...
“Ogni storia è un estratto di vita. Ed è così che mi piace presentarla questa antologia di racconti, proprio come un estratto di vita comune”.

"Sono solo canzoni..."è il suo ultimo libro, preceduto da molti altri volumi interessanti ed unici”.
Come nasce la passione per la letteratura? 
“Ho sempre amato la lettura fin da bambino. La reputo una dote importante, perché ti permette di esplorare un mondo inventato attraverso trame immaginarie e se succede al lettore dei miei libri di affezionarsi ai miei personaggi vuole dire che ho raggiunto il mio obiettivo, che è lo stesso che vivevo quando mi perdevo in ore di lettura a viaggiare con la fantasia ed esplorare mondi lontanissimi, pur restando seduto su un divano a casa mia.

La letteratura apre la mente e ti permette di viaggiare, restando fermo in un posto, un po’ come accade per la musica ed ecco perché, forse, questo connubio musica e narrativa può davvero risultare un veicolo ancora più incredibile per volare lontano, almeno per lo spazio di una canzone o di un racconto letto”.

Come ha iniziato a scrivere libri? 
“Per gioco, quasi per una sfida curiosa lanciata a me stesso, quando curavo il sito cuorinellatormenta.it, dove ricevevo tante lettere da parte di amici frequentatori del portale, e da lì ho inventato i personaggi di Luca e Carolina che mi hanno permesso di entrare in questo campo difficilissimo, qual è la letteratura, ma dalla quale non saprei più venirne fuori oggi, perché mi esalta, mi fa sentire vivo e mi permette di scrivere e raccontare i miei pensieri”

"Cuori nella tormenta" suo romanzo d’esordio, parla di un rapporto epistolare e telematico. Un amore nato agli esordi del web, quando ancora non esistevano social network e piattaforma di incontri.

“Vero. Quando ho scritto Cuorinellatorment@, le chat erano ancora uno strumento primordiale, fatto di una finestra interattiva di colore verde senza nessuna possibilità di scambiarsi foto, immagini o voce. E’ passato tanto tempo da quell’ambientazione, ma è sorprendente come, ancora oggi, questo strumento di interattività permetta di annullare le distanze, azzerare i silenzi e permettere a perfetti sconosciuti di conoscersi, frequentarsi e, spesso, cambiare le sorti delle proprie vite, fino a diventare amore che invecchia insieme”.

I suoi libri narrano storie che arrivano dritte al cuore del lettore , raccontando l' amore e le sue mille sfaccettature.
Come prendono vita le sue storie? 
“Sono libere ispirazioni che nascono dal momento, dall’occorrenza o un’immagine raccolta dalla televisione, dalla vita di strada o il racconto di un amico. Nascono così, senza un motivo o una ricerca precisa, un po’ come accade per le intuizioni o i desideri di voler fare qualcosa, senza neppure chiedersi fino in fondo perché lo si voglia fare: lo fai e basta e, pagina dopo pagina, nasce e si sviluppa una storia, un capitolo, un libro, un viaggio di parole”.

Autobiografie? 
“Spesso uno scrittore prende in prestito situazioni che lo riguardano nella vita privata, tante altre volte, però, l’ispirazione nasce da un’intuizione, uno stato d’animo o un dettaglio, come può essere quello di ascoltare una canzone che ti ispira, cosa che è accaduta con il romanzo Dietro di me, tratto dalla canzone dei Pooh, “buona fortuna e buon viaggio” ed oggi, addirittura, prendendone 18 di canzoni in ispirazione per farle diventare storie ".

Dietro di me", narra un amore particolare. Un tutore dell'ordine incontra e si innamora di una prostituta. Liberandola dalla schiavitù . Una cenerentola odierna del sesso.
Cosa pensa del fenomeno della prostituzione? 
“Non posso che condannare chi pretende il sesso dietro il pagamento di una prestazione, oltre che per una questione morale e di dignità umana, soprattutto perché andando a cercare il sesso sui marciapiedi non fai altro che autorizzare altra violenza, segregazione e dolore per quella donna, che una volta uscita dalla tua macchina torna al suo inferno, mentre tu te ne ritorni a casa convinto di aver fatto qualcosa solo per sfogare la tua voglia animale senza alcuna violenza perché hai pagato quell’evasione. Ma non è così. E’ stata solo autorizzata altra violenza su quella povera donna, costretta a vivere un oltraggio continuo: vendere il suo corpo perché obbligata a farlo.”

Secondo lei potrebbe essere contenuto? Se sì, come? 
“Arginato? Credo sia impossibile. Il mercato del sesso è il settore merceologico più redditizio al mondo e credo sia impossibile riuscire ad arginare questa piaga, tanto più oggi, che da casa, collegati ad un PC, hai libero accesso ad un mondo di perversione e sconcezze uniche, e non lo dico perché mi sento un moralista o un uomo di chiesa che si scandalizza davanti alla perversione sessuale, ma per l’abitudine che abbiamo da essere così facilmente a stretto contatto con il sesso e le sue mille sfere di pervertimento, non solo mentale, quando poi si manifesta in atti violenti, assassini o di brutale crudeltà”

I suoi libri indagano l' animo umano, mostrandolo nella sua totalità di forze e debolezze.
"Oltre il confine", tratta nuovamente la sofferenza femminile, ma questa volta, l'autore affronta il difficile tema della violenza subita dalle donne.
Un libro nato prima dei recenti episodi di femmicidio e l'istituzione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. 
La protagonista dopo ripetute brutalità vissute, cade in una tremenda depressione. 
Donne fragili e forti al contempo, vittime e carnefici di se stesse. 

Cosa pensa sugli odierni episodi di violenze sulle donne? 
“Penso che si debba smettere di parlarne ed essere più cinici nel reprimere questi atti, con pene severe e la possibilità che uno stupratore o un pedofilo sia messo su una prima pagina dei quotidiani, così da vergognarsi a vita lui, e chi gli appartiene, solo così, forse, sapremmo reprimere certe assurdità. Ho partecipato a tantissimi convegni, serate pubbliche e di protesta contro la violenza sulle donne, e ad ogni occasione ho sempre ribadito che la violenza sulle donne non si combatte istituendo giornate commemorative o provando a condannare i pederasti stupratori solo con le parole. Io penso a quelle donne che hanno realmente subito una violenza come possano sentirsi nella giornata contro la violenza delle donne: torna una macchia a scurire cuore e mente. Sarebbe meglio più silenzio, più attenzione e solidarietà a chi ha subito simili affronti e pene molto più severe nei riguardi di chi stupra, commette violenza assassina e, caso mai, viene lasciato anche a casa agli arresti domiciliari perché in galera non ci può stare”. 

Secondo lei cambierà realmente qualcosa?
“Finché ne parliamo soltanto no. Se proseguiamo a far dibattiti ed istituire giornate solidali non cambierà nulla. Cresceranno le associazioni di categoria, i dibattiti popolani ma, chi violenta e ammazza le coscienze, sarà ancora libero di farlo perché, se non resta impunito, c’è la possibilità che nessuno sappia mai che sia stato proprio lui, perché l’assurdità è che la legge tutela chi commette abuso sessuale”.

Un piccolo passo verso l'uguaglianza ed il rispetto? 
“Imparare ad ascoltare di più chi si sente umiliato dalla condanna inferta da una violenza sessuale, rispettandone il dolore, senza doverlo per forza di cose esporlo in piazza, ma cercando di capire cosa lascia addosso e dentro lo strascico di mani assassine. Così come fin dalle scuole primarie bisognerebbe che si parlasse del rispetto e dell’importanza di desiderare con amore e mai con la violenza. Fino a quando la violenza sessuale resterà un tabù, da evitare di approfondire il più possibile, saremo sempre e solo vittime di una violenza che ha radici lontane e mai sarà sconfitta se ci limitiamo solo a parole, manifestazioni e giornate commemorative.

Lei si potrebbe definire un antropologo letterario. I suoi lavori sono originali, reali e spietati. Descrivono in modo vivido situazioni al limite, specchio della società. 
Per i suoi libri, prende spunto da fatti di attualità? 
“Molto spesso, sì. Perché nella vita di ogni giorno c’è tanta trama da sviluppare, approfondire e permettere di leggere e, perché no, anche riflettere. Sarebbe bello che il mio romanzo “oltre il confine” ancor prima che alle donne, fosse indirizzato agli uomini, soprattutto quelli che si sono resi autori di violenze sessuali, per comprendere cosa lascia dentro una simile brutalità”.

"Trame d’amore", descrive la delicata situazione di un religioso che divulga i suoi "sermoni d'amore" attraverso la radio. Un prete attuale e sui generis che utilizza i new media per diffondere la parola del suo Dio.

Una trama particolare e molto attuale, considerando i cambiamenti odierni della Chiesa - che rapporto ha - se lo ha con questa istituzione? 
“La Chiesa è un argomento troppo vasto e delicato. Dico solo che Dio sarebbe da far ascoltare, leggere e amare in maniera meno severa, senza troppe ristrettezze e privazioni, e con meno testi biblici e più esempi di vita quotidiana, perché nei giovani l’idea che la vita si possa rapportare ad una parabola interessa poco, sarebbe molto più efficace se i ministri di Dio fossero meno giudizi e molto più amici, consigliatori e persone che fanno riflettere, invece che sempre e solo condannare e pretendere la remissione dei peccati, senza mai comprendere il motivo che porta un ragazzo a drogarsi, a sentirsi un “diverso” o si lascia andare giù da un tetto di uno stabile perché si sente solo, senza fedi, Dio e occhi che sappiano guardargli dentro quanto fa male quel buio sull’anima”.

Il suo protagonista è un uomo di fede che non dimentica la sua natura primordiale.
Fede e uomo sono secondo lei un rapporto realizzabile? Se sì, perchè? 
“Assolutamente sì. La fede non è un ideale, ma una strada da seguire, una idealità da assomigliare ed un cammino da intraprendere. Dio è negli uomini e non nel cielo”.

Un successivo esempio di amore, espresso nelle sue pagine. Ognuno diverso dall'altro, ma tutti provenienti dall'animo. 
Come e se è cambiato il suo rapporto con la scrittura grazie agli anni e le esperienze vissute? 
“La scrittura è una palestra continua, attraverso la quale è possibile migliorare, affinare o sperimentare nuove tecniche e dinamiche, perché la parola è movimento, mai staticità, almeno nella letteratura. Io ho fatto molti corsi di scrittura e, come ho già detto prima, tanta lettura, perché credo che se uno voglia provare a scrivere in maniera interessante deve, prima di ogni altra cosa, essere un ottimo lettore, comprendendo cosa può far raggiungere più facilmente la mente e il cuore di chi ti regala il suo tempo per leggerti. Le esperienze della vita, poi, se le sai rapportate in misura contenuta ma intensa in ciò che scrivi, contribuiscono a renderti ancora più diretto e, spesso, vicino alle aspettative del lettore”.

Lei collabora attivamente con varie associazioni di volontariato e si presta ad opere benefiche. 
Cosa ha imparato dalle realtà conosciute con queste collaborazioni? 
“Che non c’è mai abbastanza spazio e tempo per dirsi soddisfatti del proprio impegno personale verso la sofferenza e l’aiuto misericordioso o solidale. Alla fine, nonostante l’oceano di associazioni, fondazione e centri di aiuto, il mondo è troppo vasto per illudersi che non ci sia bisogno di sempre nuove gocce per alimentare il mare della solidarietà, soprattutto quando questa è tanto vicina alla sofferenza del corpo o delle condizioni politico-sociali di parti del mondo dove anche un bicchier d’acqua è un miraggio”

Sensazioni...
“Che si possa fare sempre di più, senza gesti eroici o di intraprendenza assoluta, ma con costanza e la certezza che anche un sorriso può alleviare una solitudine”.

Supposizioni... 
“Non ne ho. Io voglio solo credere e sperare che dietro ogni associazione solidale ci sia davvero un senso morale, etico e d’animo che inizia e si completa nel bisogno di aiutare sempre”.

Speranze... 
“Che questo oceano, prima o poi, sia davvero sazio di noi, traboccando di bontà e restituendoci terre fertili sulle quali far germogliare sorrisi, abbracci e mani tese ad unirci, in ogni parte del mondo, perché la vita è un bene assoluto e sacro e va rispettata: la nostra come quella altrui e, dove possiamo, è importante a rendere meno un inferno i giorni di chi è meno fortunato di noi ed ha il lusso di scegliere come vestirsi, cosa mangiare o se andare al mare per prendere il sole o in Africa per una vacanza naturalista”.

I guadagni del suo ultimo libro verranno devoluti in beneficenza alla lega del filo d'oro. 
“Sì. Un’associazione che è conosciuta poco, se non per l’impegno profuso dal suo Testimonial d’eccezione, Renzo Arbore, ma che meriterebbe molta più visibilità perché nelle strutture di ricovero ci trovi gente comune che spende la propria vita per piccoli miracoli, quali sono scegliere di sorridere o cosa mangiare, quando non vedi, non senti, non parli e neppure ti è permesso di sognare, perché il tuo mondo, dalla nascita, è stato sempre e solo buio ".

L’autore:
Gianfranco nasce a Roma il 3 settembre del 1965. All'età di 3 anni la famiglia si trasferisce a Torre del Greco, in provincia di Napoli, e ci resta fino al 1994, ultimando gli studi da Geometra. Dal 1995 risiede a Verona. Conseguito il diploma di solfeggio, dal 1987 è iscritto alla SIAE con la qualifica di autore e compositore di musica leggera italiana. E' iscritto, inoltre, all'Albo dei Giornalisti del Veneto dal 2010 come giornalista pubblicista.

Per ulteriori informazioni:

Si ringrazia Gianfranco Iovino per la disponibilità.
Fabiana Traversi

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