Nomachi
Le vie del Sacro
14 dicembre 2013 - 4 maggio 2014
La Pelanda - Centro di produzione Culturale
Roma
Negli spazi espositivi de "La Pelanda", a Roma, il talento del fotografo Kazuyoshi Nomachi (Mihara, 1946) trova finalmente spazio anche in Occidente, attraverso la sua più grande mostra antologica.
Attraverso questa mostra, l'artista ricostruisce il viaggio di una vita attraverso la sacralità e lo spiritualismo nascoste nella vita quotidiana, quelle "vie del Sacro" che accomunano tanti popoli in tutto il mondo.
Nomachi cattura l'essenza spirituale dei suoi soggetti, dipingendo nei suoi scatti la passione e la fede che contraddistingue i popoli di diverse religioni. Nelle foto le figure umane assumono una dignità assoluta, si fondono con il paesaggio e con il contesto, trascendono quasi la realtà per assurgere alla loro "vera" essenza spirituale.
La mostra antologica celebra i quasi 30 anni di carriera di Kazuyoshi Nomachi. Una passione nata all'età di 25 anni con la "visione" del Sahara, da cui fu letteralmente conquistato.
Con circa 200 scatti, la mostra si articola in 7 sezioni e ricostruisce il viaggio fisico e spirituale dell'artista .
La prima sezione è dedicata al Sahara, "all'immensità del suo spazio", al velo invisibile che nasconde la sua vera natura. Il deserto colpisce e affascina con i suoi paesaggi. Le figure umane, quasi parte di un tutt'uno naturale, si fondono con la solennità delle dune, respirano con i venti che sferzano la sabbia. la sacralità assume, qui, significati più vaghi, immensi, indefiniti. Essa è percepibile negli occhi degli abitanti del deserto, nei loro passi solitari sulla sabbia, nei gesti che accompagnano il loro quotidiano. L'intero deserto è colmo di quella spiritualità che Nomachi ha sempre cercato.
Dall'esperienza del Sahara matura l'ispirazione per il Nilo, tema chiave della seconda sezione. "Il Nilo, perenne flusso d'acqua che mai si prosciuga scorrendo nell'arido Sahara", come afferma l'artista. Che seguendone corso, giunge nel Sudan Meridionale ed entra in contatto con una tribù di pastori. La preistorica sacralità di queste genti viene immortalata magistralmente , cogliendone l'essenza dei gesti, la solennità delle credenze, che invadono ogni aspetto della vita quotidiana. Un esempio, è la foto in cui si vede un ragazzo che soffia nell'utero di una mucca per stimolarne la produzione di latte.
Nella terza sezione, l'artista si sposta nell'Etiopia, su un altopiano isolato dove dimora una cultura cristiana trasmessa fin dai primi secoli dopo Cristo. La loro cristianità così lontana da quella occidentale, una cristianità "pura", ancora ancorata alle tradizioni del passato, è indagata a fondo negli scatti dell'artista. Egli fotografa giovani diaconi, chiese rupestri e monasteri isolati che si amalgamano in una tradizione risalente a secoli or sono.
La quarta sezione tratta della fede islamica. Nomachi è il primo fotografo a documentare in maniera così ampia e approfondita il pellegrinaggio dei fedeli alla Mecca. Egli cattura l'essenza della loro fede. Riesce a restituire immagini di devozione fuori dal comune, e documenta rituali che coinvolgono milioni di persone.
La quinta sezione immerge, invece, il visitatore nelle acque del Gange, il fiume sacro dell'India ove è possibile lavare via i propri peccati. Scatti d'incredibile bellezza immortalano i pellegrini nei luoghi sacri, restituendo al visitatore tutta la spiritualità di quei momenti. Le splendide architetture dell'India si fondono con la moltitudine dei pellegrini e la bellezza dei paesaggi nelle varie ore del giorno, dando forma ad attimi inestimabili.
La fede ed il pellegrinaggio permeano in maniera ancora più marcata la sesta sezione, rivelando le immensità del Tibet. Pellegrini strisciano a terra lungo la strada per la città sacra di Lhasa, testimoniando una spiritualità salda ed incorruttibile. Nel Tibet ogni cosa si carica di una sacralità fuori dal comune. Nomachi riesce a imprimere nei suoi scatti la profonda devozione dei fedeli e la solennità senza tempo dei paesaggi.
L'ultima sezione, infine, è dedicata alle Ande, ove risiede una popolazione di fede cristiana, che ha saputo conservare comunque elementi della propria tradizione. Nomachi ha assistito al pellegrinaggio del Qoyllur Ritti, dovuto all'apparizione della figura di Gesù su una vetta delle Ande peruviane. Egli ha potuto immortalare, così, gli Ukuku, i pellegrini, che si arrampicano sulle vette scoscese, affrontando ogni avversità per la loro fede.
L'intera esposizione dimostra il talento di Kazuyoshi Nomachi e la grande determinatezza con cui egli segue e fotografa il tema della sacralità. I suoi scatti sono un'armonia unica di paesaggi e figure, che vanno oltre il semplice momento, diventando parte di qualcosa di più grande e immenso. Ogni sua fotografia è in grado di affascinare, e di suscitare lunghe riflessioni. Il pellegrinaggio del fotografo lungo tutte le "preghiere" che ha immortalato durante il suo viaggio rappresenta più di una semplice mostra fotografica: è un grido forte ed imponente, che esorta a considerare anche ciò che c'è oltre il nostro Occidente, e che sottolinea quante siano le uguaglianze tra i popoli e quante poche siano, in fondo, le diversità.
Luca Virgillito
Nomachi. Le vie del Sacro.
Orari: da martedì a venerdì h 16.00 - 22.00
sabato e domenica h 11.00 - 22.00
Ingresso consentito fino alle ore 21.00
Chiuso il lunedì.
Intero 10 €
Ridotto 8 €
info: www.mostranomachi.it ; 060608

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