martedì 21 gennaio 2014

Fai bei sogni


Fai bei sogni 
Di  Massimo Gramellini 

« È nulla il morire. Spaventoso è il non vivere » 

(Victor Hugo, I miserabili, citato in Massimo Gramellini, Fai bei sogni, cap. XXVI) 



Fai bei sogni è un romanzo autobiografico di Massimo Gramellini pubblicato nel 2012 per Longanesi. L'autore racconta il proprio percorso interiore, sociale, scolastico e lavorativo. Un lungo percorso in cui frustrazione e malinconia si alternano per superare il dolore e il senso di abbandono dati dalla morte della madre, avvenuta quando lui aveva appena nove anni.

Quando uscì il libro riscosse un grande successo,arrivando in vetta alle classifiche di vendita e rimanendo in top 10 per più di 50 settimane. Attualmente è ancora tra i romanzi più acquistati ed apprezzati. Le librerie lo mostrano orgogliose im vetrina e negli scaffali, forse perché una buona lettura non ha scadenza.

Trama: 
La storia di una famiglia come tante, sconvolta da un lutto improvviso. Questo provocherà dolore, segreti e silenzi. Il romanzo inizia nel presente e si svolge come un flashback che termina pochi capitoli prima della conclusione. 
La storia prende vita quando l'ultimo dell'anno, Massimo, il protagonista, si reca come sempre da Madrina, amica di famiglia, per andare insieme al cimitero a far visita alla madre deceduta. 
Quell'anno però è diverso dagli altri perché Madrina, anziana donna e migliore amica della deceduta, gli consegna una busta marrone contenente la verità su quello che è successo quarant'anni prima. Un viaggio nel tempo che riporta il lettore al 31 dicembre del 1969 il piccolo Massimo, nove anni, viene svegliato da un improvviso clamore. Accorso in salotto trova il padre sconvolto dal dolore e tenuto da due uomini che sembrano essere dei medici. 

Lui viene mandato a trascorrere alcuni giorni dai vicini senza alcuna spiegazione. Qualche giorno dopo, un giovane sacerdote soprannominato Baloo e capo della sezione scout si assume il difficile compito di spiegare al piccolo che la mamma non c'è più. Il corpo della donna viene adagiato nel salotto di casa per l'estremo saluto ma Massimo si rifiuta di vederla convinto che presto sarebbe tornata.
Il piccolo comincia presto a credere che la mamma sia scappata perché lui ha combinato qualche guaio, poi invece sviluppa il pensiero che lei non gli abbia voluto più bene. Cerca di riportare alla mente i momenti felici passati insieme ma i ricordi vengono offuscati dal dolore della perdita. Ciò determina l'insorgere di insicurezze, paure ed ansie che il bimbo denomina Belfagor, come il Fantasma del Louvre. 
 Il piccolo soffre la mancanza di una figura femminile di riferimento e risente di un rapporto con il padre ridotto ai minimi termini, fatto più di silenzi che di parole. L'unico canale di comunicazione fra i due è il calcio senza però che questa passione li leghi realmente. Dopo le elementari il padre lo iscrive in una scuola cattolica dove trascorre l'intera giornata. Negli anni dell'università inizia a collaborare con alcuni giornali sportivi e ha le prime relazioni con le ragazze, che però si rivelano fallimentari. 
Passa dal giornalismo sportivo alla politica e nel 1993 viene inviato a Sarajevo per seguire gli eventi bellici. Qui incontra un bambino, Salem, orfano a causa di una bomba e ferito allo stomaco da un cecchino. Chiede aiuto a un benefattore del luogo per portare il piccolo in Italia, ma la morte è più veloce e lo prende con sé. Dopo un matrimonio fallito incontra la sua anima gemella, Elisa, che lo aiuterà ad affrontare le sfide provenienti dall'infanzia. Ispirandosi alla propria vicenda, scrive il suo primo romanzo dal titolo L'ultima riga delle favole in cui il protagonista è orfano di madre. Dalla lettura del libro, Madrina intuisce che Massimo non ha mai saputo la verità sulla morte della mamma. A questo punto il racconto esce dal lungo flashback e riaggancia il presente. Si scopre che la busta marrone allungata da Madrina a Massimo all'inizio della storia contiene un ritaglio de La Stampa titolato: Madre si getta dal quinto piano.

Massimo è convinto che con l'aiuto di Elisa riuscirà a superare il dolore della perdita e capisce che solo il perdono può salvargli la vita.

"Fai bei sogni" è la storia di un segreto celato in una busta per quarant'anni. La storia di un bambino, e poi di un adulto, che imparerà ad affrontare il dolore più grande, la perdita della mamma, e il mostro più insidioso: il timore di vivere. "Fai bei sogni" è dedicato a quelli che nella vita hanno perso qualcosa. Un amore, un lavoro, un tesoro. E rifiutandosi di accettare la realtà, finiscono per smarrire se stessi. Come il protagonista di questo romanzo. Uno che cammina sulle punte dei piedi e a testa bassa perché il cielo lo spaventa, e anche la terra. "Fai bei sogni" è soprattutto un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla. Immergendosi nella sofferenza e superandola, ci ricorda come sia sempre possibile buttarsi alle spalle la sfiducia per andare al di là dei nostri limiti. 
Massimo Gramellini ha raccolto gli slanci e le ferite di una vita priva del suo appiglio più solido. Una lotta incessante contro la solitudine, l'inadeguatezza e il senso di abbandono, raccontata con passione e delicata ironia. 
Il sofferto traguardo sarà la conquista dell'amore e di un'esistenza piena e autentica, che consentirà finalmente al protagonista di tenere i piedi per terra senza smettere di alzare gli occhi al cielo.

Fabiana Traversi





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