mercoledì 29 gennaio 2014

Kathryn Andrews | Alex Israel


Kathryn Andrews |Alex Israel
Fino al 15 Marzo 2014

Gagosian Gallery
Roma


Readymade e cinema per la prima esposizione romana dei due artisti della nuova scuola di Los Angeles: Kathryn Andrews e Alex Israel.
La mostra attraverso il ricorso a readymade, propone delle tematiche ricorrenti e centrali nell’uso di questo concetto artistico, ma specifiche e riattualizzate dai due artisti statunitensi.

Il radymade nasce dalla scelta dell’artista di prelevare un oggetto di uso comune, quotidiano e reinserirlo in un contesto nuovo, inaspettato, che gli consente di rivivere assumendo nuovi significati ed assurgendo ad opera d’arte, ponendo allo spettatore una serie di spunti e questioni, antiche ma ancora attualissime: cos’è l’arte? Chi è l’artista? Dove finisce la “materia prima” e dove inizia il talento?

In questa prima italiana i due artisti espongono, in particolare, oggetti presi a prestito o noleggiati da set cinematografici, oggetti mitici caratterizzati da una notevole potenza simbolica ed evocativa che enfatizzano riflessioni sulla ineffabilità propria di quel sogno che è il cinema, capace di divinizzare, transitoriamente, per poi abbandonare oggetti un tempo mitizzati, in una sorta di voracità propria anche dell’epoca consumistica entro cui queste dinamiche si collocano. L’oggetto prodotto in serie che diventa unico e, momentaneamente, mitico in virtù dell’esperienza d’eccezione che si è trovato a vivere in un set cinematografico, fama e notorietà per un qualcosa di rubato al suo contesto originario e riproposto entro un nuovo sistema, metafora, se si vuole, di readymade e della società in senso più lato.

Questo universo evocativo attinente al mondo del cinema ben dialoga con la maestosa struttura della galleria, con le sue grandi porte, volumi in alternanza, scale, linee rette e curve, sempre essenziali, sembra costituire una cornice ideale, un palcoscenico dove le opere d’arte possono prendere vita, entro il dialogo con lo spettatore.

Nella prima sala, spicca un’opera in particolare Die Another Day, un grande specchio, deformante, attorniato da tante lampadine spente, che lasciando viaggiare la fantasia potrebbe essere stato lo specchio del camerino di una divina hollywoodiana, sembra accogliere il visitatore entro una dimensione quasi melanconica, entro il dialogo con un passato che non è più, o che deve ancora essere? A contribuire a questa classe di vissuti emotivi, il grande red carpet imballato e la statuina degli Oscar al centro della sala. 

Proseguendo nella sala successiva si può rimanere sorpresi dalla sensazione di apertura che si può percepire passando dalla prima saletta squadrata alla grande zona ad essa attigua, ad andamento ovale, ad accogliere come in un abbraccio i visitatori, racchiudendo ed includendo al tempo stesso l’esperienza di fruizione delle opere d’arte. Passeggiando, infatti, tra le raedymade presenti in mostra, si può immaginare di essere inseriti nell’opera stessa, di viverla, camminandoci attraverso e di farne parte. Come nel celebre film della Disney, dove Mery Poppins e compagni di avventure si lanciano in passeggiate all’interno di coloratissimi quadri, dipinti dagli artisti di strada che essi avevano incontrato nel loro percorso. 

La sensazione provata in questa seconda sala, al contrario della stanza precedente, è di gioia, allegria, ci si potrebbe appunto immaginare come di vivere una favola, altro risvolto della medaglia rispetto alla malinconia, che può essere appunto preceduto dalla gioia effimera della fama, ad esempio.

L’opera forse più evocativa presente in quest’area della gallaria è Early Sunday Morning che, con Sky Backdrop sembra costituire un’opera unitaria:si tratta di un pannello che richiama i colori di una splendida alba che fa da sfondo a due degli oggetti più classici dell’immaginario della vecchia Hollywood. Dietro il pannello sembrano esserci un tripudio di oggetti: ombrelloni colorati, giganti strutture a forma di bicicletta, oggetti di manifattura, robottini colorati, imponenti statue che sembrano fatte di sabbia, a creare un effetto stroboscopico e offrire un aggancio per l’immaginazione che vuole credere di essere in un luna park.

Temporaneità-immanenza, unicità-produzione di serie, malinconia-gioia, caducità-immanenza, arte-materia prima. Queste alcune delle questioni sulle quali l’esposizione propone una riflessione, dimensioni forti, che rischiando di irretire entro un dualismo sulla falsariga della massima o si ama o si odia.

Alberta Mazzola

Kathryn Andrews |Alex Israel
Fino al 15 Marzo 2014

Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi, 16, Roma
t. +39.06.420.86498
f. +39.06.4201.4765
Orario:mar-sab 10.30-19.00 e su appuntamento
Ingresso libero


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