FRANKENSTEIN JUNIOR
Dal 19 Novembre al 2 Dicembre 2013
Teatro Brancaccio (Roma)
40 anni di immortalità: una “creatura” intramontabile che non delude.
Saverio Marconi, lo storico direttore artistico della Compagnia della Rancia, ci regala ancora una volta momenti di puro divertimento attraverso una regia attenta ed esigente. Troviamo un brioso Ingrassia spalleggiato egregiamente dalla Ottonello che ancora una volta dimostra la sua bravura nell’adattarsi ai ruoli più vari, una Gullace dalle doti canore ed espressive non indifferenti ed un Simone eccentricamente presente, capace di non rubare la scena. Nota di merito per la Russo dalla recitazione ineccepibile.
Frankenstein Junior arriva nella capitale. Il teatro Brancaccio popone un musical che ha riscosso grande successo a Broadway, sotto la guida di Mel Brooks che ha dato carta bianca alla Compagnia della Rancia nel tradurre e reinventare lo spettacolo.
Ambientato negli anni ’30, vediamo protagonista il giovane medico e celebre professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso Barone Viktor von Frankenstein di cui rinnega le teorie strampalate sulla resurrezione dei morti. Alla sua morte, eredita dal nonno il castello della famiglia in Transilvania dove incontra lo squinternato aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno, l’ingenuamente sensuale assistente Inga e la sinistra e misteriosa Frau Blücher, il cui nome scatena il panico perfino nei cavalli. Quest'ultima, un tempo amante del Barone, tramite un sotterfugio fa ritrovare a Frederick il laboratorio e gli appunti del nonno. Frederick, ricredendosi sulle proprie idee, cerca a propria volta di dare vita a una creatura scatenando il terrore nelle strade del paese ed una vera e propria “caccia al mostro” sfuggito dal controllo del dottore.
Il film, campione d'incassi, è ispirato al racconto di Mary Shelley e ai celebri film dell'epoca in bianco e nero, Frankenstein di James Whale del 1931, del suo seguito La moglie di Frankenstein ed in generale a tutte le altre pellicole dedicate alla creatura di Mary Shelley. Il film, interamente girato in bianco e nero, adotta una fotografia e uno stile anni venti, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l'altra proprio per riprendere, anche esteticamente, i toni del film di Whale, utilizzando perfino gli attrezzi di scena del film originale, ricollocati nelle stesse posizioni e negli identici studi di ripresa.
Interessante la rivisitazione in chiave comico-moderna di questa meravigliosa pellicola americana del 1974, un musical nel complesso ben riuscito e dal carattere forte, fedele quel che basta al film da strappare un sorriso sincero ai nostalgici dei vecchi tempi.
Le coreografie di Gillian Bruce, semplici ma d’impatto, coinvolgono lo spettatore in questa magnifica atmosfera transilvana, sottolineata appieno dalla canzone “Transilvania Magica” cantata da Igor, con musicalità tipicamente rumene. Si rivedono in questo spettacolo alcune tecniche sparite da qualche tempo, come l’uscita di scena dei personaggi fra il pubblico ed il “teatro dentro al teatro” che rendono partecipe lo spettatore in primis, il tutto egregiamente sottolineato dalle musiche originali composte dallo stesso Mel Brooks, regista della pellicola e della trasposizione della stessa in musical. Le luci, varie e curate, rendono a pieno l’intensità dello spettacolo e sottolineano nei cambi le parti essenziali della storia. Le scenografie, alcune proiettate ed altre a telo, gli escamotage usati per i cambi di scena, fatti quasi in sordina, la perfetta sincronia dei piccoli rumori degli oggetti di scena amplificati in cassa, rendono un effetto filmografico, dando allo spettatore la sensazione a volte di essere più al cinema che a teatro.
I dialoghi, pur non rimanendo sempre fedeli al film, rendono scorrevoli nella loro modifica le scene, lasciando invariate le esilaranti battute entrate nella memoria degli appassionati come “Rimetta a posto la candela”, “Potrebbe essere peggio…potrebbe piovere” e l’intramontabile “Si-può-fare!”.
Una scelta discutibile, è la volgarità di fondo ed i doppi sensi, decisamente poco velati, di alcune scene e canzoni che hanno lasciato il pubblico alquanto perplesso ed imbarazzato, dando l’impressione a volte di una comicità un po’ forzata quando il musical di per se riesce ad essere candidamente divertente per i suoi riferimenti scherzosi a nomi di uso comune (i cavalli Black & Decker ne sono un esempio) o, così come il film, per la satira stessa delle pellicole horror di un tempo.
La reazione del pubblico nel complesso è stata positiva, d’altronde per il “musical all’italiana” la Compagnia della Rancia è una garanzia che non delude ormai da 30 anni, festeggiati proprio a Giugno di quest’anno, ed a cui auguro personalmente altri 100 di questi.
Barbara Perotti
Per maggiori informazioni:
http://www.teatrobrancaccio.it/programmazione/stagione-teatrale-2013-2014/144-giampiero-ingrassia-frankenstein-junior.html
http://www.frankensteinjuniorilmusical.it/

Nessun commento:
Posta un commento