Gli OBLIVION
in
OTHELLO…LA H E’ MUTA!
Teatro Sala Umberto
Fino al 15 Dicembre
testi Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
pianoforte Denis Biancucci
musiche Lorenzo Scuda
audio Giuseppe Pellicciari e Corrado Cristina (Mordente Music Service)
luci Claudio Tappi (Octavius Corporation)
Shakespeare e Verdi: solo loro ammessi nello spettacolo. O i versi di Shakespeare o le musiche di Verdi. Certo è, però, che a un certo punto si iniziano a mescolare anche con altri suoni, ritmi, musiche, parole, a fondere con i personaggi che si alternano in scena. Gelosia, tranelli, inganni della classica tradizione shakespeariana... ma tutto riscritto e riletto in perfetto stile “Oblivion”.
La storia non cambia: Othello (o Otello) e la gelosia per Desdemona, Jago e i suoi piani, Cassio valoroso capitano, causa di tutto, Emilia (con la caraffa!) e il tanto famoso “fazzoletto” tessuto da una sibilla....
Tutti si sono imbattuti almeno una volta nella storia del geloso Othello, ma forse nessuno mai avrebbe immaginato di divertirsi e ridere con gusto mentre sul palco prendono vita le vicende del Moro di Venezia, che finiscono sì in tragedia, ma non in tragedia triste, non con loro. Non con gli “Oblivion”.
Sulla scena dall'alto l'occhio attento dei due “padri” della storia: Shakespeare e Verdi rappresentati in due grandi quadri.
E poi sul palco il letto di Desdemona, che si trasforma all'occorrenza in tutt'altro nell'alternarsi delle varie scene.
Il tutto si apre coi veneziani alla ricerca del tanto famoso “moro”...e sulle note di una nuova versione semi-shakespeariana di “Amor dammi quel fazzolettino” si da il via ad un continuo alternarsi di scene esilaranti, tra canonici e immancabili monologhi e un vortice di musiche e canzoni che prendono vita e fanno evolvere la storia.
Si passa con tanta facilità dalle musiche di Verdi agli stornelli da osteria, dalle colonne sonore dei film alle musiche della Disney. E sul palco Othello, Jago, Cassio, Desdemona ed Emilia si lasciano trascinare da queste musiche per raccontare meglio il tutto. Naturalmente il tutto condito da un'ironia disarmante.
A fare da traino “musicale”, in scena il Maestro Denis Biancucci al pianoforte che diventa parte integrante dello spettacolo, interagendo in alcuni momeni direttamente coi personaggi.
Un testo classico rivisitato e riscritto in un modo brioso che anche Verdi e Shakespeare avrebbero potuto simpaticamente apprezzare: ci piace immaginarli a fine spettacolo dall'alto con un sorrisetto sulle labbra mentre pensano “Guarda questi cos'hanno combinato.... però effettivamente anche così la storia non fa una piega”.
È proprio il caso di dire “Oblivion: un nome una garanzia”. Graziana Borciani, Davide Calabrese,
Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli: cinque ARTISTI (tutto rigorosamente maiuscolo) poliedrici che riescono, attraverso la loro arte, a divertire ma anche far conoscere la storia. In fin dei conti il loro spettacolo tiene fede alla trama originale: la caratteristica degli Oblivion è quella di stravolgere il modo di raccontare la storia e di renderla divertente, riuscendo a rendere piacevole anche ciò che nell'immaginario di chiunque possa risultare pesante e noioso.
Mai scontati, mai esagerati: il loro destreggiarsi sul palco è sempre simbolo di perfetta armonia e dietro ogni minimo movimento, ogni nota, ogni vocalizzo ci sono tanto lavoro ma soprattutto tanta bravura per questi nostri nuovi “divulgatori alternativi della letteratura” che si riconfermano simbolo di ironia e professionalità!
Ileana Talarico
Per maggiori informazioni su date e orari dello spettacolo

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