Cleopatra.
Roma e l'incantesimo dell'Egitto
a cura di Giovanni Gentili
dal 12-10-2013 al 02-02-2014 al Chiostro del Bramante, Roma
Cleopatra. Roma e l'incantesimo dell'Egitto, la mitica regina egiziana vissuta nel I secolo a.C. continua ancora oggi ad affascinare a distanza di duemila anni.
La mostra al Chiostro del Bramante curata da Giovanni Gentili e prodotta da Arthemisia Group si pone l'obiettivo di ricostruire il percorso della sovrana, dall'ascesa al trono alla tragica fine, ripercorrendo le importanti vicende che la videro protagonista anche a Roma.
La mostra più che trattare esclusivamente la figura di Cleopatra VII, illustra il contesto storico-culturale dell'epoca della regina, soffermandosi particolarmente sul processo che ha portato Roma ad assimilare usi e costumi della civiltà egizia subendone il forte fascino, l' "incantesimo" a cui fa riferimento il titolo.
Tra i 180 pezzi esposti, da non perdere i seguenti capolavori: il ritratto di Cleopatra “Nahman” esposto in Italia per la prima volta, un ritratto di Ottavia moglie di Marco Antonio e sorella di Ottaviano, rilavorato come Cleopatra inedito al mondo come il ritratto della giovane sovrana egiziana databile al 51 a.C. ovvero alla sua ascesa al trono, l’Alessandro Magno “Guimet” del Louvre, un bronzo inedito che ritrae Alessandro Sole, figlio di Cleopatra e Marco Antonio ed infine lo spettacolare ma quasi sconosciuto mosaico nilotico, proveniente dal Museo di Priverno.
I pezzi esposti, provengono da alcuni dei più noti musei del mondo come il Louvre, il Kunsthistoriches Museum di Vienna e il British Museum ma anche Musei Capitolini e Vaticani, il Museo Nazionale Romano, il Museo Egizio di Torino e di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il percorso espositivo è suddiviso in nove sezioni:
- Cleopatra. L'ultima regina d'Egitto;
- La terra del Nilo;
- I sovrani ellenistici;
- Gli dei e il sacro nell'Egitto tolemaico;
- Le arti; I protagonisti, le vicende;
- Cleopatra e Roma. L'Egittomania;
- Nuovi culti a Roma;
- Roma conquistata: i nuovi faraoni.
All'inizio del percorso è posto il famoso ritratto "di principessa tolemaica" conservato a Roma presso il Museo della Centrale Montemartini, attribuito a Cleopatra VII Thea Philopator ("la dea che ama suo padre") raffigurata qui come Iside, divinità dagli enormi poteri, responsabile della resurrezione del dio Osiride e dunque secondo la religione egizia di tutti i defunti.
Diverse opere testimoniano il forte ascendente che il mondo “esotico” egiziano e in particolare il Nilo ha nell’immaginario romano, come l’affresco da Pompei con Scena nilotica con pigmei cacciatori (55-79 d.C., Museo Archeologico Nazionale di Napoli), dove è raffigurata una battaglia tra piccoli pigmei, coccodrilli e ippopotami. Si procede poi con una carrellata di alcuni personaggi importanti per l'Egitto, come vari sovrani della dinastia Tolemaica (detti Lagidi dal nome del capostipite Tolomeo Lago) di cui la stessa Cleopatra faceva parte e successori di Alessandro Magno, del quale è presente il tipico ritratto idealizzato riconoscibile dalla capigliatura mossa e dalla particolare posizione del collo.
Il condottiero macedone fondò Alessandria d'Egitto, nuova capitale del regno, importante centro del Mediterraneo a cui è dedicata la sezione seguente della mostra. Statue, maschere funerarie e altri preziosi oggetti di culto in oro, basalto e marmi pregiati testimoniano il grande passato della città, importante polo commerciale, artistico e multiculturale nella quale nuove divinità si fondono agli antichi dei egizi e greci determinando un'infinita varietà di espressioni e culti di cui la mostra presenta molti esempi con sarcofagi, maschere e statue. Per facilitare la convivenza multietnica (tra ebrei, egiziani e greci) nella capitale del regno fu introdotto proprio in epoca tolemaica il culto del dio greco-egizio Serapide che divenne la maggiore divinità egiziana sostituendosi alla figura di Osiride.
Le numerose statue esposte lo ritraggono come uno Zeus barbuto con un curioso copricapo (in realtà recipiente per pesare il grano). Anche il culto di Iside si diffuse rapidamente in tutto il mondo ellenistico fino a Roma, consolidandosi proprio con l'intervento di Cleopatra che al seguito di Cesare, le dedicò vari templi a Roma poiché ne era la reincarnazione in terra, secondo la religione egizia.
L'itinerario della mostra prosegue con una sezione dedicata alle complesse vicende del mondo romano che videro coinvolta ben presto anche Cleopatra. Dalle lotte tra Pompeo e Cesare, alla storia d'amore tra quest'ultimo e Cleopatra da cui nacque Tolomeo XV Cesarione. Infine la nuova coppia Cleopatra e Marco Antonio e i loro tre figli: Alessandro Helios, Cleopatra Selene e Tolomeo Filadelfo. Tutti questi personaggi, le cui storie hanno modificato inevitabilmente il destino e la geografia di tutto il Mediterraneo nella seconda metà del I secolo a.C, rivivono nella mostra con i loro busti e ritratti: il Ritratto di Giulio Cesare (30 a.C. ca., Musei Vaticani) e quello di Cleopatra ritrovato a Roma (ca. 45 a.C., Musei Vaticani), preziosi cammei e monete.
Nel 46 a.C. il trasferimento a Roma di Cleopatra e della sua corte fino al 44 a.C., anno della congiura contro Cesare, contribuì a diffondere i costumi egiziani nell'Urbe. La mostra presenta svariati esempi di questa moda, attraverso preziosi documenti archeologici. L'egittomania che investì tutti gli aspetti della società romana, malgrado le resistenze della classe tradizionalista, si riscontra nelle acconciature e nei monili all'egizia ispirati al sacro ureo (simbolo di regalità e immortalità dei sovrani) diffusi tra le matrone; sfingi, affreschi, mosaici e vasi preziosi in argento e alabastro di foggia alessandrina iniziarono a decorare le domus romane ispirati al magico regno.
Artisti e artigiani alessandrini si trasferirono a Roma, in seguito alle crescenti richieste della classe patrizia romana realizzando opere di alta oreficeria, come il Bracciale a corpo di serpente (I. sec. a.C.-I sec. d.C., Museo Archeologico Nazionale di Napoli), ritrovato tra i beni di una matrona, forse la proprietaria della celebre Casa del Fauno a Pompei. La statua raffigurante una Sfinge (I sec. d.C., Museo Archeologico Nazionale, Napoli) accovacciata con il nemes sul capo, simbolo della regalità faraonica, fu probabilmente eseguita per decorare la fontana di un giardino patrizio di Pompei. Il culto Isiaco, come già accennato, si diffuse a Roma e numerose statue qui esposte presentano la nuova iconografia ellenistico-romana di Iside, dea della vita ma anche della navigazione, con il figlio Horo in grembo che anticipa la figura della Vergine Maria. Altre divinità egizie ellenizzate arrivano a Roma: Anubi rappresentato con il corpo di Hermes-Mercurio e infine Bes, piccolo portatore di fortuna rappresentato con smorfie e linguacce.
Aegypto capta, “L’Egitto conquistato”, è inciso sulle monete coniate da Ottaviano (28-27 a.C.), dopo la vittoria su Antonio e Cleopatra, invece la mostra intende raccontare che fu Roma a subire l’indiscutibile fascino dell’Egitto e a rimanerne a sua volta conquistata.
L' impostazione della mostra è basata sull'attrazione che l'Egitto suscita, da sempre, nell'immaginario collettivo. Mistero, re e regine, una lingua conosciuta da pochi eletti.
L'illuminazione cinematografica delle opere lascia gran parte delle sale al buio, per creare una scenografia più suggestiva; questo ha suscitato qualche critica tra i visitatori per la scarsa visibilità dell'ambiente circostante e di alcune opere.
La mostra presenta testimonianze artistiche di elevata qualità, nonostante ciò alcuni ne sono rimasti delusi perché i pezzi esposti descrivono soprattutto l'intreccio politico-culturale tra l'Egitto e Roma ai tempi di Cleopatra più che la figura di quest'ultima. Donna carismatica che ha creato ed identificato un epoca.
Figlia di Tolomeo XII Aulete, Cleopatra VII salì al trono nel 51 a.C. a diciotto anni, co-reggente al trono insieme al fratello Tolomeo XIII di appena dieci anni a cui si unì in sposa secondo le leggi egiziane. Fu l'ultima discendente della dinastia dei Tolomei che regnava in Egitto dal 305 a.C. con Tolomeo I, generale che accompagnò Alessandro Magno nella sua conquista dell'oriente.
Oggi sappiamo che le vere armi di Cleopatra non furono solamente la bellezza e la sensualità ma l'astuzia, l'intelligenza e il carisma che la sovrana riuscì a costruire intorno a sè. Presso la corte di Alessandria, la giovane Cleopatra ricevette una ricca preparazione caratterizzata dal connubio tra cultura greca ed egiziana. Era una delle donne più colte della sua epoca e sapeva parlare molte lingue.
"Il suo aspetto non aveva nulla di incomparabile, né colpiva in modo particolare al primo sguardo ma la sua conversazione aveva un fascino irresistibile (...) Anche nel tono della sua voce vi era dolcezza e come uno strumento a molte corde poteva parlare qualsiasi lingua lei desiderasse". (Plutarco, Vita di Marco Antonio)
Dopo la morte di Cesare, Cleopatra intraprese la storia con Marco Antonio; i due si sposarono malgrado Antonio fosse già legato a Ottavia, sorella di Ottaviano, il quale riuscì a convincere il senato romano a dichiarare guerra all'Egitto dimostrando che Cleopatra costituiva una minaccia per il loro dominio. La battaglia di Azio nel 31 a.C. e la vittoria della flotta romana, pose fine ai sogni di Antonio e Cleopatra che decisero di togliersi la vita per non essere catturati. Come a tutti è ben noto, la regina decise di farlo scegliendo tra tutti i "veleni mortali" che lei conosceva, quello dell'aspide.
[Il veleno dell'aspide] "induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo." (Plutarco, Vita di Marco Antonio)
Una piccola parte della mostra dedica un video con alcune immagini dei film che hanno reso omaggio alla figura di Cleopatra, partendo da quelli di inizio Novecento del cinema muto fino al famoso colossal del 1963 di Joseph L. Mankiewicz con Elizabeth Taylor.
Malgrado la Damnatio Memoriae a cui Cleopatra fu destinata, dopo la sua morte l'influsso culturale egiziano rimase inevitabilmente vivo nell'impero. La mostra al Chiostro del Bramante si conclude con la sezione "Roma conquistata: i nuovi faraoni", sottolineando che l'Egitto riuscì ugualmente a conquistare Roma con i suoi costumi in quanto alcuni imperatori romani appaiono qui ritratti con gli abiti faraonici e il nemes in testa. Lo stesso Ottaviano si fa rappresentare come faraone nel rilievo dipinto proveniente da un tempio a lui dedicato a Kalabsha (Museo Champollion di Figéac).
Cleopatra, l'ultima regina d'Egitto, figura in bilico tra storia e fantasia, leggenda e realtà, incarna ancora oggi l'ideale della femme fatale. Spaventa per la sua lucida crudeltà e allo stesso tempo affascina con la sua storia di donna coraggiosa che da sola dovette trovare il modo di governare il suo grande regno. Ancora oggi ci incanta come una dea.
Sabrina Rossi



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