venerdì 1 novembre 2013

HO FATTO UNA BARCA DI SOLDI


“HO FATTO UNA BARCA DI SOLDI”
Di Dario Acocella


Il nuovo lavoro del regista e sceneggiatore Dario Acocella, Ho fatto una barca di soldi, sarà presentato il 9 novembre 2013 al museo MAXXI, all’interno delle manifestazioni del Festival Internazionale del Cinema di Roma.

L’anteprima mondiale del film documentario è una produzione Zerozerocento in collaborazione con Rai Cinema e Fanfara Film, per la regia di Dario Acocella.

Un video forte che senza veli, racconta uno spaccato quotidiano della città eterna e il suo rapporto con l’arte. Ma non quella convenzionale, bensì quella di strada, caratterizzata da fantasia e passione che si scontrano con l’indifferenza e la paura del diverso. Il titolo del film riprende quello di un’opera dell’artista-protagonista: una barchetta costruita con plastilina o stagnola e riempita con monete da pochi centesimi. “Ho fatto una barca di soldi”, si presenta come un diario su pellicola. 

Ne parliamo con l’ideatore e regista, Dario Acocella.

Signor Acocella, ci dica, com' è nata questa idea?

L'idea è nata semplicemente il giorno in cui ho deciso di fermarmi a piazza Augusto Imperatore invece di attraversarla e basta come fanno in tanti.

Più osservavo le opere di Fausto, più tempo mi fermavo a parlare con lui, e più mi rendevo conto di come ci fosse un mondo intero dietro a quell’apparente semplicità ed ironia. Achille Bonito Oliva ha definito in poche parole l'impegno quotidiano di Fausto: "Delle Chiaie massaggia il muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva" ed io, ancora non ho trovato una definizione migliore di questa.

Dalla progettazione alla realizzazione. Un percorso lungo o breve? Che pensieri, paure, lo hanno caratterizzato? 

Paure moltissime, perché sono partito per questo viaggio da solo, senza sapere esattamente dove sarei andato a finire. Nessuno ha voluto a priori investire sul progetto, e così, forte della mia idea, mi sono lanciato; poi dopo è arrivata RaiCinema e tutti gli altri. 

Soddisfazioni?

Moltissime...beh oltre ad averlo pensato, scritto, prodotto, girato e montato sono felice che oggi esista un ritratto di quest'uomo e di questo artista che prima non esisteva.
Il film è un viaggio in compagnia di un personaggio particolare: Fausto delle Chiaie, artista pioniere della Street Art.

Ci racconti come nasce questo incontro? Conosce personalmente l’artista?

Conosco Fausto da diversi anni, ma i nostri incontri nell'ultimo anno sono stati sempre più fitti. E' un uomo semplice, ironico, dissacrante, un artista in grado di sorridere del disprezzo del pubblico e capace di trasformare un guanto bucato in un opera d'arte. La sua umiltà ed il suo stile francescano e minimalista di interpretare l'arte sono stati per me un iniezione di vitalità e una grande lezione di umanità.

Dalla trama del documentario, emerge un uomo solitario, che con un carrello della spesa – atelier-, girovaga tra le strade del centro.

Come avete realizzato il film? Lo avete seguito nei suoi spostamenti? Oppure lo avete seguito da dietro le quinte, mischiandovi alla folla?

Ho vissuto con Fausto per sei mesi. Fausto è un uomo schivo e discreto e non ama particolarmente che qualcuno violi la sua sfera privata. Non è stato semplice, abbiamo passato lunghissime giornate insieme dalla mattina a notte fonda, dall'Arapacis fino alla Sgurgola, dove vive. Ricordo che, dopo quattro mesi, la prima volta che mi ha fatto entrare a casa sua (Fausto mi confessò che prima di allora nessuna persona era entrata li, e non giornalisti o registi, proprio nessuno!) ho avuto l'impressione di avere tra le mani qualcosa di preziosissimo. Ha fatto entrare solo me, gli altri ragazzi della troupe hanno dovuto aspettare fuori, e per me è stato un grande gesto di fiducia.
Il protagonista, mostra nel suo spazio en plein air in Piazza Augusto Imperatore a Roma – le sue opere uniche e atipiche.

Come nasce questa scelta? Cinema, televisione, scultura, pittura, sono tutte forme di arte. Ha riscontrato similitudini con F. Delle Chiaie? 

La scelta è stata condizionata sicuramente da un’osservazione quotidiana del nostro panorama artistico e sociale. Ogni essere umano risponde ad esigenze creative ed espressive, in fondo è questa la vera differenza tra noi e gli animali, no? Cambierò idea quando il mio cane inizierà a suonare la chitarra... ma ci sono vari modi di interpretare e rispondere a queste esigenze. Sottraendo alle più comuni forme d'arte il glamour, la popolarità, la notorietà e la risonanza mediatica, spesso ci si ritrova con ben poco in mano. Fausto non ha sottrazioni da compiere, proprio perché lontano anni luce dai sistemi conformisti accademici della laurea, degli spazi museali convenzionali. Fausto è creatività allo stato puro, sincero, pieno, di cuore. Giudicare poi quale sia il risultato finale, non è un compito che mi riguarda, ma è il processo che è straordinariamente fuori dall'ordinario; lui è l'esempio di come il viaggio sia sempre più importante della meta che si raggiunge.

L’artista, da oltre quarant’anni si pone l’obiettivo di portare l’arte in mezzo a persone che difficilmente entrerebbero in un museo. E’ il suo modo personale di avvicinare il pubblico all’arte e condividere e far circolare quest’ultima. Una scelta ardita.

Lei cosa ne pensa? Realmente l’arte contemporanea può avere riscontri anche fuori dal circuito di bandi, gallerie ed allestimenti? O il suo protagonista è una voce fuori dal coro?

In un mondo ideale l'arte dovrebbe rappresentare quel motore inesauribile, quella domanda sul mondo, quella spinta catartica che conduce a generare cultura e conoscenza, indispensabili all'essere umano per affermare un identità autentica, unica e irripetibile, distinguersi appunto dalle altre specie viventi. Se l'arte o l'arte contemporanea abbiano sempre assolto veramente a questo compito? Non lo so e forse non sono in grado di rispondere. Quello che è certo è che in qualsiasi forma e con qualsiasi veicolo si riesca a fare questo, beh ben venga. Sicuramente il grande merito di Fausto, in questo senso, è quello di portare l'arte contemporanea all'attenzione di persone (passanti) come bambini o anziani, che abitualmente non entrerebbero mai in una galleria d'arte contemporanea. Il mio film ha forse il piccolo merito di far conoscere Fausto a quei pochi che ancora non lo conoscevano.

Lei ha affermato che: “Sono rimasto folgorato dallo sguardo di Fausto sul mondo, ma senza abbandonarmi al cliché dell’artista pazzo e solitario ho voluto capire se vi fosse un segreto nella sua felicità e se questa potesse nascondere codici universalmente validi per tutti”.

Ha trovato la chiave della felicità?

Credo di si. Credo che l'unica risposta possibile sia in un termine: ricerca. Un essere umano ed un artista vivono la necessità di conoscere, di capire e di osservare sempre più in profondità ogni singolo aspetto della vita; dai rapporti umani, all'arte, all'amore. Insomma chi si ferma è perduto, ed io, non ho mai avuto la benché minima intenzione di fermarmi.

Fabiana Traversi

L’autore:
Dario Acocella, già regista e sceneggiatore di serie televisive, film documentari, videoclip e cortometraggi, con Ho fatto una barca di soldi, esordisce con un film documentario per il cinema da lui scritto e diretto.

Filmografia:
Poliziotti al bivio tra il bene e il male
Un film di Dario Acocella, Giorgio Serafini. Con Gianmarco Tognazzi, Bianca Guaccero, Antonia Liskova, Marco Falaguasta, Luca Seta. Poliziesco, durata 50 min. , numero episodi: 12. - Italia 2009.
Un documentario su un artista controverso
un film di Dario Acocella. Documentario, durata 63 min. - Italia 2013.

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