“Ruine, macerie, vergogne”
Dal 6 settembre al 31 ottobre
Settanta anni dal bombardamento su Roma
San Lorenzo 19 luglio 1943
Casa della memoria e della storia, Roma
Il prima e il dopo del bombardamento del 1943 sul quartiere San Lorenzo di Roma, preso a emblema di una guerra impietosa, capace di azzerare l’identità architettonica di un luogo.
Una parte fondamentale della storia di Roma viene custodita all’interno della Casa della memoria e della storia a Trastevere: il ricordo doloroso del bombardamento sul quartiere San Lorenzo del 19 luglio 1943. A settant’anni da quel tragico avvenimento, Alessandro Grammaroli decide di allestire una mostra, già ospitata a Palazzo Cerere a luglio, nel cuore di un altro quartiere storico della Capitale. Su tutto prevalgono le fotografie in bianco e nero, ma il percorso espositivo offre anche prime pagine di giornali dell’epoca, documenti governativi sulla sicurezza in caso di attacchi aerei o testi riguardanti quel tragico giorno.
La scelta di utilizzare materiale fotografico è da ricollegare alla volontà di imprimere nella memoria dei romani di ieri e di oggi, ma anche di tutti gli italiani, immagini molto spesso sotterrate dal tempo. La distruzione del quartiere di San Lorenzo, un quartiere storico nato nel 1880 che dovette combattere contro la povertà e la ghettizzazione, che vide il fiorire di tutta un’industria nevralgica per la città stessa e di classi sociali sempre più consapevoli anche in termini di lotta politica e civile, fu una ferita inguaribile per l’organismo della capitale. Il bombardamento fu massiccio - furono sganciate dagli Alleati circa 1060 tonnellate di esplosivo con l’intento di colpire lo scalo merci Tiburtino – e durò solo pochi minuti. Ma la vergogna di una simile operazione e il dolore inflitto alla popolazione romana durarono per anni, anche perché con questo attacco venne cancellata l’idea che Roma fosse una città eterna benedetta dalla presenza pontificia.
La mostra si propone di consolidare nella memoria questo passaggio centrale, documentando il prima e il dopo: al ‘prima’ vanno ascritte le immagini della dittatura fascista, come le adunate in piazza o gli orti di guerra, passando per le fotografie di luoghi che subirono grossi danni con l’attacco aereo, ad esempio la Basilica di San Lorenzo o Piazzale del Verano, ma anche via dei Volsci e via dei Reti; al ‘dopo’ appartengono le testimonianze della ricostruzione e della Liberazione, come la gente per le strade all’arrivo degli Alleati.
È soprattutto il ‘durante’ a occupare lo spazio espositivo, per quanto la collocazione temporale delle fotografie sia sfasata e vada per questo ad inficiare la linearità del percorso. Molto suggestive sono le immagini di Pio XII in mezzo alla folla in Piazzale del Verano dopo il bombardamento, dove ripeté la parola ‘pace’ per lenire il dolore dell’uditorio. Grande spazio poi proprio alle ‘ruine’ e alle macerie del titolo: le didascalie accanto alle foto spesso riportano la dicitura ‘palazzo non identificato’, quasi a voler esprimere la perdita di identità architettonica di questi luoghi, sventrati, ridotti a rovine e cumuli di macerie. Non a caso sono poche le persone che appaiono ritratte nelle prime immagini, quelle che documentano l’attacco, perché i protagonisti furono anche e soprattutto i luoghi, gli edifici e i capannoni industriali.
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Chi è romano e conosce il bombardamento solo per sentito dire dovrebbe spendere più di un minuto di fronte a queste testimonianze visive, per assorbire dentro di sé la sofferenza che i suoi concittadini provarono e per custodirne memoria nel tempo.
Irene Armaro
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA Via San Francesco di Sales, 5 - 00165 Roma
Ingresso libero lun-ven ore 9.30/20.00
060608 - 06/6876543




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