Land of prayers Alias
Gianfranco D’Alonzo
Dal 12 settembre al 25 ottobre 2013
Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande
Roma
Terra di preghiera come luogo e non-luogo di concentrazione, tra stimoli opposti di una realtà in rete.
Dopo un’esplorazione della rete anche come strumento con Land of prayers, Gianfranco D’Alonzo, propone con questa esposizione la seconda fase di questo progetto iniziato nel 2011 e che vede un primo sviluppo del lavoro che, dalla rete, passa in una galleria per poi arrivare alla conclusione del percorso che prevede, nel corso del prossimo anno, la pubblicazione di un volume.
Il concept di Land of prayers richiama l’idea di un luogo e non luogo dove tante individualità, raccolte in se stesse in un atto di preghiera, di concentrazione, di intimità, trovano una connessione. Tema centrale, oltre che strumento di lavoro, è la tecnologia e il web in particolare, la vita nel e attraverso il web.
Entrando nella sala espositiva dello Studio d’arte contemporanea, ci si immerge subito nell’opera. Un dialogo armonico tra più elementi, tutti in bianco e nero, che compongono l’opera e riempiono la stanza: la proiezione su parete, un grande tappeto e un computer tra di essi; tutti a rappresentare lo stesso quadro o dettagli di esso, attraverso differenti canali espressivi. Il bianco e il nero, così come il tratto energico e spesso, contribuiscono all’evocazione di immagini forti ed apparentemente opposte: uno scorcio di una rete che connette ed unisce i vari nodi che la compongono, aree bianche su un fondo nero che emergono da esso come isole isolate. Una tela di stimoli e macchie che si prestano a proiettarci su, con propria fantasia, forme e immagini, come i bambini con le nuvole, come alcuni col web.
Confrontati con questa grande opera in movimento su parete, ci si può sentire esposti a molteplici spunti di riflessione. La sensazione è di una tranquillità forse anche data dalla lontananza rispetto alla fonte di quegli stimoli, poiché separati da essa grazie agli altri due elementi dell’opera: il PC posto al centro della sala, quasi a rimarcarne l’importanza per l’opera stessa, e l’enorme tappeto bicromatico. In un secondo momento si aggiunge all’opera l’ultimo elemento che la costituisce: la musica. Un clavicembalo che suona una melodia lenta, rilassante ed angosciante al tempo stesso, sembra tenere assieme, in un unicum organico, i vari elementi e a rimarcarne con un suono quasi d’altri tempi i contrasti che nell’opera stessa sembrano prender vita.
Nella sala espositiva che sembra porsi come una tela bianca in cui tutti gli elementi della stanza prendo vita in un interessante dialogo, sulla parete opposta alla proiezione, si pone un dipinto. Il trittico compone una figura unica, speculare al tema in bianco e nero, riproposta stavolta su tela, di finta pelle chiara,e pittura rossa, accesa e materica al punto da sembrare tridimensionale. Un intreccio che rievoca ancora una rete, ma anche un corallo, del sangue, energia in espansione o in compressione, il tutto in armonica continuità con le sensazioni suggerite dagli elementi precedenti.
Un’altra stanza dello Studio ripropone altre due opere. Un quadro in bianco e nero con pittura materica che riprende gli elementi e le figure proposte nella sala principale. Un quadro su sfondo grigio, apparentemente monolitico, su cui sono incise parole a formare un vortice che si conclude con una spaccatura al centro del quadro. Vuoto, dolore, ancoraggio, sacro, autentico, le parole incise parlano di emozioni che riecheggiano nel quotidiano e che riprendono espressioni risentite nel video Land of prayers.
“Un percorso che prevede di uscire dal rumore incessante di una mente discorsiva , per poter approdare a una percezione più unitaria e dunque a una connessione profonda, a sentirsi terra di preghiera, preghiera intesa come pure contemplazione”, come suggerisce la curatrice Emma Ercoli, nell’interessante commento all’esposizione.
Uno spunto, quindi, alla riflessione e alla contemplazione in un mondo apparentemente sempre connesso, una terra di preganti e di apparenti contraddizioni che possono stridere in opposizione o dialogare in modo prolifico come i differenti elementi che compongono la mostra e come le sensazioni, in apparente contrasto, che attraverso essa l’autore evoca.
Alberta Mazzola
dal 12 settembre al 25 ottobre 2013
Land of prayers Alias
Gianfranco D’Alonzo
A cura di Emma Ercoli
Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande
Via degli Ausoni 7a, Roma
Orario: aperto lun- ven, ore 17.00 – 20.00
Ingresso libero
+39 06.4463480
info@pinocasagrande.com





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