Cézanne e gli artisti italiani del ‘ 900
a cura di Maria Teresa Benedetti e Alain Taipè
Complesso del Vittoriano
Dal 5 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014
Roma
“Il mito di Cèzanne si afferma in Italia, nei primi del secolo scorso, i nostri artisti volgono gli occhi agli sviluppi della cultura europea e si affidano al so esempio, per muoversi con padronanza in ambito internazionale. Subiscono il fascino di un artista moderno, considerato da un lato come fulcro generatore delle avanguardie, dall’altro legato ad un forte rapporto con il passato”.
Massimo Bray, Ministro dei beni e delle Attività culturali e del turismo
La capitale espone le opere di Cèzanne e gli artisti del secolo scorso.
Roma ritorna dopo anni al centro dell'attenzione internazionale e al suo ruolo originario di avanguardia culturale, turistico e sociale.
L’opera intensa e monumentale dell’artista francese, la sua capacità di ridurre la forma ai suoi termini essenziali, senza dimenticare la luminosità del colore, penetra nell’arte italiana del XX secolo nutrendo la creatività degli artisti e operando una notevole suggestione a livello diffuso.
La mostra ”Cèzanne e gli artisti del ‘900”, dopo il successo delle mostre dedicate a “A.Renoir”(nel 2008) e “Gli Impressioni”(2010), continua il percorso iniziato dal Complesso del Vittoriano, per mostrare le relazioni esistenti tra la pittura francese ed italiana.
L’arte e la cultura di questi due paesi, si sono intensificati alla fine dell’ottocento, per poi esplodere nel secolo successivo.
Cento opere raccolte per rileggere l’influsso operato dall’artista francese rispetto a diciotto grandi esponenti del ‘900, per cogliere lo spirito di un’epoca ed una delle più grandi cambiamenti culturali della nostra storia. Personaggi che hanno realizzato una rivoluzione pittorica e filosofica. Morandi, Boccioni, Carrà, Severini, De Pisis, Sironi, Carena, Casorati accompagnano il segno distintivo dell’artista francese, creatore di un nuovo modo di percepire e riprodurre la realtà.
Gli artisti italiani partono dal segno del-padre dell’arte moderna-, uomo che ha nutrito la creatività ed influenzato un epoca.
Cèzanne ha influenzato il tratto di Morandi, l’intensità cromatica di Boccioni, il senso dello spazio di Carrà. La sua pittura precorre il cubismo, futurismo ed alti fenomeni di avanguardia, ed al contempo trae ispirazione dalle dottrine e serietà morale della tradizione. La sua arte è tesa verso la ricerca di un brivido di eterno.
Astrazione e concretezza sono fattori inscindibili e imprescindibili, il necessario ed il sufficiente.
La mostra documenta la circolazione dell’opera di P. Cèzanne nella penisola, dalla prima mostra d’impressionismo francese a Firenze(1920), alla rassegna dedicatogli nel padiglione francese nella Biennale di Venezia del 1920. La penisola conobbe l’arte del pittore francese grazie alla divulgazione culturale di mostre, riviste di settore e manifestazioni d’arte.
“La forma cèzanniana, ovvia ma forse inattingibile, diventava ben presto un ideale artistico da raggiungere o disprezzare radicalmente cosi avvenne”, scrive Claudo Strinati, componente dell comitato scientifico, che prosegue: “ciò che è essenziale nella pittura, individuato da Kandinsky nel punto, linea e superficie, è la quintessenza di Cèzanne. Il mondo è come è, ma la pittura ne è l’elemento ordinatore, buono in sé. Lo stile è struttura”.
L’allestimento, grazie a cartelloni espositivi in cui è spiegato il percorso, realizzato sulla base tematica esplicita il rapporto tra l’artista francese e gli italiani che hanno lavorato sugli stessi soggetti, il laboratorio evidenzia i quattro filoni su cui si basa la mostra: paesaggio, ritratto, nudi, natura morta. Tramite i pannelli in cui le opere vengono presentare, confrontate e valorizzate con schemi grafici e particolari ingranditi, è possibile indagare quanto l’influenza del maestro, mescolato ad altre suggestioni abbia influenzato il cambiamento sociale ed artistico del secolo scorso. Ventotto dipinti provenienti quasi esclusivamente dalle collezioni fiorentine di Fabbri e Loeser. Due famosi collezionisti che hanno raccolto le opere del celebe artista negli anni in cui Firenze è al centro del dibattito sull’arte moderna. Sin dall’inizio del secolo scorso, letterati, critici ed artisti si sono occupati dell’artista nelle pagine de “La voce”, rivista nei cui quaderni escono tavole dei suoi lavori, in mostra. La modernità prima veniva vista come assunzione del presente, come amava scrivere Baudealire, perciò l’arte di Cèzanne veniva definita come un rozzo terreno spoglio, pietroso, atroce, scorticato.
Solo la tradizione poteva garantire salvezza. Un artista che si è dimostrato un innovatore, padre del cubismo, vicino ai grandi esempi della nostra tradizione. Un chiaro esempio di artisti a confronto, in cui gli italiani trovano in Cèzanne un solido esempio, sia che vi si ispirino per le spinte rivoluzionarie, sia che teorizzino o radichino un ritorno all’ordine, soprattutto nell’immediato dopoguerra
“Un artigiano che ritorna da qualche villa, portando con sé i suoi strumenti: blusa da vetraio, berretto a cono, carniera da cui spunta una bottiglia verde. Tra le mani la grande cassetta da pittore, tela, cavalletto..la faccia da operaio bruciata dal sole, occhi vivaci, baffi bianchi stropicciati per inavvertenza di blu “, così viene descritto da A. Soffici, amico e giornalista che nel primo articolo dedicatogli, lo paragona a Michelangelo.
L’artista: Paul Cézanne (nato a Aix en Provence – Francia, 19/1/1839, morto a Aix en Provence – Francia, 22/10/1906) è stato un artista e pittore francese post-impressionista il cui lavoro ha posto le basi del passaggio dalla concezione di sforzo artistico del 19 ° secolo ad un nuovo e radicalmente diverso mondo dell’arte nel 20 ° secolo. Cézanne è stato il ponte tra tardo Impressionismo 19 ° secolo e la nuova linea del 20esimo secolo di ricerca artistica, il Cubismo. Sia Matisse e Picasso si dice che abbiano osservato che Cézanne “è il padre di tutti noi”.
Fabiana Traversi
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