sabato 25 maggio 2013

Disabitare - Graziano Locatelli


Disabitare
di Graziano Locatelli

dal 16 maggio al 31 luglio 2013


Alla galleria Bureau des Arts tutta la potenza espressiva di Graziano Locatelli (Bergamo, 1977) prende vita in una mostra dal forte impatto visivo e spirituale.

Già il titolo dell'esposizione "Privo di abitatori, vuoto, sgomberato. Disabitare" è un forte richiamo alla riflessione, un duro sguardo alle desolazioni umane. A questo monito risponde l'intero spazio espositivo, che si dipinge del velo del passato, della rovina, del vuoto: ma non si tratta di un vuoto formale, bensì di un vuoto esistenziale nel quale prorompono, come grida disperate, i ricordi ed i pensieri di un'esperienza sepolta all'interno dell'animo. 

Così, tra i mobili coperti di polvere, tra le poltrone rovinate, le ombre sui muri di quadri ormai scomparsi e tutti gli altri oggetti simbolo di quel vissuto che ora non v'è più, si fanno largo le opere dell'artista bergamasco, quasi squarciando i veli di quella desolazione. Da questi "squarci", che dilaniano il vuoto, irrompono prepotentemente figure vaghe ed indefinite, che lottano per il proprio "esistere" e per affermare con forza la propria presenza; queste memorie del nostro passato raccontano la loro storia, investono lo spazio espositivo divenendone protagoniste assolute, riempiono quel vuoto, popolando il presente con le tracce del passato: è così che si instaura una dialettica tra quel "disabitare", che dà il nome alla mostra, e un nuovo "abitare", fino alla fusione di questi due elementi in un'armonia completa. 

Il percorso costruito da Graziano Locatelli si articola in otto opere: in esse l'artista plasma la materia realizzando dei veri e propri "quadri-scultura" in cui si sintetizza tutta la potenza del suo messaggio. 
Linfa vitale della sua produzione sono le piastrelle in ceramica, dalle più semplici e comuni (si riferiscono ad un ambiente più "casalingo") a quelle più raffinate: ma l'artista le logora, le invecchia, le sgretola e le anima, giocando con la materia e con lo spazio. 

E dalla propria memoria trae gli elementi per nominare le sue opere, tutte intitolate con il nome di vie che hanno fatto parte della vita dell'artista, lasciando un segno nella sua esperienza: quelle vie che tante volte ha distrattamente percorso, ma che rappresentano i preziosi baluardi del proprio vissuto. Così in "Via Famiano Nardini 1e" una sfera domina la parete ed invade lo spazio quasi esplodendo: le mattonelle si animano, librandosi in volo sotto la spinta propulsiva del ricordo, quasi staccandosi dall'opera stessa, come farfalle pronte ad irrompere nello spazio circostante e riempire quel vuoto. 

Mentre la figura umana trova espressione in "Via Alessandro Manzoni 6a", dove alla sostanza e alla pienezza della materia, si contrappone la vaghezza delle forme umane: quella figura femminile, indefinita, labile, priva di quelle caratteristiche del volto che avrebbero potuto identificarla, si svuota completamente di significato, mentre il ricordo stesso, la sensazione, e la materia divengono protagonisti indiscussi. 
Questa sensazione viene accentuata in "Via Roma 10", opera dai sottili echi sacrali, in cui il vago rimando alla figura del Cristo sulla Croce, si fonde con la potenza della natura, che irrompe in tutta la sua forza, costringendo e chiudendo la figura umana in uno spazio limitato, quasi ponendo il suo vessillo vittorioso su di essa.

Graziano Locatelli dimostra, in questa esposizione, la sua raffinata capacità di comunicare: egli riempie quel luogo "abbandonato", che rappresenta lo spazio espositivo, con assoluta maestria dando vita al ricordo e costringendo alla riflessione. Nonostante il numero limitato di opere esposte, la mostra riesce, infatti, a colpire profondamente il visitatore e a lasciare un segno nel suo animo: le esperienze dell'artista, così fortemente sintetizzate nelle opere esposte, arrivano a coinvolgere chi le osservi, a diventare parte dell'esperienza personale di ognuno di noi, rivelando tutte le nostre "desolazioni" e le grida irrompenti dei nostri ricordi.


Luca Virgillito


a cura di Diletta Dollfus
Galleria Bureau des Arts
Via dei Banchi Vecchi, 15a - Roma
Orario: 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30
Ingresso: libero
Info: Veronica De Lorenzo / tel:+39 3396290011 / e-mail: info@bureaudesarts.it





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