giovedì 8 marzo 2012

Sei personaggi in cerca d’autore

Fino al 18.III.2012
Sei personaggi in cerca d’autore
di Luigi Pirandello
Roma, Teatro Vittoria

Realtà, finzione e straniamento nell’eterno dramma di Pirandello che porta in scena l’eternità del dramma

Il 1921 è l’anno della prima messa in scena di Sei personaggi in cerca d’autore (Teatro Valle, Roma), il primo e più conosciuto dramma di una trilogia che fu in grado di stravolgere le regole del teatro italiano e non solo, la trilogia del “teatro nel teatro”.
Della fortunatissima pièce pirandelliana viene riproposta la rappresentazione diretta dal compianto Giulio Bosetti (1930-2009), la cui paternità registica è una garanzia, se si considera che a sua volta egli aveva fatto i conti con il testo pirandelliano anche in qualità di attore, dapprima recitando la parte del Figlio per De Bosio, e in seguito il ruolo cruciale del Padre in seno a rappresentazioni di cui fu contemporaneamente il regista (dagli anni ’70) e, di nuovo, del Padre in quelle che portano la firma del grande Patroni Griffi.


Ma andiamo ai fatti, come direbbe lo sbigottito capocomico. Una compagnia di attori, guidata dal suo capocomico (Edoardo Siravo), è sul punto di iniziare le prove di un dramma di Pirandello, quando è interrotta ex abrupto dalla comparsa di sei personaggi, che progressivamente giungeranno a padroneggiare la scena. La loro intenzione è quella di far conoscere la propria storia, dalla quale sono stati marchiati per l’eternità. Si evince ben presto il loro statuto di “personaggi”, concepiti e abortiti nella fantasia creativa di un autore. Essi sono dunque delle idee che hanno sfiorato, “tentato” un qualche autore (per usare le parole della Figliastra, Silvia Ferretti), che però non sono mai state compiutamente espresse e tanto meno portate in scena. Implorano dunque di essere finalmente portati a teatro, cosicché tutti possano conoscere la loro dolorosa storia, la quale finisce per assumere tratti molto realistici.
Gli attori della compagnia che stava per iniziare le prove assumeranno un ruolo marginale e passivo; mostreranno a un certo punto l’incapacità di recitare i ruoli dei personaggi, che a loro volta reclamano di recitare per rivivere in prima persona la propria vicenda, nella quale sono intrappolati per l’eternità.
Ma i fatti? Qual è la loro storia? Si tratta di una storia di miseria e infelicità. Il Padre (un encomiabile Antonio Salines), sostenuto nella narrazione dalla Figliastra, tira le fila della vicenda, che lo ha portato ad allontanarsi dalla famiglia per via della passione della moglie per il suo segretario. Non è forse un caso che la figura del segretario sia tra l’altro associata al tradimento, per converso, in un’altra pièce pirandelliana, il Berretto a sonagli. Ma il gioco di autocitazioni di certo non si esaurisce con questo dettaglio, del resto si stava per provare Il giuoco delle parti di Pirandello! La mise en abîme attuata dall’autore siciliano tocca livelli altissimi: non si tratta dunque soltanto di metateatro, dal momento che è palese anche la volontà di realizzare un’espressione (d’arte) complessivamente metaletteraria.

Straniamento e vertigini sono gli effetti più evidenti che il testo determina nella platea, che ne è profondamente turbata sul piano psicologico (le convenzioni sono continuamente messe in discussione) e coinvolta fisicamente, in quanto il continuo andirivieni del capocomico determina una definitiva lacerazione della quarta parete. Che cos’è la realtà? E la finzione?
Gli attori così come gli spettatori si rendono partecipi di una riflessione che non investe il solo universo teatrale, quanto il senso dell’intera esistenza. Chi siamo? Quanti volti abbiamo? Ci verrebbe da chiederci, con Pirandello: siamo uno, nessuno o centomila personaggi (in cerca di autore)?
L’interpretazione di un testo così carico di significati spesso trascendenti l’intreccio narrativo (che, pur presentandosi notevolmente complesso e interessante, conta relativamente) acquista valore se è in grado di trasmettere e tramandare l’essenza intellettuale, il grumo emozionale del testo. La compagnia del Teatro Carcano ha conseguito brillantemente e, per così dire, quasi filologicamente – e il merito va dunque anche al grande Bosetti – questo nobile fine. La semplicità delle scenografie testimonia la fedeltà all’originale, la bellezza dei i costumi, la cura di altri aspetti secondari, nonché la cura delle luci e dei suoni contribuiscono a rendere perfetto uno spettacolo che si può dire a ragione in ogni senso “eterno”.

vincenza accardi

dal 6 al 18 marzo 2012
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
di LUIGI PIRANDELLO
con Antonio Salines, Edoardo Siravo,
Silvia Ferretti, Paola Rinaldi
e con Cristina Sarti, Elio Aldrighetti,
Anna Canzi, Umberto Terruso,
Giuseppe Scordio, Vladimir Todisco Grande,
Caterina Bajetta, Dario Merlini,
Alessandra Salamida
e con la partecipazione di Marina Bonfigli
costumi di Carla Ricotti
musiche di Giancarlo Chiaramello
movimenti mimici di Marise Flach
regia di GIULIO BOSETTI
Compagnia del Teatro Carcano

Teatro Vittoria
Piazza Santa Maria Liberatrice 10 – 00153 Roma
Orari: da martedì a sabato alle 21; domenica alle 17.30; martedì 13 e mercoledì 14 anche alle 17.30; lunedì riposo
Ingresso: da 24€ a 18€
Info: tel. +39 065740170; info@teatrovittoria.it

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