Fino al 27 Maggio 2012
THE LAST HARVEST
MOSTRA INTERNAZIONALE DI DIPINTI DI RABINDRANATH TAGORE
Galleria Nazionale D'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Il ritmo delle immagini sulla tela della memoria
In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita del poeta Rabindranath Tagore, il Governo d'India in collaborazione con la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, dedica una retrospettiva ai dipinti del celebre decano della letteratura indiana.

Primo asiatico a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1913, a seguito della pubblicazione della raccolta di poesie Gitanjali, la mostra punta a svelare un aspetto della personalità artistica di Tagore poco conosciuto ma prolifico tanto quanto la sua vastissima produzione letteraria.
Figura intellettuale e politica straordinaria nonché artista poliedrico, Tagore divenne il poeta della nuova India, moderna e indipendente per la quale lottò con le sue iniziative sociali, aspirando ad un linguaggio artistico universale, e traducendo i forti ideali espressi nelle sue opere in “arte di vivere” arte produttiva.
Le sue liriche riflettevano i fermenti letterari e culturali che la comunità indiana attraversava: egli fu veicolo di modernismo, la sua vita fu una continua indagine che rincorse il “sapere alla ricerca dell'inesplorato”.
Un “viaggiatore su una strada senza fine” come egli stesso si definì, spinto dal forte desiderio di varcare i confini che la lingua imponeva, il suo animo irrequieto proteso verso lo sviluppo e l'internazionalismo lo portò a viaggiare molto, e a interagire con le altre culture dalle quali apprese degli aspetti fondamentali che ancora oggi identificano le sue opere.
Come una sorta di “esploratore dello spirito” Tagore offre una condivisione intima dei suoi insegnamenti attraverso le sue espressioni creative, un'esposizione di emozioni che riecheggiano nella mostra alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, che racchiude circa cento opere, in prevalenza acquerelli, ma anche pastelli e inchiostri.
La mostra è incentrata su quattro importanti nuclei tematici rintracciabili all'interno della sua produzione pittorica, Tagore infatti non intitolava né datava i suoi disegni, sottolineandone la sacralità, ritenendo il processo creativo il frutto di un'inaspettata e continua scoperta.
La prima sezione accoglie circa venti disegni realizzati in prevalenza con la tecnica dell'acquerello e inchiostro su carta, e include i suoi primi dipinti nati quasi per gioco nel processo di correzione del testo di alcune poesie.
Dalla fusione tra il linguaggio arabesco dei suoi scarabocchi e le forme sconnesse nacquero delle immagini fantastiche, indipendenti e consolidate che si affermavano in un'insolita armonia morfologica.
La scrittura che si libera e diviene una rappresentazione di animali reali e inventati, forme bizzarre e grottesche, assemblaggi emozionali che attraverso le tinte accese emergono dal subconscio scuro del fondo.
“L'artista è l'amante della natura, perciò è il suo schiavo e il suo padrone”, l'approccio intimistico che Tagore ebbe con la natura è rappresentato nella seconda sezione dedicata ai paesaggi.
La fonte ispiratrice fu la natura stessa, che osservava dalla finestra durante le lunghe ore passate in solitudine, una solitudine che accompagna le chiome degli alberi, l'impeto dei colori, attraverso un'indagine che ne svela i misteri e riconduce i frammenti all'unione universale.
Nella terza sezione si assiste ad una galleria di lavori incentrati soprattutto sulla concezione del corpo umano come uno scrigno di sentimenti, un mezzo di narrazione visiva e teatrale.
Figure stilizzate, tra cui nature morte, divinità o immagini femminili, che richiamano a gestualità primitive, lontane dall'immediatezza della percezione, colori sgranati che accompagnano una rappresentazione di personaggi isolati su un palcoscenico irreale.
Nella quarta e ultima sezione si trovano i ritratti, volti maschili e femminili che appaiono come delle impressioni visive.
Facce dipinte che seguendo un ritmo ancestrale si trasformano in maschere, in raffigurazioni ieratiche e impenetrabili, delle quali la china accresce l'espressività conferendo ai volti molteplici identità alludendo così all'apparenza illusoria della realtà.
nadia gardini
“Non conosco nessuno che dipinga le immagini sulle tele della memoria, ma chiunque sia, ciò che dipinge sono illustrazioni e, con questo, intendo dire che non sta lì con il suo pennello semplicemente a replicare fedelmente ciò che accade. Prende e toglie a seconda del suo gusto e, ingigantendo e rimpicciolendo a piacimento, non ha imbarazzi nel mettere nello sfondo ciò che era in primo piano. In altre parole, dipinge immagini non scrive la storia”.
R.Tagore, My Reminiscences 1917
dal 29 marzo al 27 maggio 2012
The last Harvest
una mostra internazionale di dipinti di Rabindranath Tagore
a cura del Prof. R. Siva Kumar della Visva Bharati University
Maria Giuseppina Di Monte (Commissario interno per la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma)
Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Ingresso per disabili: via Gramsci 73
orari di apertura: martedì-domenica dalle 8.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle 18.45)
Biglietti: intero 10 € ridotto 8 €
Informazioni: tel. +39 06 32298221
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