giovedì 1 marzo 2012

Giulio Cesare

Fino al 4 Marzo
Teatro India

Giulio Cesare

Una rivisitazione in chiave moderna di una tra le tragedie più celebri del drammaturgo William Shakespeare

Quando un classico della letteratura si incontra con l’estro di un acuto regista, il risultato non può certo deludere. È per questo e non solo che lo spettacolo, in scena proprio in questi giorni al Teatro India e in replica sino al 10 Marzo in altri due teatri della Capitale, è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Globe to Globe Festival di Londra, manifestazione internazionale che vede in scena le 37 opere del drammaturgo inglese in 37 lingue diverse.


La storia della congiura è scolasticamente nota, le vicende che portarono all’uccisione del dittatore romano alle idi di marzo del 44 a.C. sono le fila della trama di questa tragedia che Shakespeare scrisse nel 1559 cercando di portare sul palco il conflitto psicologico filiale, i temi del patriottismo, dell’onore e dell’amicizia. Nella versione riadattata e reinterpretata dal regista Andrea Baracco i temi base sono volutamente mantenuti ma l’attenzione testuale e conseguentemente teatrale viene portata sul soggetto più che trasversale ieri ed oggi, della violenza non controllata e delle sue origini. Una violenza carica di insoddisfazione, prodotto di uno stato e/o di coscienze in crisi, di paure, incertezze, dissidi sociali. Lo scenario storico, quello del crollo della Repubblica Romana viene affiancato dai ruoli dei congiurati orbitanti intorno all’imperatore, rappresentazioni di figure politiche e storiche del tempo: da Bruto a Cassio, da Calpurnia a Porzia, da Ottaviano a Marco Antonio. Per dirla con la parole del regista, la Roma all’alba dell’uccisione di Cesare è una Roma in preda ad un “cortocircuito: via le luci, è l’ora della notte, nera, senza luna”.
L’oscurità di una Roma che si avvia al cambiamento si rispecchia effettivamente nella scenografia sobria, senza pretese, probabilmente per restituire tutto il sapore della tragedia, del dramma che sta per consumarsi e che nel popolo s’è già consumato, esacerbato dalla disperazione. Tre semplici porte campeggiano sul palco, dietro le quali si celano indiscrezioni, maldicenze: tre porte che una volta aperte rivelano le trame della congiura e mettono in primo piano la folla. Altra figura chiave nell’architettura del dramma: la massa del popolo che si ribella, che dà voce alla propria disperazione, trasformando l’afflizione in violenza, l’unico strumento che essa possiede per comunicare la crisi. Il senso ultimo del testo non è dunque la figura del dittatore (che guarda caso muore già nel III atto), né quella dei cesaricidi, né la particolare congiuntura storica ma il messaggio più universale e perciò ancora attuale che una crisi può dimostrarsi incontrollabile.
Più contingente di così..
sara felline


In replica: Giovedì 8 e Venerdì 9 Marzo (ore 21) al Teatro Tor Bella Monaca, Sabato 10 Marzo (ore 21) e Domenica 11 Marzo (ore 18) al Teatro Biblioteca Quarticciolo.

Giulio Cesare
Regia di Andrea Baracco
Adattamento di Andrea Baracco e Vincenzo Manna
Produzione Benvenuti Srl e Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma
Teatro India
28 Febbraio – 4 Marzo
Lungotevere Vittorio Gassman 1
Botteghino: aperto dalle ore 17 nei giorni di spettacolo (dal Martedì al Sabato) e dalle ore 15 la Domenica – Lunedì chiuso
Tel: 06 684 000 311/14
Biglietti: € 16 (intero) € 14 (ridotto fino ai 26 anni)

1 commento:

  1. complimenti per la recensione...mi fa venire voglia di andarlo a vedere un'altra volta!

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