martedì 17 febbraio 2015

Galleria Lapidaria


Roma, Musei Capitolini Cinerario a forma di edicola con i ritratti dei defunti, Archivio Fotografico dei Musei Capitolini (NCE 3036)



Galleria Lapidaria
Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio, 1
Roma

Nata inizialmente con lo scopo di unificare i tre palazzi che sorgono sul colle capitolino, la Galleria Lapidaria può essere considerata come un museo nel museo e l’allestimento inaugurato nel 2005 racchiude in sé le epigrafi latine e greche appartenenti alla collezione dei Musei Capitolini. La necessità di unire gli edifici capitolini fu avvertita già nel corso del XVII e XVIII secolo ma solo successivamente si attuò un collegamento per poi giungere, nel 1938, alla realizzazione dell’attuale galleria. Nella seconda metà del XX secolo presero posto all’interno di essa circa 1400 iscrizioni in marmo di epoca romana, tutte provenienti sia dall’Antiquarium del Celio che dalle sale interne dei Musei Capitolini: l’inaugurazione di tale allestimento ebbe luogo nel 1957 durante lo svolgimento, a Roma, del III Congresso Internazionale di Epigrafia Greca e Latina. A causa di cospicue infiltrazioni di acqua, negli anni ‘70 del secolo scorso, la Galleria di Congiunzione è stata chiusa al pubblico anche perché le epigrafi in essa contenute rischiavano un progressivo deperimento; solo negli anni ‘80 sono state avviate le procedure di restauro ultimate una decina di anni fa. La ristrutturazione della galleria sotterranea ha permesso anche l’attuazione di un progetto pilota creato e seguito, passo dopo passo, dalla dottoressa Daniela Velestino e finanziato in toto dall’Amministrazione dei Musei Capitolini: il progetto è consistito nella realizzazione di una Banca Dati Epigrafica, alfanumerica e digitale, destinata alla consultazione su internet e che interessa l’intera collezione capitolina di iscrizioni antiche. La presentazione ufficiale della Banca Dati si è avuta in occasione del XII Congresso Internazionale di Epigrafia Greca e Latina svoltosi a Barcellona nel 2002. Ma in cosa si differenzia il nuovo allestimento da quello precedente? Fino ad una quarantina di anni fa le iscrizioni erano visibili esclusivamente sulle pareti della galleria e, se da un lato il visitatore era notevolmente sbalordito dalla ricchezza dei contenuti, dall’altro non gli era affatto possibile studiare da vicino il reperto a causa della sua collocazione. Per chi non ha alle spalle una solida formazione classica, tale da approcciarsi ad un testo scritto in lingua greca o latina, si rende necessario un allestimento completo ed esaustivo così da poter comprendere opportunamente il contenuto delle epigrafi: è stato questo l’obiettivo primario del nuovo percorso espositivo strutturato in tre sezioni. Ogni epigrafe presenta una didascalia dove è riportata la trascrizione del testo in lingua originale e la corrispondente traduzione in italiano ed in inglese, vi sono inoltre pannelli differenziati in base agli argomenti trattati tra cui quelli relativi alle epigrafi rivolte alle divinità, i giochi da tavolo dell’epoca meglio conosciuti come “tabulae lusoriae”, i testi attinenti alla viabilità e agli acquedotti, le epigrafi di carattere onorario, i pannelli riguardanti le strutture romane, le epigrafi relative alle professioni e ai mestieri, i testi di natura sepolcrale ed infine i testi attinenti ai militari. Troviamo anche una postazione informatica che fornisce i contenuti relativi alla sezione espositiva, all’allestimento e alla banca dati, permettendo di visualizzare le 1400 iscrizioni che, negli anni addietro, erano collocate all’interno della Galleria. In linea con gli allestimenti più completi in circolazione, la Galleria Lapidaria può vantare anche un percorso esclusivamente dedicato ai portatori di handicap visivo, una realtà fortemente voluta dalla Dottoressa Velestino in sinergia con l’Associazione Museum. A completare un iter di sicura suggestione è il commento musicale che accompagna il visitatore dall’inizio alla fine del percorso: il progetto è stato curato da Giuseppe Sommella e reso concreto da Zètema Progetto Cultura. Al termine del suo cammino il fruitore potrà completare la sua visita ammirando lo straordinario panorama sul suggestivo Foro Romano, la conclusione più logica di un viaggio nel tempo attraverso le istituzioni e la vita quotidiana di una civiltà ancora viva e pulsante. 
Francesca Salvato





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