TEATROVITTORIA
Dall'8 al 20 maggio
Ambra Group presenta
MICHELINA
scritto e diretto da Edoardo Erba
con Maria Amelia Monti, Giampiero Ingrassia, Amerigo Fontani, Mauro Marino, Gianni Pellegrino, Annalisa Amodio
musiche di Federico Odling
costumi di Massimo Poli
Siamo nel 1948. In Vaticano hanno urgenza di proclamare santa suor Ercolina. Ma per fare un santo ci vogliono tre miracoli, e della suora se ne trovano a stento due. Il cardinal Dorigo un miracolo ce l’avrebbe: l’ha chiesto e ottenuto per il fratello una mondina lombarda. Sarebbe perfetto se non fosse per un dettaglio: benché compaesana di suor Ercolina, la donna non ha invocato lei ma un'altra santa. Pur di velocizzare il processo, Dorigo decide di andare di persona in Lomellina a vedere se è possibile ottenere un piccolo… ritocco a questa versione.
In Lomellina Arturo Bonavia, uno sgangherato cantante che gira le balere di terz’ordine, si ritrova senza soubrette, e viste le gambe di una bella mondina in mezzo alle risaie, la assume immediatamente. La donna si chiama Michelina, canta sguaiatamente, si muove male, ma ha il fisico giusto, e Arturo, con comico cinismo, le insegna a stare sul palcoscenico.

Se non sai cantare, se non sai ballare, sei perfetta per fare la soubrette si diceva all’epoca. Dunque Michelina arriva al palcoscenico per caso, non per vocazione. E’ una mondariso della Lomellina, che sta tutto il giorno coi piedi nell’acqua, non più giovanissima, ma con un bel fisico scattante e un carattere che nella sua ingenuità si impone e conquista. E l’Arturo, cantante sentimentale che batte i peggiori locali della zona, rimasto senza la sua soubrette, la vede nei campi e l’assume all’istante. Un po’ come fa Silver Boy nel bel film “Basta guardarla” di Luciano Salce, che però ambienta la storia negli anni Sessanta. “Michelina” invece si svolge quasi un ventennio prima, nel 1948. In quell’anno in Italia, con la vittoria di De Gasperi alle elezioni e la sua decisiva scelta atlantica, finisce il primo dopoguerra. Poi ci sono l’attentato a Togliatti e Bartali che vince al Giro di Francia. Se il quarantotto ottocentesco era diventato sinonimo di disordine, quello del Novecento è nel segno della stabilizzazione. Comunque un anno cruciale, di cui noi siamo figli.

Collaborando con Federico Odling ho poi scritto le parole alle bellissime canzoni, in perfetto stile anni Quaranta, che lui ha composto. Credo che le due parti, musicale e in prosa, grazie al suo lavoro siano diventate davvero inscindibili. Il risultato mi pare profondamente italiano. Pesca nelle nostre radici culturali e musicali, e credo che oggi, nel momento in cui l’identità collettiva vacilla, sia utile ricordare che le abbiamo.”
TEATRO VITTORIA
Piazza S. Maria Liberatrice, 10 – Roma
INFO: 06 5740170
ORARIO: mar./sab. h 21.00 - dom. h 17.30
BIGLIETTI: intero € 24,00 ridotto € 12,00
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