domenica 6 maggio 2012

ALÉ CALAIS



Marianella BARGILLI
in
ALÉ CALAIS
l’irresistibile ascesa di una squadra di dilettanti fino alla finale della Coppa di Francia 
di Osvaldo GUERRIERI




LA STORIA
ALÉ CALAIS di Osvaldo Guerrieri
Calais, siamo nella provincia dimenticata della Francia, ma potrebbe essere una qualsiasi cittadina italiana, di quelle di cui si sente parlare solo per qualche efferato ma sporadico delitto passionale.
Non accade nulla, nulla sembra poter accadere. Un vento spietato spazza via desideri e sogni. Una squadra di calcio non professionista ma molto affiatata riesce poco a poco a conquistare punteggi in campionati prima locali poi provinciali fino ad arrivare alla finale, a Parigi. Tutti, dal sindaco, al prete, dalla pasticcera, alla maestra, dimenticando colori politici e vecchie antipatie si ritrovano uniti a fare il tifo, un tifo sempre più caldo, partecipe. Finalmente la gente si parla, unisce le forze, rinasce l’orgoglio d’appartenenza. Migliaia di calesiani invadono Parigi con pullman e treni speciali. Ragazzini, vecchi, famiglie intere, sotto la pioggia, il freddo, con il pranzo al sacco e un sogno nel cuore: vincere. Vincere la Coppa. Essere primi. Sbaragliare l’avversario famoso, forte, osannato dal pubblico e dalla stampa. Fino all’ultimo la vittoria sembra a portata di mano ma in finale un goal controverso fa vincere ancora una volta i più forti. Eppure qualcosa è successo, qualcosa che va ben oltre il calcio, ben oltre lo sport. Nessuno impreca, nessuno si sfoga sugli altri. Calais infondo ha vinto, perché è arrivata fino in fondo, a testa alta, compatta.

ALÉ CALAIS È RACCONTO EPICO, BALLATA POPOLARE
E’ riscatto e sogno. E’ Davide contro Golia. E’ l’impresa eroica, l’eterna impresa, per cui non si addicono termini come “ popolare” o “ intellettuale”, “ femminile” o “ maschile” perché è l’impresa dell’esistenza, l’impresa con la i maiuscola che riguarda tutti e sempre.
E’ il vento che non soffia più nelle nostre case, il vento di cui avremmo bisogno, una fede laica, aggregante, in grado di galvanizzare, di ridarci coraggio e motivazioni.
L’orgoglio della città non rifiorisce “ contro” ma “ per” qualcosa.
La comunità non si aggrega per combattere, per distruggere altri ma per dimostrare le proprie capacità, per riscattarsi dal torpore, da un tempo che sembrava fermo e paludoso. E non sarà poi importante vincere ma essere arrivati fino in fondo, con dignità e intelligenza.
Cosa c’è di più attuale, di più vivo, di più sinceramente necessario?

LO SPETTACOLO
In scena la protagonista. Ha seguito la storia, se n’è impossessata, l’ha amata, l’ha fatta sua e ora ce ne restituisce tutte le sfumature, le ragioni e i sentimenti, sostenendo con ironia e tenerezza il
“ vento” nuovo che anima Calais.
E’ il moderno Omero, il racconta storie, capace di dar vita a tutti i personaggi.
L’epopea di un luogo diventa metafora del nostro destino.
Nulla di più teatrale e universale. E anche divertente, che non guasta.
Un corpo e un’intelligenza femminile in scena aggiungono sale al racconto, abbattendo la anacronistica divisione tra “cose” di maschi e “ cose” di femmine per cui le donne raccontano di fatti personali e privati e gli uomini di guerre e di imprese.
Sarebbe questo, anche e finalmente, un vento nuovo.
In smoking, accompagnata da una piccola orchestra d’archi, affiatatissimi e collaudati, in una scena candita come una scatola luminosa, il racconto prende corpo come una ballata, un’opera musicale euforizzante e inedita.
La regista, Emanuela Giordano
Parigi, 7 maggio 2000. Due squadre di calcio si disputano la finale della Coupe de France. Sono due squadre incomparabili. Una, il Calais, è formata da dilettanti; l’altra, il Nantes, riunisce il fior fiore del professionismo. E’ uno scontro epico. Per arrivare a quel traguardo, il Calais ha affrontato e piegato i giganti del Calcio francese; nel suo percorso irresistibile, ha elettrizzato una città morta di noia e di disoccupazione; e quando sembra che la “Coupe” sia a portata di mano, proprio all’ultimo minuto, per un rigore controverso, il sogno sfuma, i valori vengono restaurati e le gerarchie ristabilite.
“Alé Calais” di Osvaldo Guerrieri ripropone nei modi della ballata popolare l’avventura che la Francia non ha più dimenticato. Non è il resoconto di una partita di calcio, ma il vitalistico sogno di una comunità che vuol risorgere attraverso il calcio. Sono le voci della gente comune, della maestra di scuola, del prete, della cioccolataia, del giornalaio, che progressivamente, con la forza del vento che lassù non smette mai di soffiare, sussurrano e alla fine gridano “Alé Calais”.
Di questa avventura entrata nella storia del Calcio, Marianella Bargilli è il moderno cantastorie. E’ lei che, diretta da Emanuela Giordano e sulle musiche di un trio d’archi, restituisce il fuoco e la dolcezza di un’epopea che, apparentemente sportiva, esalta soprattutto la dignità umana e la spinta al riscatto civile.
L’autore, Osvaldo Guerrieri

La più incredibile impresa sportiva all’alba del nuovo secolo: una squadra di dilettanti del profondo Nord della Francia, che prende il nome da Calais, cittadina un tempo florida e famosa come passaggio obbligato per l’attraversamento della Manica ed ora saltata a piè pari da un famigerato tunnel, sfida il 7 maggio del 2000 il grande Nantes allo “Stade du France” per la finale di Coppa di Francia. I più sfigati, negletti e improbabili giocatori di Francia, commessi, operai, elettricisti, battono una dopo l’altra una decina di squadre, tra cui l’eccellenza del calcio mondiale: Strasburgo, Bordeaux, Cannes. Un miracolo: Davide contro Golia, Leonida alle Termopili.
Marianella Bargilli, Oscar italiano per il teatro, racconta “Alé Calais” di Osvaldo Guerrieri, per la regia di Emanuela Giordano, con i musicisti del Trio Bubbez.

LO SPETTACOLO E’ DISPONIBILE PER UNA SERIE DI RAPPRESENTAZIONI NELLA STAGIONE 2012/2013

MARIANELLA BARGILLI
Marianella Bargilli inizia il suo percorso di studi teatrali con il Teatro Danza mettendo anche in scena numerosi spettacoli da strada, intensificando lo studio del movimento del corpo e l'esperienza con un pubblico popolare. Nel 1999 ottiene la parte dell' Amazzone nel film Hannibal di Ridley Scott. Dal 2000 al 2002 frequenta per due anni il teatro Blu di Roma studiando con Beatrice Bracco il metodo Stanislavskij e partecipando a stages con maestri come: Michael Margotta, Marylin Freed, docenti dell'Actor's Studio di New York, con Nikolaj Karpov, direttore dell'istituto della biomeccanica al Gitis (Istituto teatrale di Mosca), con Steven Berkoff e con Augusto Omulù, danzatore ed attore dell'Odin Theatret. Nel 2004 debutta nella prosa
italiana interpretando Eliza Doolittle ne Il Pigmalione di George Bernard Shaw per la regia di Roberto Guicciardini, ottenendo una candidatura come migliore attrice emergente ai Premi Olimpici, Oscar del teatro e vince il Premio Chianciano Terme.
Contemporaneamente si cimenta come aiuto regista degli spettacoli: Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato ed Emigranti di Slavomir Mrozek per la regia di Geppy Gleijeses. Successivamente interpreta Adele Selciano in Io l'erede di Eduardo de Filippo, per la regia di Andrèe Ruth Shammah, Suor Agostina nell'omonima opera di Rodolfo Chirico, per la regia di Roberto Guicciardini, Afrodite e Maria di Magdala in Visioni di Gesù con Afrodite di Giuliano Scabia e Margot Wendice in Delitto perfetto di Fredrick Knott entrambi per la regia di Geppy Gleijeses. E’ la dea Follia
in Eracle durante XLIII Ciclo di Rappresentazioni Classiche di Siracusa per la regia di Luca De Fusco, la moderna cantastorie nel monologo Alé Calais di Osvaldo Guerrieri per la regia di Emanuela Giordano, che dopo due stagioni di tournèe in Italia e una rappresentazione a Calais, sarà dal 7 al 17 settembre 2011 al Theatre Mouffetard di Parigi. E’ stata Silia Gala ne Il giuoco delle Parti per la regia di Egisto Marcucci ed Elisabetta Courir. Interpreta il ruolo della protagonista in La stanza delle donne di Slavenka Drakulic per la regia di Luciano Melchionna. Nel maggio-giugno 2011 è Elena nell’Elena di Euripide per la regia di Alvaro Piccardi durante l’XI ciclo di spettacoli classici al “Festival Teatro dei due Mari” di Tindari.
Nella prossima stagione sarà Amalia Sciosciammocca in Lo scarfalietto di Eduardo Scarpetta per la regia di Geppy Gleijeses, Julie Mercadet in L’affarista di Honorè de Balzac per la regia di Antonio Calenda e Fanny in A Santa Lucia di Raffaele Viviani per la regia di Geppy Gleijeses.
In televisione conduce due trasmissioni per il canale satellitare Sky-Leonardo "Style" e "Notturno" ed è ideatrice e protagonista del programma "Tournèe", primo reality-documentario sul teatro che segue la tournèe de Il Pigmalione dai provini all'ultima recita. Il programma è stato promosso "Trasmissione culturale" del satellite nella stagione televisiva 2004-2005.
La sua passione per il teatro la ispira nell'ideazione di "Ponza in Festival", manifestazione di Teatro e Musica per la quale cura anche la direzione artistica.
Dal 2009 si occupa dell’ottimizzazione artistica e organizzativa del Teatro Quirino-Vittorio Gassman e dal 2010, nello stesso teatro, è ideatrice e direttore artistico della rassegna “Autogestito”.



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