giovedì 1 maggio 2014

LA FINZIONE DELLA VITA (TV, SEX & FAMILY)


Ass. Cult.
FOXTROT GOLF
Presenta

al

Teatro Belli
Piazza di Sant'Apollonia,11 Roma - tel. 06 58 94 875 

DAL 6 ALL'11 MAGGIO 2014
dal martedì al sabato ore 21.00 - domenica ore 17.30

LA FINZIONE DELLA VITA
(TV, SEX & FAMILY)
di
Giovanni Antonucci

regia
Francesco Branchetti
con
Francesco Branchetti, Isabella Giannone, Laura Garofoli , Simone Lambertini
Musiche Pino Cangialosi - Scene e costumi Cristiano Paliotto - Disegno luci Francesco Branchetti



LA FINZIONE DELLA VITA (TV, SEX & FAMILY) (vincitore del Premio Vallecorsi) di Giovanni Antonucci è una commedia sulla televisione. 

Il mondo che rappresenta è quello dei quiz, dei talk show, delle “veline”, show girls e attrici in cerca di successo. Protagonista è un producer di quiz in crisi professionale e esistenziale. LA FINZIONE DELLA VITA (TV, SEX & FAMILY) è un testo che, più di altri, vive dei suoi personaggi, delle passioni che li travolgono, delle loro debolezze; Antonucci nel testo focalizza la sua analisi sul tema della coppia, del tradimento, della frustrazione lavorativa e sulle dinamiche che ruotano attorno al potente mezzo televisivo.

Ogni periodo storico, ogni epoca ha norme, convenzioni, insensibilità, un proprio sentire comune, conformismi, condizionamenti sociali di vario tipo; quello che più mi ha colpito e affascinato nel testo di Antonucci è la capacità di raccontare personaggi che vivono drammi, crisi e passioni personali, avvolti e condizionati dal presente, dal loro mondo di lavoro, che in questo caso è il tanto discusso mondo della televisione; Luigi e Giulia vivono il loro rapporto di coppia, condizionati dal lavoro di lui, di Luigi, producer televisivo, consapevole delle miserie di quella macchina della finzione che è la televisione, ma schiavo del successo determinato dai veri padroni della TV : gli sponsor e ancor più l’audience. 

Luigi infatti vive la sua crisi lavorativa ed esistenziale condizionato dai perversi meccanismi che governano il suo lavoro; cinismo e indifferenza possono diventare necessità esistenziali, ma poi tutto questo presenta il conto, quando Luigi non riesce ad un certo punto a riconoscersi più in quello che fa e che vive; Giulia, moglie di Luigi, l’unica, tra i nostri personaggi, a non appartenere al mondo della televisione ha con il marito un rapporto profondo, ed è capace di intuirne vizi e debolezze, anche se lui non ne è consapevole fino in fondo. 
La finzione sempre e dovunque, la vita che trascina via, che cambia anche chi non voleva cambiare. Il compromesso come condizione esistenziale, la mediazione, la tolleranza che diventa necessità per esistere e le generazioni che si trovano a scontrarsi, a tentare di capirsi e spesso fatalmente a non riuscirci, Luigi si avventura in una relazione che per lui rappresenta una cosa e per la donna, più giovane di lui, tutt’altro, il tutto in un balletto straziante in cui si alternano gioie, dolori, risentimenti, debolezze, bugie, slanci, rabbie e momenti di straordinaria dolcezza. In scena, accanto a Luigi e alla moglie Giulia, c’è Laura, una giovane e affascinante attrice di teatro in cerca di successo ma al momento senza scritture, che si trasforma in un istante in una valletta televisiva e Stefani un regista televisivo disincantato, in cerca anche lui di una identità, difficile da trovare in un mondo spietato come quello della televisione .

Il mio intento è quello di indagare i quattro personaggi del testo e di farlo restituendo al testo la sua caratteristica principale e cioè quella di vivere e di svilupparsi su due piani; il primo e il principale è quello della TV, macchina della finzione, creatrice di sogni, dove dominano il cinismo degli autori, la vanità dei conduttori, l’arrivismo delle vallette spesso disposte a tutto pur di conquistare uno spazio nei programmi, la nevrosi e addirittura l’angoscia dei producers e dei registi nei confronti di un’azienda che misura le loro capacità solo sul riscontro dell’audience, il successo è l’unico punto di riferimento; il secondo piano è quello della vita privata, familiare di Luigi e del suo rapporto con la moglie Giulia, madre dei suoi due figli. E’ un rapporto di amore, di affetto, di condivisione. Lei è una donna straordinaria, sensibile e intelligente che capisce le inquietudini del marito, ne smorza gli slanci polemici, sicuramente ne intuisce le debolezze, ed è per lui ,da sempre, una moglie affettuosa e appassionata. Il loro rapporto, che una breve relazione di Luigi con Laura non può incrinare, è talmente forte da escludere una crisi seria di coppia.

LA FINZIONE DELLA VITA (TV, SEX & FAMILY) è un testo che più di altri vive del confronto, del raffronto con gli anni in cui viene messo in scena, il nostro presente problematico e difficile, con tutte le peripezie che ruotano attorno al lavoro, alla coppia, al successo, con le caratteristiche sociali e antropologiche dell’epoca in cui viviamo.

La mia “lettura” intende “centrare” la messinscena su tre temi portanti: primo il difficile, ambiguo, pericoloso rapporto tra vita privata e vita lavorativa, secondo tema la solitudine in cui veniamo trascinati dagli errori fatti, dalle scelte rimandate, dai sogni per cui forse non abbiamo lottato abbastanza, terzo tema infine l’impotenza dell’uomo, all’interno del conflittuoso rapporto tra bene e male, nei confronti dei meccanismi sociali e lavorativi e quindi l’impotenza nei confronti dell’inevitabile, forse tragico, in alcuni momenti terribile, viaggio, percorso, fatto di mediazione, di compromesso, spesso di frustrazione, a volte addirittura rischiando la perdita di sé.

Intendo inoltre porre al centro, perno di tutto ciò che accade, la debolezza spesso insita nell’uomo, nei confronti dei meccanismi che lo sovrastano, delle “forze” che lo circondano, lo circuiscono e lo spingono con forza, in un balletto straziante, terribile, fatto di pulsioni, di paure, di ambizioni, di inganni e di finzione; la parabola del lavoro, del potere, del successo; il difficile e tortuoso cammino della positività, come scelta di vita, in una società dominata dalle polemiche e dal cinismo; la “passione”, il sesso, gli errori commessi per essersi fatti trascinare dalle circostanze e che ci conducono talvolta nella solitudine più straziante.

L’ imprevedibilità della vita, l’incalcolabilità delle conseguenze dei nostri errori, gli strazi e il baratro in cui può finire una coscienza saranno al centro di un allestimento, che farà dell’ analisi dei rapporti di coppia, generazionali e lavorativi l’asse portante.

Scene, luci e musiche danno un fondamentale apporto alla costruzione di questo mondo, accompagnandoci in questo viaggio, nel mondo della televisione, nella società che ci circonda, nelle passioni, negli umori, nelle “patologie” dell’anima dei protagonisti, nel delirio e nell’ossessione di chi è braccato dai propri fantasmi, nei perversi meccanismi che scaturiscono dalla brama di successo, di potere, ma anche nelle mozioni e pulsioni al conformismo, alla mediazione e al compromesso, insite nell’uomo, e infine nel disfacimento e nella disgregazione dell’animo che, inevitabilmente, ne scaturiscono. (Francesco Branchetti) 


In scena Al TEATRO BELLI - Piazza di Sant'Apollonia, 11 – 00153 - Roma.
Telefono: 06 5894875 | E-mail: info@teatrobelli.it
Biglietteria : 06 58 94 875 Fax: 06 58 97 094
Biglietti: Intero €18,00 | Ridotto € 13,00 | Prevendita/Prenotazione € 1,00
Orari spettacoli: dal martedì al sabato alle ore 21,00 - domenica alle ore 17,30

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