sabato 26 ottobre 2013

Lee Jeffries - Homeless


Lee Jeffries
Homeless

Museo di Roma in Trastevere – Piazza Sant'Egidio 1B


Dopo essere stata accessibile al pubblico solamente in rete, la straordinaria esposizione fotografica di Lee Jeffries (Manchester, 1972) approda in prima mondiale al Museo di Roma in Trastevere dal 19 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014.

La mostra "Homeless", scaturisce da una nuova visione dell'artista, che colpisce Jeffries inaspettatamente per le strade di Londra, nel magnetismo dello sguardo di una ragazza senzatetto. È quell'incontro a mutare la stessa concezione artistica del fotografo quarantunenne; quello scatto rubato, quasi per caso, lo spinge a percorrere le vie delle principali città del mondo, cercando di ritrovare quel magnetismo negli sguardi degli "abitanti" di una realtà desolata. Egli impara, così, ad anteporre la conoscenza dei soggetti all'urgenza di far loro un ritratto fotografico, tanto che i suoi scatti diventano il racconto di storie e stili di vita, immagini delle sue nuove convinzioni e della sua compassione per il mondo.

In esposizione a Roma vi sono cinquanta scatti dell'artista, i cui soggetti sono persone senza fissa dimora, emarginati incontrati per le strade dell'Europa e degli Stati Uniti. Queste persone, prive delle "carinerie del decoro sociale", sono per Jeffries dei sopravvissuti: essi devono sopravvivere al di fuori del nostro sistema, e questa lotta per la sopravvivenza è visibile sui loro volti. Dando vita a quegli sguardi, a quelle espressioni e a quelle sofferenze, il fotografo ha l'intento di "urlare l'ingiustizia", con la speranza di "scattare un fotogramma che abbia alla fine il potere di influenzare... di rendere l'attenzione dello spettatore abbastanza forte da voler conoscere di più".

Quell'intento etico si esplica nella rappresentazione unica che Jeffries ci regala. Il suo stile, particolarmente attento al trattamento delle luci e delle ombre, assume i caratteri di veri e propri ritratti "dipinti". I suoi lavori sono intensi, graffianti, profondi. Ogni scatto è il racconto di una storia, il grido disperato di un uomo o di una donna, che lotta per esistere. La sofferenza rappresenta il soggetto principale del lavoro di Jeffries, ed essa si manifesta attraverso le scelte stilistiche del fotografo: grazie all'accurato utilizzo del bianco e nero, alla prevalenza della semplice inquadratura frontale dei volti e ai numerosi giochi di luce, egli riesce a dare un senso di "estraneità" ai suoi soggetti, quasi appartenessro ad un'altra realtà; l'utilizzo di sfondi monocromatici scuri, inoltre, non fa altro che aumentare quel senso di abbandono, collocando le figure in un mondo senza tempo e senza spazio. A ciò si aggiunge la forte connotazione spirituale che contraddistingue le fotografie di Jeffries: la luce che invade le scene dei suoi ritratti è una luce mistica, sovrannaturale, simile a quella dei quadri sacri degli artisti di epoca rinascimentale e barocca. Sofferenza e spiritualità diventano, negli scatti di Jeffries, veri e propri sinonimi, due facce della stessa particolare moneta. 

Eppure, nei volti dei soggetti degli scatti esposti si delinea con forza la presenza delle più disparate emozioni: Jeffries rappresenta così una moltitudine di diverse sensazioni ed espressioni, dalla disperazione alla fierezza, dalla sfiducia allo stupore, arrivando anche a tratteggiare, con incredibile maestria, la grazia femminile, l'orgoglio e la sensibilità dei suoi soggetti. In questo modo, egli restituisce loro umanità, sottolineando come, seppur nella loro "estraneità", essi rimangano parte del tutt'uno che popola questo pianeta. Toccanti e profonde, tra gli scatti in mostra, sono scene come quella del bambino che tiene per mano un'ombra, di cui non sapremo mai l'identità, come se non ne possedesse in realtà una, o, ancora, la figura di un uomo che tiene il proprio volto tra le mani, segno della sua disperazione profonda.

È così che Lee Jeffries colpisce l'animo dei visitatori: i suoi scatti sono simili a melodie in grado di evocare sensazioni, riflessioni ed umori Egli dà vita ad immagini di forte impatto, belle e strazianti allo stesso tempo. Visitando la sua esposizione, posando lo sguardo sui volti e sugli sguardi rappresentati, sembra impossibile non scavare dentro se stessi, quasi come se quelle fotografie fossero specchi dell'anima, moniti profondi che ci invitano a riflettere anche su noi stessi.

Luca Virgillito 


ORARI
Martedì-domenica 10.00-20.00; la Biglietteria chiude alle ore 19.00

BIGLIETTI
Intero €7,50; ridotto € 6,50; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

ENTI PROPONENTI
Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale; LoolitArT

MOSTRA A CURA DI
Giovanni Cozzi

ORGANIZZAZIONE
Zètema Progetto Cultura

SPONSOR MOSTRA
Epson e Plastifoto

SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI
ACEA, Banche tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, Unicredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; Lottomatica; Vodafone; Finmeccanica

CON IL CONTRIBUTO TECNICO DI
Atac; La Repubblica

INFO
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) www.museodiromaintrastevere.it - www.060608.it


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