giovedì 28 marzo 2013

TREND – nuove frontiere della scena britannica – XII edizione


2 – 14 aprile 2013
rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco

2– 3 aprile 2013 5 – 6 aprile aprile 2013
Argot Studio TSI La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello 
BRAVO CON LE PERSONE SETTE MELODIE PER FLAUTO 
(GOOD WITH PEOPLE) (SEVEN TUNES ON THE FLUTE)


di David Harrower di Sam Hall
con Vanessa Scalera e Tiziano Panici con Antonella Attili, Caterina Bertone, Daniela Duchi, Michela Giamboni, Xhilda Lapardhaja, Daniela Natali, Dajana Roncione, Pio Stellaccio, Isabella Tedesco, Zoe Zolferino
regia Tiziano Panici regia Paolo Zuccari


7 – 8 – 9 – 10 aprile 2013
Accademia degli Artefatti / Teatro della Tosse
TIM CROUCH A PEZZI
di Tim Crouch
(MY ARM)
con Matteo Angius e Emiliano Duncan Barbieri
(BANQUO) (dal “Riccardo III”)
con Enrico Campanati
(PEASEBLOSSOM) (dal “Sogno di una notte di mezza estate”)
con Matteo Angius
regia Fabrizio Arcuri


11 - 12 aprile 2013 13 – 14 aprile 2013
Mixò / I.E.T. Independent English Theatre
e Compagnia Teatrale SOFIS Ass. Teatro C/R – Ass. Olinda

STOCCOLMA ESSERE NORVEGESI
(STOCKHOLM) (BEING NORWEGIAN )

di Briony Lavery di David Greig
con Vincenzo De Michele e Ketty Di Porto con Roberto Rustioni e Elena Arvigo
regia Marco Calvani regia Roberto Rustioni
La manifestazione è realizzata con il sostegno di
Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico
TREND nuove frontiere della scena britannica


Cinque testi contemporanei, tre autori inglesi, due scozzesi, quattro quarantenni e una over sessanta. Un gruppo di amici universitari, un valoroso generale di shakespeariana memoria, tre ritratti ravvicinati e non classificabili di coppie sentimentalmente imperfette. Sono questi solo alcuni dei numeri, dei generi identitari di una rassegna, "Trend", che nella sua dodicesima edizione - realizzata come sempre col sostegno di Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, e con supporto del British Council - attraversa il panorama complesso e vario della drammaturgia inglese dell’ultimo decennio, con la curiosità e l’ostinatezza di chi vuole puntare lo sguardo altrove, al di là di quotidiane e miopi visioni, alla ricerca di messe a fuoco di un qualunque senso nuovo. Con una trasversalità di approcci che sceglie fisionomie, sonda terreni, soppesa linguaggi, restituendoci il quadro scombinato di una realtà che sembra guardare sempre di più all’interiorità. 

E quindi, nello specifico, guarda all’instabilità di relazioni scomodamente equilibrate fra generazioni, come avviene in "Good with People" di David Harrower, alla fragilità di solitudini che si riconoscono a fatica e a fiuto, in "Being Norwegian" di David Greig, e alla deformante normalità di coppie guastate dentro in modo impercettibile, in "Stockholm" di Bryony Lavery. E, ancora, guarda all’imprevedibilità, talvolta ossessiva, di rapporti soggetti al cambiamento nel tempo, in "Seven Tunes on a Flute" di Sam Hall, e al lacerante isolamento di un uomo solo che racconta una tragedia vista dalla condizione del margine, in "Banquo" di Tim Crouch. Il tutto alimentato da scritture eterogeneamente modulate, che proprio nella diversità delle proposte riscoprono una densità a volte complementare di accenti, una rotondità alterna di battute, una secchezza quasi permanente di retroscena e sottotesti, una direi costante tensione paradossale che tutto accomuna e che tutto lascia in disordine. 
Rodolfo di Giammarco



2 - 3 aprile
Argot Studio

BRAVO CON LE PERSONE
(GOOD WITH PEOPLE)
di David Harrower

traduzione di Natalia di Giammarco
con Vanessa Scalera e Tiziano Panici
progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Marco Scattolini
costumi ed elementi di scena Marta Genovese 
organizzazione Katia Caselli 
con il contributo artistico di Alice Spisa e Francesco Frangipane
regia Tiziano Panici


J’accuse...! Citando le parole del giornalista e scrittore francese émile Zola, il giovane Evan Bold ritorna nella vita della signora Helen Huges come un colpo di pistola. 

La stessa locuzione che liberò l’ufficiale francese Dreyfus dalle accuse mosse a suo carico in uno dei più famosi casi giudiziari della storia europea, sembra essere usata da questo giovane uomo per ribaltare gli esiti di un passato troppo scomodo e assolversi dalla colpa di un torto inflitto al giovane Jack Huges, figlio della donna. 

Helensbourgh è la piccola cittadina che ha racchiuso il segreto di Helen per quasi dieci anni. Un fatto invisibile ed inquietante, nascosto nei suoi ricordi, le ha sconvolto la vita e colui che ha causato il suo tormento riappare dopo tanto tempo innescando un meccanismo di tensione che è destinato a deflagrare e che azzererà tutto improvvisamente, come una bomba. 

L’autore del grande successo Blackbird, torna ad occuparsi di un caso morale senza porre alcun giudizio nella vicenda. Sembra voler lasciare il pubblico nella difficoltà etica di attribuire un giudizio alla vicenda narrata, ma non lascia appigli sufficienti a garantire la sicurezza interiore di chi osserva. Anzi alimenta l’incertezza e sposta continuamente l’asse dell’empatia nei confronti dei due protagonisti, ribaltando continuamente il ruolo di chi infligge la colpa e di chi la subisce.

Sullo sfondo la ferita interna e ancora aperta di una nazione che si divide a sua volta tra gli uomini che ne vogliono difendere il valore attraverso il “nobile” uso della forza e chi affronta urlando una classe sociale asservita ed incapace di non arrendersi al giogo del potere. 


5 – 6 aprile 
TSI La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello

SETTE MELODIE PER FLAUTO 
(SEVEN TUNES ON THE FLUTE)
di Sam Hall

traduzione di Valentina Rapetti
con Antonella Attili, Caterina Bertone, Daniela Duchi
Michela Giamboni, Xhilda Lapardhaja, Daniele Natali
Dajana Roncione, Pio Stellaccio, Isabella Tedesco, Zoe Zolferino
abiti di scena Marta Genovese
collaboratore artistico Daniele Paoloni
regia Paolo Zuccari

Le vite di un gruppo di amici universitari cambiano radicalmente corso quando David, giovane pittore sulla soglia della celebrità, ha un incidente stradale e va in coma per oltre dieci anni. Rispetto a questo evento principale passato presente e futuro si alternano raccontando le vicende dei personaggi del gruppo, in un arco temporale di trenta anni. I loro amori, le delusioni, i ritorni imprevisti. 

Un originale linguaggio teatrale riesce a raccontare i punti di vista diversi della memoria di ciascuno. Il tempo ha trasformato, pian piano, la loro percezione del passato. Un passato con gli anni sempre più diverso, lontano, e fortemente personale. L’amore stesso, che lega molti di loro, non sembra mai fermarsi in un punto preciso. Finché alla fine, in una coppia, si manifesta nel suo aspetto più assoluto e impossibile. Un puzzle feroce di ricordi. La soggettiva di una generazione. 


7 – 8 – 9 – 10 aprile
Accademia degli Artefatti / Teatro della Tosse

TIM CROUCH A PEZZI
(7 aprile)
MY ARM

traduzione di Luca Scarlini
con Matteo Angius e Emiliano Duncan Barbieri
cura degli ambienti Diego Labonia
video Lorenzo Letizia
regia Fabrizio Arcuri

My arm è il monologo di un trentenne che ha sfidato se stesso e le proprie possibilità e la propria noia, e quella universale: dopo aver dimostrato di riuscire a stare per quattro mesi senza andar di corpo e per un periodo più o meno ugualmente lungo senza parlare, un giorno porta un braccio sopra la testa e prova a verificare per quanto tempo riuscirà a tenercelo…e ora vive e muore del suo braccio reso inattivo, arto ucciso, ma insieme unico superstite al resto del corpo. ‘L’uomo del braccio’ racconta la sua storia prendendo a prestito dagli spettatori foto, chiavi, accendini che raffigurano luoghi o personaggi cui però non rimandano affatto, e che diventano scenario e protagonisti di un suo spettacolo personale (ripreso da una telecamera live e proiettato): ecco un teatro ulteriore, un mondo ulteriore e un linguaggio che raccontano una storia tanto vera e per questo impossibile, manipolando la realtà e mettendola a servizio di una rappresentazione che però non ha nulla da raccontare.



(8 aprile)
BANQUO (dal “Riccardo III”)
traduzione di Pieraldo Girotto
con Enrico Campanati
regia Fabrizio Arcuri

Banquo è una tragicommedia del drammaturgo britannico Tim Crouch, che racconta la tragedia shakespeariana Macbeth, da un punto di vista diverso da quello canonico. Protagonista della vicenda è Banquo, generale dell’esercito scozzese di Re Duncan, che viene ucciso da tre sicari ingaggiati da Macbeth per eliminare un pericoloso avversario nella salita al trono. Il racconto di Crouch prende il via da questo momento, Banquo muore e torna come fantasma diventando il protagonista/testimone dell’intera vicenda. Testimone impassibile degli intrighi e delle follie di palazzo non può far niente per impedire che il destino dei diversi personaggi si compia. Racconta gli omicidi, la violenza, la follia e le guerre che si susseguono aumentando l’efferatezza e l’orrore degli eventi, analizzando i comportamenti dei diversi personaggi senza mai giudicarli se non in maniera tollerante. Il fantasma del generale scozzese si domanda cosa sarebbe successo se fosse ancora vivo e se al posto di Macbeth ci fosse stato lui. Si chiede se avrebbe compiuto le stesse azioni e lo domanda al pubblico. Analizza il fascino e l’ossessione del potere, cercando di capire se a dominare i sentimenti umani è il desiderio di raggiungerlo o la paura di perderlo. Il sangue macchia il suo vestito bianco. Sul palco c’è anche suo figlio Fleance, scampato all’agguato organizzato da Macbeth e costato la vita al padre. Fleance, interpretato da un tecnico dello spettacolo Matteo Selis, si limita a osservare con circospezione gli eventi da un angolo del palco con distorsioni elettriche e suoni amplificati. Un’ossessione, quella del potere, che diventa come tutte le fissazioni quasi comica, perché innesta meccanismi e logiche stupide per le persone razionali.


(9-10 aprile)
PEASEBLOSSOM (dal “Sogno di una notte di mezza estate”)
traduzione di Pieraldo Girotto

con Matteo Angius
regia Fabrizio Arcuri

Il “Sogno di una notte di mezza estate” è visto qui attraverso gli occhi di un bambino, un bambino confuso che si fa domande sull’immagine e sul senso dell’amore adulto così come lo rappresenta Shakespeare. I personaggi, nella raccolta di monologhi “I, Shakespeare” (“I, Malvolio”, “I, Banquo”, “I, Caliban”, “I, Peaseblossom”), combinano la missione di dire la storia del loro testo con una chiave che appartiene lucidamente alla riflessione delle figure e degli scenari contemporanei. A testimoniare che Tim Crouch è, sì, autore, attore e regista odierno di teatro, e di cultura performativa, ma è anche, come pochi, un professore shakespeariano.



11 – 12 aprile
Mixò / I.E.T. Independent English Theatre
Compagnia Teatrale SOFIS

STOCCOLMA 
(STOCKHOLM)

di Bryony Lavery
traduzione di Marco Calvani e Sandra Paternostro
con Vincenzo De Michele e Ketty di Porto
consulenza musicale Diego Buongiorno
aiuto regia Sandra Paternostro
assistenti alla regia Letizia Letza e Alberto Alemanno

regia Marco Calvani

Oggi è il compleanno di Todd. Kali sembra aver pensato proprio a tutto pur di festeggiarlo in maniera indimenticabile. Due bottiglie di champagne nel frigorifero e una cena romantica a base di pesce coroneranno una giornata cominciata deliziosamente. Fuori la dolce primavera pronta a sbocciare. 

Todd e Kali sembrano formare una moderna coppia perfetta. Sono emotivamente aperti, sessualmente intensi e fieri della loro casa e del loro prossimo progetto: una vacanza a Stoccolma, una città che li attrae magneticamente. 

Ma qualcosa durante la serata va storto e l’entusiasmo lentamente si spegne lasciando spazio al dubbio e ai sospetti e rivelando la vera e contorta natura della loro relazione. Attraverso carezze e cattiverie, baci e insulti, ricordi e bugie, Todd e Kali diventano protagonisti di un gioco al massacro dove entrambi si rivelano ostaggi l’uno dell’altra, dove la verità è un’arma a doppio taglio e la fiducia un caldo veleno.


13 – 14 aprile 
Associazione Teatro C/R – Associazione Olinda

ESSERE NORVEGESI 
(BEING NORWEGIAN)
di David Greig

traduzione di Valentina De Simone
con Elena Arvigo e Roberto Rustioni
regia Roberto Rustioni


Desidero ringraziare per il sostegno la compagnia Fattore K e per l'aiuto e la consulenza Marta Gilmore, Margaret Rose e Paolo Calafiore

David Greig, drammaturgo e sceneggiatore nato ad Edimburgo nel 1969, è uno degli esponenti di punta del nuovo teatro scozzese. E' un'area drammaturgica che spesso si interroga sul senso di identità nazionale e culturale, Greig in particolare esplora la questione dell'identità nella sua matrice politico-sociale,linguistica e soprattutto umana, l'aspetto che mi interessa di più.

Gli stereotipi culturali e comportamentali ci aiutano nelle relazioni? Cosa ci definisce? La tua identità è “nazionale”? Ti sostiene veramente nei rapporti interpersonali?Oppure l'identità è qualcosa che deve essere reinventato di volta in volta in risposta a ciò che è “altro” da te? “Being Norwegian” ci parla di tutto questo con delicatezza ed ironia.

Una notte, in Scozia , ai nostri giorni. Un uomo di circa 40 anni ed una donna sui 30 anni si incontrano per caso. Lei dice che viene da un altro Paese, non è di lì come lui.

Uno spazio ed un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura.
La situazione è precaria,i due provano ad entrare in contatto. Ci riusciranno?

David Harrower è nato a Edimburgo nel 1966. Drammaturgo.
La sua prima commedia, Knives in Hens (1997), è stata prodotta al Traverse Theatre di Edimburgo, nel 1995. È anche autore di Kill the Old Torture Their Young (1998), di The Chrysalids (1999), tratto dal romanzo di John Wyndham, per il progetto Connections del National Theatre, e di Presence (2001), in prima al Royal Court Theatre.
Harrower vive a Glasgow. Prima di 365, presentato nel 2008, ha battezzato nel 2005 a Edimburgo, con la regia di Peter Stein, Blackbird, il suo testo più acclamato, commissionato dal Festival Internazionale scozzese, poi replicato con successo al Teatro Albery di Londra, con produzioni in tutto il mondo, e anche da noi in Italia, ed è coinvolto attualmente nelle sceneggiature di due film, uno dei quali è la versione cinematografica di Blackbird. E’ anche alle prese con un adattamento di Schnitzler. In passato Harrower ha già adattato Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello, Ivanov di Cechov, Woyzeck di Buchner, e testi di von Orvath, Schiller, Brecht. E ha tradotto Jon Fosse.

Sam Hall giovane autore londinese, tra le sue opere più recenti He Said, she Said rappresentato al Landor Theatre di Londra e Pretty boy rappresentato al White Bear Theatre dove ha riscosso un incredibile successo di pubblico, diventando drammaturgo di riferimento della compagnia dell’omonimo teatro.


Tim Crouch, è un talentuoso drammaturgo e performer inglese, i cui lavori sono stati messi in scena in tutto il mondo. Il successo di Tim Crouch nasce con la sua pièce, England, acclamata dalla critica dell'Edinburgh Festival che, nel 2007, gli assegna il primo premio. 
La sua prima opera, My Arm, è stata presentata al Traverse Theatre di Edimburgo nel 2003, da allora è stata messa ripetutamente in scena a Londra (al BAC) e a New York (59E59) come esponente dei Brits Off Broadway..
La seconda pièce di Tim è An Oak Tree, che ha debuttato nell'agosto del 2005 e ha vinto il Glasgow Herald Angel Award, da allora ha girato tutto il mondo uscendo dall'Off - Broadway per essere rappresentata al Barrow Street Theatre di New York. I lavori di Crouch rimandano per molti aspetti a certi esiti della perfomance art, territorio a cui l'autore torna anche più esplicitamente con lo spettacolo An Oak Tree ispirato ad un'opera dell'artista britannico Michael Craig-Martin e, non a caso, è stato presentato alla Tate Modern. Altre opere: The Author (2010), e poi i monologhi di I, Shakespeare (su Malvolio, Banquo, Calibano, Fiordipisello).


Bryony Lavery teatrante nel senso più completo della parola si occupa di scrittura, regia, recitazione, teatro per ragazzi, cabaret, ed è stata anche titolare di una cattedra di drammaturgia all’università di Birmingham.


David Greig è nato a Edimburgo nel 1969. Nel 1990 ha iniziato a lavorare con Graham Eatough e Nick Powell fondando il Suspect Culture al Fringe di Edimburgo. Ha scritto e diretto cinque spettacoli ed è stato due volte nominato per il premio teatrale Student Guardian, e ha vinto uno Scotsman Fringe First per Stalinland. Nel 1993 si trasferisce a Glasgow, e riceve i primi incarichi professionali dal Traverse Theatre e dal Royal Court Theatre di Londra. Da allora ha scritto molte opere, la maggior parte dei quali hanno debuttato in Scozia. La prima produzione principale è per Europe, presso il Traverse nel 1996. Ha lavorato a lungo con drammaturghi in Palestina, Egitto, Siria, Libano, Tunisia e Marocco. Dal 2006 Harrower è stato membro del consiglio del Traverse Theatre di Edimburgo. Vive a Fife. Tra i suoi testi, The Architect, The Speculator, Outlying Islands, San Diego, Damascus, Midsummer, The Strange Undoing of Prudencia Hart, The Monster in the Hall. 


TREND
nuove frontiere della scena britannica
XII edizione

Direzione Artistica: Rodolfo di Giammarco
Organizzazione Generale: Carlo Emilio Lerici
Ufficio stampa: Paola Rotunno e Margherita Fusi
Direttore Tecnico: Loris Pioppo
Orario spettacoli tutte le sere alle ore 21,00
Prezzi posto unico € 10
Informazioni e prenotazioni 06 5894875
Teatro Belli – piazza Sant'Apollonia, 11a – (trastevere)




La manifestazione è realizzata con il sostegno di

Roma Capitale - Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico


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