mercoledì 30 gennaio 2013

Speranze

Mostra fotografica di Enzo Figliolia
Dal 21 al 27 Gennaio 2013


Speranze

Portico Alfano I, Palazzo Arcivescovile 
Largo Plebiscito, Salerno

Varcando la soglia dell’ambiente dove è stata allestita la mostra del giovane Enzo Figliolia si comprende subito che ci si trova dinanzi ad un’esposizione innovativa. 

Il lungo corridoio che si presta ad accogliere le foto scattate è la location ideale per dare risalto ai soggetti raffigurati dal noto fotografo salernitano. Sono tutti ritratti di anziani, uomini e donne il cui percorso di vita sta volgendo al termine ma che, proprio per questo motivo, possono offrire un messaggio alle nuove generazioni. È lo stesso Figliolia che ci spiega come è nato questo progetto e qual è il suo intento: «Questa mostra è nata grazie alla proposta di un amico. Inizialmente il luogo scelto per l’allestimento era altrove e soprattutto l’intento era quello di organizzare un evento durante il periodo natalizio. Poi le cose sono andate diversamente e sono felice di aver avuto la possibilità di esporre le mie foto nel Palazzo Arcivescovile della mia città perché credo che sia il posto più adatto».

Singolare la scelta di eleggere come destinatari degli scatti gli anziani ed è naturale chiedere all’artista il perché della sua volontà: «Non è la prima volta che concentro la mia attenzione su tali soggetti. In passato ho avuto modo di allestire una mostra fotografica il cui protagonista era mio nonno e soprattutto il mestiere che svolgeva, quello del calzolaio. Sono affascinato da queste figure mature perché credo che la nostra generazione possa solo imparare da loro. Ho voluto concentrare la mia attenzione su persone anziane che vivono l’ultimo capitolo della propria esistenza in una casa di riposo. Ho scattato le fotografie evitando di disturbare la loro privacy: da lontano, con il mio obiettivo, ho cercato di cogliere i momenti salienti della loro quotidianità. Non ho visionato subito i miei scatti, l’ho fatto dopo circa una settimana, però quando ho avuto modo di vedere le fotografie ho capito che non potevo escludere nessuna di esse». 

Le foto sono accompagnate da pensieri che esprimono al meglio lo spirito in cui nasce questa mostra; a scriverli sono Nadia Farina, amica della famiglia Figliolia e celebre artista dalle origini milanesi e Michele Calocero, amico e collega di Enzo: entrambi colgono la vera essenza dell’arte fotografica nonché gli intenti dell’autore degli scatti e ciò accade proprio perché sia la Farina che Calocero sono riusciti a percepire la reale anima e l’autentica finalità della mostra. 
Tutte le immagini sono volontariamente in bianco e nero perché i colori avrebbero fatto perdere l’essenza degli scatti, la concreta realtà di quell’attimo fermato dall’obiettivo nella sua unicità e i volti stanchi, sofferenti, ritrosi, pensierosi degli uomini e delle donne che sono diventati protagonisti senza saperlo e che hanno tanto da insegnare, soprattutto la speranza. 

Il background di chi ha già tanto vissuto non si esplica esclusivamente nei moniti e nelle esperienze che lo hanno reso ciò che è, la preziosità dell’anziano è nel messaggio che inconsapevolmente fornisce a quelle generazioni cosiddette del domani che spesso quel domani continuano a rimandarlo perché semplicemente non lo vedono così prossimo. Visi coperti dalle rughe, solchi profondi a cui corrispondono storie antiche, sofferenze, stenti, privazioni ma anche gioie, risate, allegria, una serie di emozioni raccolte e visibili non appena si incontra lo sguardo di uno di questi soggetti. Nessuno di loro immagina che il proprio ritratto verrà osservato da numerose persone che di certo scorgeranno in quelle espressioni degli insegnamenti che solo la vita concreta può dare. 

C’è chi sorride inconsapevolmente verso la macchina fotografica, chi invece è seduto su una panca e con gli occhi stanchi guarda l’orizzonte interrogandosi su cosa è stata la propria vita, c’è un gruppetto di anziani che, ad un occhio distratto, sembra godere della compagnia del prossimo ma che in realtà è assorto nei propri pensieri e vive ogni giorno in attesa che passi in fretta. C’è un uomo che con fare stanco appoggia il capo sul braccio e resta assorto in una silenziosa preghiera e c’è la vecchina che mostra col suo sorriso sghembo il crocifisso di una corona che sicuramente le avrà offerto tante volte consolazione e forza nel corso della sua vita. 

La stanca serenità di donne la cui bellezza giovanile appare adesso sfiorita ma non per questo meno interessante: ogni volto è un libro, una storia da raccontare a chi ha la capacità di ascoltare senza pregiudizi e senza fretta ma solo con la voglia di apprendere e di cogliere soprattutto il messaggio di speranza che si cela dietro ogni personaggio raffigurato. Quella speranza difficile da possedere in un periodo in cui c’è ben poco che fa sperare ma che è indispensabile se i giovani intendono costruire qualcosa nel proprio cammino di vita. Essere pieni di speranza richiede coraggio, determinazione, capacità di affrontare gli ostacoli con la consapevolezza che le vecchie generazioni sono le uniche che possono insegnarci a vivere. 

francesca salvato

Dal 21 al 27 Gennaio 2013
“Speranze”
Portico Alfano I, Palazzo Arcivescovile 
Largo Plebiscito, Salerno
Orari: 10.00/13.00 – 17.00/21.00
Ingresso gratuito 

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