28 maggio 2012
ore 21.45
TEATRO QUIRINETTA
Come fu che in Italia
scoppiò la rivoluzione
ma nessuno se ne accorse
- un vero e proprio dramma sociale –
di Davide Carnevali
con
Raimondo Brandi, Luca Di Prospero, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Maddalena Monti
regia
Eleonora Pippo
scene
Francesco Ghisu
costumi
Chiara Sabatini
assistente alla regia
Domenico Zucaro
foto di scena
Tiziana Lorenzi
distribuzione
Codici Sperimentali
Spettacolo vincitore del premio Scintille 2010 – Asti Teatro Festival
Opera vincitrice del IV Premio Borrello alla nuova drammaturgia 2011
Coproduzione Calibro2 Pubblico Teatro – il Mulino di Amleto
in collaborazione con Asti Teatro 33
“Come fu che in Italia Scoppiò la rivoluzione” di Davide Carnevali - In una futura Italia del 2161 si narra di un passato molto simile all’eterna condizione di immobilità in cui il nostro paese è immerso. Molti sussurrano che le cose non siano sempre andate così.
Attraverso una fantomatica tesi di laurea, una fantomatica tesista sostiene che in Italia sia avvenuta una rivoluzione. Ma che sia stata dimenticata, o fatta passare sotto silenzio. Seguendo il filo conduttore di una tesi scomoda, sul palco si alternano vari ospiti che riportano la loro testimonianza attraverso ricordi, racconti, ritagli di giornale, spezzoni video e documenti d’epoca.
«Ho letto per la prima volta il testo di Carnevali seduta in un centro commerciale, in agosto, con il Mac sulle ginocchia.» - dichiara Eleonora Pippo, regista dello spettacolo - «La lettura ha immediatamente evocato in me il sottotitolo: "i cowboys laureati".
Quando lavoro sono sempre molto impulsiva, passionale, e considero i miei conflitti interiori come il materiale edilizio, le fondamenta di ogni nuovo spettacolo.
Anche questa volta, quindi, mi sono trovata a dover fare i conti con questa intuizione che si riferiva ossessivamente all'immagine che avevo di un'Italia futura come in un redivivo Far West: un luogo di possibilità e di conquista universalmente radicato nell'immaginario collettivo e però lontano dalla nostra identità nazionale.»
«L’Italia è un paese che soffre.» - afferma il giovane autore, che da tempo vive e lavora soprattutto all’estero - «Soffre di svariate forme di alterazione fisiologica del sistema. Questo stato di alterazione riguarda in particolare due componenti fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo: la memoria e il linguaggio. … Sarebbe davvero possibile una rivoluzione? Esiste ancora una coscienza politica? E quella sociale? Per quale motivo la parola “comunismo”, la cui radice etimologica è associata all’idea di “comunità”, “comunione”, è diventata un tabù? E per quale motivo la parola “liberismo” viene utilizzata come sinonimo di “libertà”? Cinque persone cercano di fare luce sulla storia come è effettivamente stata, e non come è stata raccontata; sono i nipoti dei protagonisti di quella Storia: politici, rivoluzionari, controrivoluzionari, intellettuali, ma anche comuni cittadini che si mantengono alla larga dalle lotte politiche. Questi cinque discendenti di una generazione perduta provano a fare memoria sul passato attraverso i ricordi, i racconti di famiglia, vecchie fotografie, ritagli di giornale, spezzoni video e documenti d’epoca. Il tutto rigorosamente falso.»
“Piace la fantapolitica teatrale... Il testo intelligente... è stato reso molto bene dalla giovane regista Eleonora Pippo, che ha escogitato un fuoco di fila di invenzioni ottimamente interpretate dai giovani attori "
LA STAMPA, 1 marzo 2011
“Un clima da far West, un gruppo di attori ‘mercenari’...
I giovani attori, diretti da Eleonora Pippo, si dimostrano bravissimi nell'impresa, tenendo viva l'attenzione con ritmo e mestiere...
...uno spazio scenico assolutamente indovinato.
Un bel segnale di vitalità da parte del teatro italiano."
LA GAZZETTA DI ASTI, Febbraio 2011
“... Lavoro lucido e divertente che incanta con continue perle ”
DIARIO24NOTIZIE.COM, Aprile 2011
INTERVISTA ALLA REGISTA, ELEONORA PIPPO
Gazzetta di Asti, 25 febbraio 2011
Come nasce l'idea dello spettacolo?
Avevo incontrato qualche tempo fa Davide Carnevali al Festival Quartieri dell'Arte di Viterbo, entrambi stavamo presentando lì un nostro lavoro: sono nati così la stima reciproca e il desiderio di lavorare insieme. Quando con Il Mulino di Amleto abbiamo saputo del Concorso Scintille, abbiamo chiesto a Davide di collaborare e siamo arrivati a Come fu che in Italia scoppiò la rivoluzione ma nessuno se ne accorse.
Quale è stata la molla che ti ha spinto a dirigerlo?
La fiducia incondizionata di e in un gruppo di attori che già conoscevo e la modernità del tipo di scrittura di Carnevali, che mi hanno premesso di lavorare liberamente come Calibro2 Pubblico Teatro, la mia compagnia.
Quali difficoltà hai incontrato durante la lavorazione?
Ho letto per la prima volta il testo di Carnevali seduta in un centro commerciale, in agosto, con il Mac sulle ginocchia.
La lettura ha immediatamente evocato in me il sottotitolo: "i cowboys laureati".
Quando lavoro sono sempre molto impulsiva, passionale, e considero i miei conflitti interiori come il materiale edilizio, le fondamenta di ogni nuovo spettacolo.
Anche questa volta, quindi, mi sono trovata a dover fare i conti con questa intuizione che si riferiva ossessivamente all'immagine che avevo di un'Italia futura come in un redivivo Far West: un luogo di possibilità e di conquista universalmente radicato nell'immaginario collettivo e però lontano dalla nostra identità nazionale..
Quali sono i tuoi modelli di riferimento?
Sicuramente il teatro inglese e i suoi autori come Caryl Churchill e Peter Gill che ho avuto il piacere di conoscere e rappresentare al quale ho portato dall’Italia un soprammobile a forma di Colosseo che lui ha particolarmente apprezzato. Riconosco l'immediatezza e la semplicità della drammaturgia americana e l'originalità di registi come Peter Sellars o Bob Wilson, l'umanità di Strehler e la spettacolarità degli allestimenti di Ronconi. Ma soprattutto vado pazza per Nico and the Navigators, Raffaello Sanzio e ViaNegativa, una compagnia di Lubiana con la quale condivido collaborazioni e formazione.
Qual'è la situazione attuale del teatro italiano e quali strade andrebbero intraprese per tutelarlo?
Il pubblico, che è sempre più variegato, a differenza di quanto si creda ha ancora molte aspettative: novità, interazione, ma soprattutto vuole emozionarsi. Quando metto in scena i miei spettacoli il mio unico desiderio è che gli spettatori provino la complessità dei sentimenti che provo io quando vado al concerto di gruppi come i Tre Allegri Ragazzi Morti che vanno dritti alla spina dorsale senza passare dalla mente.
Spesso mi domando di che cosa ha bisogno lo spettatore: forse di vedere realizzato quello che non può fare?
NOTE DELL' AUTORE, DAVIDE CARNEVALI
L’Italia è un paese che soffre.
Soffre di svariate forme di alterazione fisiologica del sistema. Questo stato di alterazione riguarda in particolare due componenti fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo: la memoria e il linguaggio.
Memoria e linguaggio sono le due funzioni portanti del processo di costruzione della storia, e della Storia. Il linguaggio, in quanto codice di interpretazione, permette di rielaborare il materiale dell’esperienza attraverso il racconto, il logos, l’organizzazione del pensiero; una volta ordinata, l’esperienza rielaborata nel racconto si stratifica costituendo appunto il corpo della memoria. Tanto del singolo come della collettività.
È evidente che una disfunzione a livello di linguaggio comporta un’alterazione nel sistema di rielaborazione dei dati, compromettendo dunque anche il buon esercizio della memoria. L’Italia è ancora un paese? È diversi paesi? Che ne sarà dunque della nostra storia? O, peggio ancora: cosa ne è già stato?
In un futuro molto simile al presente si narra di un passato molto simile all’eterna condizione di immobilità in cui il nostro paese è immerso. Molti sussurrano che in Italia le cose non siano sempre andate così. Qualcuno sostiene che una volta l’Italia fosse un paese unito, e non fosse diviso in tanti piccoli stati, tante piccole comunità, tanti piccoli individualismi, come ora. Qualcuno sostiene che ci sia stata una rivoluzione ma che sia stata dimenticata, o fatta passare sotto silenzio. Molti altri pensano che questi siano solo racconti di fantasia. In fondo, si tratta solo di parole.
Ma sarebbe davvero possibile in Italia l’unità amministrativa? E sarebbe davvero possibile una rivoluzione? Esiste ancora una coscienza politica? E quella sociale? Per quale motivo la parola “comunismo”, la cui radice etimologica è associata all’idea di “comunità”, “comunione”, è diventata un tabù? E per quale motivo la parola “liberismo” viene utilizzata come sinonimo di “libertà”?
Cinque persone cercano di fare luce sulla storia come è effettivamente stata, e non come è stata raccontata; sono i nipoti dei protagonisti di quella Storia: politici, rivoluzionari, controrivoluzionari, intellettuali, ma anche comuni cittadini che si mantengono alla larga dalle lotte politiche. Questi cinque discendenti di una generazione perduta provano a fare memoria sul passato attraverso i ricordi, i racconti di famiglia, vecchie fotografie, ritagli di giornale, spezzoni video e documenti d’epoca. Il tutto rigorosamente falso.
Questo è un lavoro sulla costruzione di una finta realtà attraverso la trattazione favolistica della memoria. Attraverso la manipolazione del linguaggio.
info: 06 6794585
posto unico € 10
DAVIDE CARNEVALI c.v.
Nato a Milano, vive e lavora tra Berlino e Barcellona, dove è dottorando in Teoria del Teatro presso l'Universitat Autònoma e Institut del Teatre.
All'attività accademica affianca quella di traduttore dal catalano e dal castigliano, e quella di curatore editoriale presso la casa editrice Ubulibri, occupandosi di drammaturgia spagnola e iberoamericana. Scrive inoltre per diverse riviste, tra cui "Hystrio", per cui è critico e corrispondente da Barcellona e Berlino.
Come drammaturgo si forma con Laura Curino, collaborando, in qualità di assistente alla drammaturgia, con Teatro Stabile di Torino, Piccolo Teatro di Milano, e con RAI nell'edizione 2004 del programma Report. Successivamente segue i corsi di Carles Batlle presso la Sala Beckett e l'Institut del Teatre de Barcelona; amplia poi i suoi studi in Spagna e Germania con Martin Crimp, Biljana Srbljanovic, José Sanchis Sinisterra, Hans-Thies Lehmann, John von Düffel, Simon Stephens, Martin Heckmanns.
Nel 2006 è stato invitato alla Biennale dei giovani artisti d'Europa e del Mediterraneo con il racconto MIRACLE BLADE; è stato finalista nell'edizione 2007 del Premio Riccione per il Teatro con SACCARINA; nel 2009 ha vinto il Premio Sassetti Cultura Teatro con CALCIOBALILLA. Con VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRAEPELIN si è aggiudicato nel 2009 il "Premio Marisa Fabbri" al Premio Riccione per il Teatro, e il premio "Theatertext als Hörspiel" al Theatertreffen di Berlino. Il testo è stato inoltre selezionato per il Forum Autori della Biennale di Wiesbaden 2010. Tradotto in tedesco, spagnolo e catalano, è stato presentato in Italia, Argentina e Germania, dove la Deutschlandradio Kultur ne ha prodotto un radiodramma, ospitato al Theatertreffen 2010.
Nel 2011 è vincitore per COME FU CHE IN ITALIA SCOPPIÒ LA RIVOLUZIONE MA NESSUNO SE NE ACCORSE del IV Premio Borrello alla nuova drammaturgia. La rivista Stratagemmi ha pubblicato il testo sul numero 18/2011, con una monografia sull'autore e sullo spettacolo.
ELEONORA PIPPO c.v.
Attrice diplomata alla Scuola del Teatro Stabile di Torino.
REGISTA:
2012 – MANCAMENTI – di e con Elena Arcuri & Eleonora Pippo – Work in progress
2011 – COME FU CHE IN ITALIA SCOPPIÒ LA RIVOLUZIONE MA NESSUNO SE NE ACCORSE di Davide Carnevali Spettacolo vincitore del Premio Scintille '10 Luogo: ASTI TEATRO 32
2010 – ULISSE CHATTA CON GLI DEI, AMLETO GIOCA ALLA PLAYSTATIO, RASKOLNIKOV LEGGE FUMETTI (Dramma) di Villiam Klimàcek Luogo: Quartieri dell’Arte Festival.
2009 – SOTTERRANEO (Dramma) di J. M. Benet i Jornet Luogo: Quartieri dell’Arte Festival, VT 2007 – ITAGLIANI! (Commedia) di Antonella Cilento Luogo: Todi Arte Festival e tournee
2004 – YUMIURA “ (Dramma) di Yasunari Kawabata Luogo: Fondazione Teatro Due Parma
REGISTA E ATTRICE:
2010 – CAMPANA & IL 75° (Dramma/Commedia) - Ruolo: Elsa, Amy di Israel Horovitz –
Luogo: Teatro Testaccio, Rome
2005 – " CINQUE DONNE CON LO STESSO VESTITO ", (Commedia) – Ruolo: La Cinica (Trisha) di Alan Ball – Luogo: In tournée dal 2005 al 2010
ATTRICE:
Dal 2000 ad oggi ha lavorato con Giancarlo Cobelli (L’impresario delle Smirne, Teatro Stabile Torino), Lorenzo Loris (La Mandragola), Carmelo Rifici (Cinque capitoli per una condanna, Teatro Stabile Torino), Tim Stark (Giulio Cesare, Lear, Over Cardiff in gardens blue – Fondazione TeatroDue di Parma), Claudio Longhi, Franco Branciaroli (Giulio Cesare e La Moscheta), Jurij Ferrini e Valerio Binasco.
Da diverso tempo sta perfezionando la sua formazione attoriale e registica presso la compagnia ViaNegativa di Lubiana con la supervisione di Bojan Jablanovec. www.vntheatre.com/en/
Calibro2 Pubblico Teatro
Calibro2 Pubblico Teatro nasce nel 2005 per la produzione e la ricerca nell’ambito della comunicazione teatrale contemporanea. Ha prodotto esclusivamente testi alla prima rappresentazione italiana assoluta. Calibro2 Pubblico Teatro debutta al Festival Quartieri dell’Arte di Viterbo con lo spettacolo “Cinque donne con lo stesso vestito” di Alan Ball, che le vale ad Eleonora Pippo la candidatura al Golden Graal 2006 come miglior regia.
2005 - CINQUE DONNE CON LO STESSO VESTITO di Alan Ball regia Eleonora Pippo candidatura Golden Graal miglior regia. Debutto in prima italiana assoluta al Festival Internazionale di Drammaturgia Contemporanea “Quartieri dell’Arte” di Viterbo. Vanno in scena all'interno della rassegna LET - Liberi Esperimenti Teatrali al teatro Cometa Off di Roma, per il Festival Faccia da Comico 2006 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, al Teatro Sociale di Bellinzona, nel gennaio 2009 al Teatro della Contraddizione di Milano nello stesso anno ancora a Roma al Teatro Testaccio e per Armunia Festival In Equilibrio nel 2009.
2010 - SOTTERANEO di Josep Maria Benet i Jornet, regia Eleonora Pippo per il Festival Internazionale di Drammaturgia Contemporanea “Quartieri dell’Arte” di Viterbo. Tra i traduttori Davide Carnevali, coproduzione Beat '72, Festival OperaEstate di Bassano del Grappa, in associazione con la Sala Beckett di Barcellona, sostegno dell'Institut Ramon Llull - Catalogna – Spagna, collaborazione con Tuscania d'Arte, Officina culturale della Regione Lazio e Festival "Paesaggi di Suoni".
2010 - SPICCIOLI di Peter Gill, regia E. Pippo, TeatroinScatola, Roma con la collaborazione di TeatroinScatola.
2010 – ULISSE CHATTA CON GLI DEI, AMLETO GIOCA ALLA PLAYSTATION, RASKOLNIKOV LEGGE FUMETTI di Villiam Klimacèk in collaborazione con Quartieri dell’Arte Festival e Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
2010 – CAMPANA & IL 75° di Israel Horovitz, regia Eleonora Pippo
2011 – COME FU CHE IN ITALIA SCOPPIÒ LA RIVOLUZIONE MA NESSUNO SE NE ACCORSE di Davide Carnevali, regia Eleonora Pippo in coproduzione con Asti Teatro Festival e Il Mulino di Amleto.
2012 – MANCAMENTI di e con Elena Arcuri & Eleonora Pippo – Work in progress.
IL MULINO DI AMLETO
Il Mulino di Amleto-Teatro degli Appesi nasce a Torino nel 2009, il nucleo base è costituito da attori diplomati presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino.
L’esperienza da cui sono partiti è stata l’incontro con Bruce Myers che ha diretto “Studio su Romeo e Giulietta”, spettacolo prodotto nel 2006 dal Teatro Stabile di Torino, presentato all’interno del Festival delle Colline Torinesi di quell’anno.
Hanno organizzato collaborazioni importanti con Goethe Institut di Roma; Goethe Institut di Torino; Festival Arcipelago Teatro di Porto Venere; coproduzioni con Festival di Viterbo Quartieri dell’Arte, Museo Carale-Accattino di Ivrea.
2008 - Teatro Lo Spazio di Roma, LA BALLATA DEGLI IMPICCATI, regia Marco Lorenzi (vincitore miglior autore - sezione atti unici – Premio Schegge d’Autore 2009)
2009 - Villa Comunale di Frosinone - LA TEMPESTA di W.Shakespeare con Lello Arena, regia Marco Lorenzi, una coproduzione Molise Spettacoli - Bon Voyage Produzioni
- Festival Quartieri dell’Arte di Viterbo, LA STRADA PER BORNHOLM;
- LA STRADA PER LA SVOLTA-DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali, regia Carlo Roncaglia in collaborazione con Goethe Institut di Roma, Festival dei Quartieri Dell’Arte, Accademia dei Folli
- HAUSTHEATER di Hildesheim, TRAFFICO di P. Brodosky, regia Uli Jaeckle, una coproduzione ASPIK Theater
2010 – Festival Porto Venere Arcipelago Teatro 2010, PER ECUBA ovvero IL BANCHETTO DEI MORTI di Francesco Scarrone con Franca Nuti, Regia Marco Lorenzi
2011 – Teatro Out Off di Milano – SORVEGLIATI (un progetto su Jean Genet), regia Marco Lorenzi

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