Dal 9 marzo al 1° luglio 2012
Dalì. Un artista, un genio
Roma, Complesso del Vittoriano
«A 6 anni sognava di diventare cuoco e, a 10, Napoleone; dice di sé stesso: “A quindici anni volevo essere Dalì e lo sono diventato. A 25 anni, volevo diventare il pittore più sensazionale del mondo, e ci sono riuscito”»
Con questa e altre sue frasi celebri, oltre che autocelebrative, ci viene mostrato il grande maestro surrealista nell'innovativa esposizione “Dalì. Un artista, un genio”.
Innovativa principalmente per due motivi, che sono anche i filoni guida di questo progetto; innanzitutto, l'impostazione stessa di questa mostra che non lascia lo spettatore passivo di fronte al quadro nudo e crudo, ma, al contrario, gli permette di entrare nell'universo daliniano attraverso la storia, i viaggi, le stesse parole, di Salvador Dalì (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989), visto non solo come artista ma soprattutto come uomo, con tutte le sue eccentricità, il suo estro e le sue trovate.
La sezione dedicata ai grandi capolavori di Dalì – i suoi quadri, il suo mondo onirico pieno di spazi deserti, sciami di insetti, perle gigantesche, stampelle e orologi che non seguono il fluire consueto del tempo – è infatti preceduta da una sezione altrettanto ampia in cui Dalì si racconta con la sua stessa voce, i suoi travestimenti, le sue teatralizzazioni emanate da diversi monitor intermittenti. Dalì si racconta, sì, ma si fa anche raccontare. Il tunnel di scatti del fotografo russo-americano Philippe Halsmann ci mostra il pittore spagnolo evidenziandone l'elemento più noto: la grandiosità dei suoi baffi. A proposito di questi, Dalì disse: «Gala è l'angelo custode dei miei baffi».
Gala, la musa, l'ispirazione, l'unica donna che Salvador amerà più del suo ego di grande artista.
Ed è proprio lei che, risvegliato l'interesse di Dalì per l'Italia, lo porterà nel nostro paese per la prima volta, nel 1935.
La seconda novità di questa esposizione va ad agganciarsi proprio a questo viaggio, il primo di tanti. Infatti, per la prima volta, grazie all'inedito contributo scientifico realizzato in occasione della mostra sulla cronologia delle relazioni tra l'artista spagnolo e l'Italia, l'esposizione vuole raccontare il rapporto tra Dalì e il nostro paese.
Anche questo aspetto viene analizzato attraverso due sezioni; la prima pone l'attenzione sul dialogo serrato del pittore spagnolo con i grandi maestri del Rinascimento Italiano, dialogo che per Dalì avviene sempre, non solo come ammirazione, ma soprattutto come competizione alla pari, come risulta evidente dalle sue stesse parole: «Ora dipingo, irresistibilmente, come Dalì, il che è già moltissimo, perché tra tutti i pittori contemporanei io sono colui che è maggiormente in grado di fare quel che vuole – e forse un giorno sarò considerato, senza essermelo prefisso, il Raffaello della mia epoca». Per questo Dalì si ritrarrà con il collo del grande pittore rinascimentale e rivisiterà varie opere di Michelangelo, “Pietà” inclusa, perché Dalì vuole essere loro, perché Dalì vuole essere, e sarà, grande.
La seconda sezione dedicata alla stretta relazione tra il pittore spagnolo e l'Italia ci viene proposta attraverso le rievocazioni dei suoi viaggi: Roma, Venezia, ma soprattutto Bomarzo dove visita quei giardini popolati da mostri che influenzeranno tanto profondamente il suo immaginario.
Bellissime fotografie d'epoca, lettere, riviste e oggetti ci portano ancora e più approfonditamente alla scoperta dello scambio fecondo tra il pittore spagnolo e il nostro paese. Gli incontri si susseguono senza sosta: dalla messa in scena con Luchino Visconti di “Rosalinda o come vi piace” di Shakespeare fino al film, mai realizzato, che Dalì sogna di girare con Anna Magnani e a quello su Salvador che Gala propone a Fellini.
Le opere esposte sono 103, accompagnate da altre 100 tra documenti e fotografie.
Una grande mostra e non solo per la quantità.
aurora alma bartiromo
Mostra a cura di:
Montse Aguer, Direttrice del centro per gli studi daliniani alla “Fundació Gala-Salvador Dalì
Lea Mattarella, Docente di Storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Napoli
con la direzione e il coordinamento generale di:
Alessandro Nicosia
Organizzazione e produzione: Comunicare Organizzando S.r.l.
Catalogo: Skira
Costo del biglietto: € 12,50 intero; € 9,00 ridotto
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30
La biglietteria chiude un'ora prima
Per informazioni: tel. 06 / 6780664; www.comunicareorganizzando.it
Prevendite: 199.747.554; www.ticketone.it
Nessun commento:
Posta un commento