venerdì 16 dicembre 2011

Sepolcro degli Scipioni



Riapre al pubblico l’area archeologica del
SEPOLCRO DEGLI SCIPIONI


Chiuso al pubblico dal 1992, questo prestigioso complesso archeologico dell'età repubblicana - nel tratto urbano di via Appia Antica, a poca distanza da Porta San Sebastiano - riapre dopo un periodo dedicato a lavori di consolidamento e recupero promosso dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico - Sovraintendenza ai Beni culturali di Roma Capitale.

I lavori iniziati nel 2008 hanno previsto soprattutto il consolidamento del banco di tufo nel quale l’edificio sepolcrale è scavato e il recupero o la sostituzione delle strutture metalliche di sostegno realizzate nel corso dei restauri del secolo scorso.
L’intervento di riqualificazione ha permesso inoltre di rendere il sito accessibile al pubblico con un nuovo percorso di visita (compreso un percorso facilitato), servizi di accoglienza e pannelli didattici che illustrano i resti archeologici presenti nell’area.

Dal prossimo anno, in via sperimentale, l’area sarà aperta al pubblico a cadenza periodica con visite guidate tutti i sabati dalle ore 9.30 alle ore 12.30 solo su prenotazione allo 060608. Le visite, per gruppi di massimo 12 persone alla volta, saranno illustrate da un archeologo.

La scoperta del sito, datata 1780, avvenne in circostanze casuali ad opera di due fratelli sacerdoti, proprietari della vigna soprastante, i quali allargando la cantina della loro casa scoprirono un ingresso al sepolcro. Negli anni successivi tutte le iscrizioni furono portate nei Musei Vaticani, ma la suggestione dei luoghi portò molti studiosi e visitatori a farne una meta abituale.

L’area sepolcrale consiste in una serie di gallerie, alte circa due metri, che si incrociano e si intersecano a formare quasi un quadrato di circa 11 metri di lato, scavato nel tufo stesso della collina. Nelle pareti delle gallerie erano ricavate le nicchie destinate a contenere i sarcofagi, alcuni costruiti sul posto con lastre di tufo, altri scavati in blocchi squadrati. La costruzione del monumento funerario risale ai primi decenni del III secolo a.C. e si deve al capostipite, console Lucio Cornelio Scipione Barbato, il cui sarcofago elegantemente decorato è posto sul fondo della galleria centrale.

Il sepolcro custodiva le spoglie dei membri dell’illustre famiglia degli Scipioni, ramo insigne della gens Cornelia. Gli esponenti della dinastia degli Scipioni rivestirono alte cariche politiche e militari, come Scipione Africano Maggiore, vincitore su Annibale nella seconda guerra punica, e Scipione Emiliano, trionfatore nella terza guerra punica con la distruzione di Cartagine. Molte anche le figure femminili di rilievo, tra cui Cornelia, figlia dell’Africano e madre dei famosi tribuni della plebe Tiberio e Gaio Gracco.

Le ultime due sepolture furono effettuate nel I secolo d.C., quando, dopo molto tempo, un ramo collaterale della famiglia, che nel frattempo si era estinta, decise di riutilizzare il sepolcro.

Oltre al sepolcro degli Scipioni, l’area archeologica comprende strutture datate dagli inizi del III secolo a.C. fino all’età tardo antica e al Medioevo, tra cui alcune relative a sepolcri di età repubblicana e un colombario affrescato e restaurato in occasione dei recenti lavori.


AREA ARCHEOLOGICA DEL SEPOLCRO DEGLI SCIPIONI


L’area archeologica del sepolcro degli Scipioni si trova lungo il tratto urbano della via Appia Antica, all’interno delle Mura Aureliane, prima della Porta S. Sebastiano.
La prima notizia di ritrovamenti risale al 1614, ma la vera e propria scoperta risale al 1780, quando i due fratelli sacerdoti Sassi, proprietari della vigna soprastante, allargando la cantina della loro casa trovarono un ingresso al sepolcro. In quegli anni tutto quello che era iscritto o figurato fu portato nei Musei Vaticani, ma il sepolcro divenne una meta abituale per molti studiosi e visitatori che compivano a Roma il Grand Tour.
Tra il 1926 e il 1929 nell’area, già acquisita dal Comune di Roma, fu eseguita un’ampia campagna di scavi, restauri e sistemazioni per aprire l’area al pubblico, compresa la realizzazione di un Parco (Parco degli Scipioni) nell’area retrostante, verso la via Latina.
I membri della gens Cornelia, di cui gli Scipioni costituivano soltanto uno dei molteplici rami, avevano ricoperto importanti incarichi pubblici sin dagli inizi del V secolo a. C. La costruzione, nei primi decenni del III secolo a.C., di un sepolcro monumentale che contenesse le spoglie dell’illustre famiglia senatoria, si deve al capostipite della famiglia degli Scipioni, Lucio Cornelio Scipione Barbato, console del 298 a.C., il cui sarcofago, elegantemente decorato e iscritto, si trovava di fronte all’ingresso, sul fondo del monumento.
La scelta di collocare l’edificio funerario a poca distanza dalla via Appia, alla base di una collinetta che risaliva verso il tracciato della via Latina, non fu certamente casuale e indicò un preciso orientamento politico. La via Appia era stata infatti inaugurata nel 312 a.C. con lo scopo di agevolare e di sostenere l’espansione del dominio di Roma nell’Italia meridionale. Il suo costruttore, il censore Appio Claudio Cieco, era un convinto sostenitore della politica imperialistica romana, oltre a essere stato il primo importante uomo politico a dimostrare una netta inclinazione per il mondo greco. Appare dunque conseguente che la famiglia degli Scipioni, una delle più aperte alla cultura ellenizzante, abbia voluto costruire il suo monumento funerario in prossimità della nuova strada consolare, simbolo di quell’idea politica di espansione verso il mondo magnogreco sostenuta da un’importane fazione di famiglie nobili nello scenario politico di Roma in età medio-repubblicana.
Una ricca serie di iscrizioni, molto studiate, testimonia la lunga storia del sepolcro e degli Scipioni, che rivestirono le più alte cariche politiche e militari e contarono personaggi illustri come Scipione Africano Maggiore, vincitore su Annibale nella seconda guerra punica, e Scipione Emiliano, che concluse trionfalmente la terza guerra punica con la distruzione di Cartagine; quest’ultimo, per le sue doti politiche e intellettuali, rappresentò un modello per l’arte del governo nell’opera di Cicerone. Molte anche le figure femminili di rilievo nella storia di Roma, prima fra tutte Cornelia, figlia dell’Africano e madre dei famosi tribuni della plebe Tiberio e Gaio Gracco.
Il monumento, scavato nel tufo stesso della collina, presenta una pianta quasi quadrata, con quattro grandi pilastri che lo dividono in sei gallerie: quattro che fiancheggiano i lati e due che si incrociano al centro. In fondo alla galleria centrale era collocato il sarcofago del fondatore Scipione Barbato (attualmente in copia, perché l’originale, come pure le iscrizioni dei sarcofagi degli altri membri della famiglia, si trova nei Musei Vaticani), elegantemente decorato da modanature alla base e da un fregio dorico. Le successive deposizioni occuparono tutto il resto del sepolcro: nelle pareti delle gallerie erano ricavate le nicchie destinate a contenere i sarcofagi, alcuni costruiti sul posto con lastre di tufo, altri scavati in blocchi squadrati.
Intorno al 150 a.C., forse ad opera di Scipione Emiliano, venne scavata una nuova galleria sul lato verso l’Appia, con un ingresso indipendente. Probabilmente in quest’epoca venne quindi ricostruita e ripensata la facciata, la cui parte superiore era un prospetto architettonico scandito da semicolonne, mentre il podio era decorato da affreschi figurati, di cui si conservano alcuni tratti. Su questa facciata, come ricordato da Livio, dovevano essere tre statue, tradizionalmente identificate con Publio e Lucio Scipione (l’Africano e l’Asiatico) e con il poeta Ennio, che aveva celebrato le glorie della famiglia finendo quasi con il farne parte.
Le ultime due sepolture furono effettuate agli inizi del I secolo d.C., quando, dopo molto tempo, i Corneli Lentuli, ramo collaterale della famiglia degli Scipioni che nel frattempo si era estinta, decisero di riutilizzare il sepolcro.

Nell’area archeologica, oltre al sepolcro degli Scipioni, sono presenti strutture che vanno dagli inizi del III secolo a.C. (epoca di costruzione del sepolcro) fino all’età tardo antica e al Medioevo, come testimonia ad esempio la presenza di una “calcara” (cioè di un vano tondeggiante scavato nel tufo e parzialmente anche negli ambienti del sepolcro, destinato alla produzione della calce mediante cottura di marmi e travertini).
Si conservano strutture in blocchi di tufo pertinenti ad altri sepolcri di età repubblicana in vicino alla via Appia e un colombario affrescato e appena restaurato; a ridosso della collina, e sopra il sepolcro, in età imperiale venne costruito un alto edificio, forse di abitazione, conservato per un’altezza di tre piani e rimasto in vista fino ad oggi, riutilizzato come casale. A fianco di esso è un edificio sepolcrale di epoca tarda, nel quale si apre anche l’ingresso ad una piccola catacomba scavata nel tufo.

Nel 2008 sono iniziati i lavori di consolidamento e recupero nel sito del Sepolcro degli Scipioni, anche in vista di una nuova musealizzazione e della conseguente riapertura dell’intero complesso archeologico, chiuso ai visitatori dal 1992.
I lavori, in fase di ultimazione, hanno prevalentemente interessato il banco tufaceo nel quale l’edificio sepolcrale è scavato, che presentava grossi dissesti, e le strutture metalliche di sostegno realizzate nel corso dei restauri del secolo scorso, ormai in stato di degrado. Contestualmente è stato predisposto un percorso di visita (compreso un percorso facilitato) e servizi di accoglienza e di illustrazione del monumento, che dal prossimo anno verrà riaperto al pubblico con visite a cadenza periodica.
Francesco Pacetti - Rita Volpe

SEPOLCRO DEGLI SCIPIONI
VIA DI PORTA S. SEBASTIANO 9
Info: 060608

apertura straordinaria gratuita con visite guidate
SOLO SU PRENOTAZIONE ALLO 060608
sabato 17 e domenica 18 dicembre 2011 dalle ore 10.00 alle ore 16.00

Apertura e visite guidate solo su prenotazione allo 060608
Biglietto e visita guidata € 8.00

27 dicembre 2011 ore 10.00; 10.20; 11.00; 11.20; 12.00; 12.20
28 dicembre 2011 ore 10.00; 10.20; 11.00; 11.20; 12.00; 12.20
29 dicembre 2011 ore 10.00; 11.00; 12.00
3 gennaio 2012 ore 10.00; 10.20; 11.00; 11.20; 12.00; 12.20
4 gennaio 2012 ore 11.20; 12.00; 12.20; 14.00; 14.20; 15.00
5 gennaio 2012 ore 10.00; 10.20; 11.00; 11.20; 12.00; 12.20
6 gennaio 2012 ore 11.20; 12.00; 12.20; 14.00; 14.20; 15.00
8 gennaio 2012 ore 10.00; 10.20; 11.00; 11.20; 12.00; 12.20

dal 14 gennaio 2012 apertura al pubblico tutti i sabato mattina con visite guidate

La durata delle visite è di 50 minuti circa

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