Georgia O’Keeffe
Roma, Museo Fondazione Roma
“Non c’è nulla di astratto in questi quadri, sono quello che ho visto, e per me sono molto realistici”. Un viaggio nello sguardo dell’artista americana che ha rivoluzionato il concetto di arte modernista
Ha il sapore di una passeggiata per una New York di inizi ‘900 l’apertura della mostra che celebra una delle artiste più interessanti del secolo scorso. Georgia O’Keeffe (Sun Prairie, 15 novembre 1887 - Santa Fe, 6 marzo 1986) ha cominciato la sua carriera di artista quasi per caso, grazie all’aiuto dell’amica Anita Pollitzer e del gallerista e fotografo Alfred Stieglitz (1864–1946) che, intuendone il talento, espose i suoi primi lavori a carboncino presso la 291 Gallery sulla Fifth Evenue. Sempre all’influenza di Stieglitz, che diventò marito della O’Keeffe nel 1924, si devono gli autoritratti dell’artista. Si tratta di nudi realizzati intorno al 1917, la stessa artista scriveva all’amico a corredo delle opere: “Oggi volevo dipingere la nudità, ma non saprei dire se sono più nudi questi di un paesaggio al quale sto lavorando”. L’intero allestimento dell’esposizione vuole riproporre il percorso storico-artistico della pittrice attraverso un viaggio tra circa 60 opere realizzate nel corso della lunga vita della O’Keeffe e che riflettono immancabilmente i luoghi in cui ha vissuto. In questa prima sezione dedicata agli anni giovanili spiccano i lavori ispirati ai vasti spazi texani in cui aveva trascorso alcuni anni come insegnante. Tra questi Evening Star No. VI del 1917, un acquerello esempio di un nuovo astrattismo, in cui le forme cariche e colorate rimangono sospese sul foglio senza toccarne i bordi.
Il percorso ora si insinua tra le pareti di legno della ricostruzione della casa della famiglia Stieglitz a Lake George. Immersa nel verde, con vista sul lago, dava spesso rifugio alla O’Keffe che vi trascorreva lunghi periodi per dipingere. A questo periodo si deve il pregevole New York Street With Moon del 1925 prestato eccezionalmente alla mostra romana dal Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Delusa dalle erronee interpretazioni delle sue opere astratte in chiave freudiana, l’artista americana negli anni ’20 sposterà l’oggetto delle sue rappresentazioni su elementi naturali quali calle, petunie e mele di un rosso profondo modificando il punto di vista delle nature morte attraverso un’inquadratura macroscopica. Negli anni ’40, in cerca di nuova ispirazione, comprò una casa a Ghost Ranch, in New Mexico, e vi si trasferì conquistata dal paesaggio esotico delle montagne rosse e gialle del Painted Desert dove la sua creatività troverà nuova linfa. Questi paesaggi brulli e surreali diventarono il fulcro delle creazioni della O’Keffe che rivedeva nelle ossa di animali sbiancate dal deserto la migliore rappresentazione di questo ambiente, come in Summer Days del 1936.
La mostra si chiude con una ricostruzione dello studio nel deserto della O’Keffe composta da oggetti personali e strumenti di lavoro originali di questa artista caratterizzata da grande forza ed originalità espressiva e che solo grazie alla sua determinazione cominciò a proporre dipinti considerati così audaci e inusuali, specie per una donna.
Dopo Roma l’esposizione si trasferirà presso il Kunsthalle der Hypo-Kulturstiftung di Monaco.
raffaella mossa
mostra visitata il 17 novembre 2011
dal 3 ottobre 2011 al 22 gennaio 2012
Georgia O’Keffe
A cura di Barbara Buhler Lynes
Museo Fondazione Roma - Palazzo Cipolla
Via Del Corso, 320 - 00186 Roma
Orario: da martedì a venerdì ore 11.00 - 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso: Intero € 10,00; ridotto € 8,00
Catalogo Skira
Info: tel. +39 06678620; info@fondazioneromamuseo.it; http://www.fondazioneromamuseo.it/

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