sabato 1 marzo 2008

LUSSURIA

Lussuria - Seduzione e tradimento
(Lust, Caution)

Un film di Ang Lee. Con Tony Leung, Joan Chen, Lee-Hom Wang, Tang Wei, Wang Leehom. Genere Drammatico, colore 156 minuti. - Produzione Cina, USA 2007. - Distribuzione Bim

Lee porta sul grande schermi una nuova pellicola ambientata nella sua patria tutta sesso e violenza, ma non nel senso letterale del termine. La storia è di una giovane attrice, Eileen Chang, che nel 1940 a Shanghai si ritrova a fare la spia per sedurre e assassinare un funzionario cinese, Tony Leung, icona meticcia nipponica di Wong Kar wai, al servizio degli occupanti giapponesi.

Un racconto basato su fatti realmente accaduti che con i suoi 156’ è un po’ difficile da seguire, e non per l’intreccio, solo di corpi, ma per la ‘lentezza’ un po’ troppo esasperata che caratterizza tutto il film. Così, la spy-story à la ancienne, melò e rivisitazione "revisionista" del conflitto nippo-cinese durante la II Guerra Mondiale diventa un lungo film a rischio di colpo di sonno, che viene interrotto da riprese di Lee che con una camera mobilissima crea, al limite del calligrafismo, scene che paiono soggetti sottratti di un fotografo d'arte. Per il resto tutto è al massimo glamour orientale, abiti preziosi, maquillage impeccabili, partite interminabili a mahjong giocate da dita flessuose e sensuali avvolte nel fumo. Fumo che rappresenta il rifugio e la morte, con il tradimento, che si aggira tra Leung e Tang Wei, protagonisti di alcune scene di sesso molto acrobatiche, quasi sospesi in un abbandono della ragione per avvolgersi in un circuito che porta solo alla distruzione di corpi e spiriti, in bilico tra estetismo e nihilismo.

Eppure nulla di nuovo sul fronte orientale, infatti Lee, lo stesso di proprio Brokeback Mountain e Ragione e sentimento, è incapace di garantirsi una continuità poetico-formale. Infatti, i suoi ultimi quattro film Lust, Caution: Brokeback, Hulk (2003), La tigre e il dragone (2000), non sono riusciti ad essere quello che potevano diventare. E così anche se dopo qualche anno negli Usa il taiwanese Lee ritorna in patria adattando il racconto breve della scrittrice cinese Eileen Chang, è un po’ troppo, al primo giorno di Mostra, far risuonare in sala il ruggito del Leone, che con la sua eco è stata avvertita da molti, in bene e in male che sia stato.






Francesca Crostarosa

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