domenica 11 maggio 2014

Buona domenica nel camerino


Buona domenica nel camerino

Teatro della Cometa
Fino al 18 maggio

Con Edoardo Siravo e Manuela Aureli
con la partecipazione in video Francesa Draghetti
di Dany Laurent
regia Roberto Ciufoli

Traduzione di Mariella Fenoglio Roberto Dalla Casa



Un mise en place particolare. Una diagnosi teatral-psicologica, quella di Buona domenica- di Dany Laurent - nel camerino- in scena al Teatro della Cometa fino al 18 maggio.

Una resa dei conti a lieto fine nell’ambito di un rapporto a due. Una coppia lavorativa che cela tutt’altra storia in una rivisitazione a tavolino del regista Roberto Ciufoli.
Al centro della frizzante commedia due attori nostrani, poliedrici e affamati di recitazione in ogni sua nuance: teatro, caratterizzazione, televisione. Edoardo Siravi e Manuela Aureli i protagonisti assoluti.

Per chi fa teatro, la condivisione di dramma e di felicità altrui, la caratterizzazioni dei personaggi sono il pane quotidiano. La linfa vitale. Il filo in cui si dipana la matassa di storie di vita da raccontare agli spettatori. Ma la passione per una recitazione che rasenta un narcisismo patologico, può far incappare in uno scivolone non poco rilevante: l’egocentrismo di un uomo. Un attore che finisce alla deriva di un dominio di enjeux de roles inaudito senza neanche accorgersene. Nemmeno negli spaltri delle quinte. Nemmeno in camerino.

Sul palcoscenico un Edoardo Siravo, nelle vesti di Pietro, l’attore di teatro sui generis chiamato, tra le righe della commedia de la Laurent, ad interpretare il primo ruolo di misantropo, nel capolavoro omonimo di Jean Batipste Molière.

Pietro, assorbito e alienato da una vita tra palco e realtà in cui si annidano finzioni e retroscena da portare alla luce prima o poi.
Il luogo della rivelazione psicologica si estende nello spazio esiguo di un camerino. Lì tempo e spazio della teatralità dell’Io più introspettivo emergono nella costruzione di una dialettica mordace e a tratti comica tra Pietro e Matilde.

Lei, l’unica donna sulla scena. L’assistente tuttofare, paziente, solerte dell’artista capriccioso. La buona Matilde. Unica spettatrice, in camerino, di una vita fatta di teatro, di fantasmi di interpretazioni e personaggi del repertorio di un uomo, Pietro, affetto da una sindrome di Peter Pan a go go.
Pietro e Matilde, nello spazio di un camerino, teatro per lui, vita reale per lei. Lei, interpretata con ironia e sprazzi di contagiosa comicità che contraddistinguono le performance di imitazioni per cui lo schermo la apprezza. 

L’esilarante regia di Roberto Ciufoli conduce la platea ad un’analisi introspettiva sul vero rapporto che lega i due protagonisti. Il risultato è quello di un’entropia di riflessioni su egocentrismo, infedeltà, amore. In camerino, dietro la scena prende vita una teatralità nuova. Quella del quotidiano che racconta il passato, con forza disarmante. Una matrioska di storie. Di un uomo e di una donna.

"Due storie in una storia comune...". Un gioco teatrale che delizia i fan della commedia e non soltanto. Un’istantanea di gusto per chi ama il teatro comprese le sue contraddizioni psicologiche.
Linda Tiralongo


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