martedì 25 marzo 2014

SE QUESTA È UNA DONNA


SE QUESTA È UNA DONNA



Due monologhi e un'epistola di Mariangela Imbrenda tratti dal libro di Luca Attanasio ‘Se questa è una donna’. Musiche inedite ed appositamente composte da Gabriele Sisci “Siamo le profughe universali. I nostri nomi sono Shirin, Yergalum, Aminata. Fateci spazio.

Abbiamo la nostra storia da raccontarvi. Aprite bene occhi ed orecchi...”

Può ancora chiamarsi donna un essere umano costretto alla fuga per le violenze o i soprusi subiti? Forzato a viaggi inimmaginabili per deserti, mari, città, montagne, che lo portano ripetutamente vicino alla morte? Può dirsi donna una ragazzina sottoposta a ripetute torture, sola, lontana da affetti, famiglia, conforto? Che di rado ha sfiorato amore e comprensione?
Se questa è una donna è la trasposizione teatrale dell'omonimo romanzo di Luca Attanasio (L’Erudita), in  forma di due monologhi e un'epistola per voce e corpo femminili. In scena, le tre protagoniste interpretate da Mariangela Imbrenda, odierne eroine tragiche, sorelle per nulla minori di numerosi personaggi femminili resi immortali dai classici della drammaturgia mondiale, rivendicano il diritto, atrocemente negato, di narrare le loro vicende, esprimersi ed essere comprese.
“Le mie Aminata, Shirin, Yergalum sono dotate di straordinaria fantasia, camminano instancabilmente e coraggiosamente lungo un sentiero di amore, rivoluzione e politica nel senso pasoliniano del termine e, forti del loro sapersi personaggi inusuali, non vivono alla luce degli uomini, ma nella modestia, ostentano indistruttibile talento e come ogni grande donna sono piene di grazia” (Mariangela Imbrenda).
“Mariangela Imbrenda e Gabriele Sisci che da ormai più di un anno seguono il lavoro di presentazione del mio libro e dibattito che ne segue , accompagnandolo con reading e letture perfettamente eseguite grazie alla loro professione di attori e una spiccata sensibilità sociale, hanno studiato e messo a punto una pièce teatrale molto suggestiva e profonda capace di comunicare efficacemente il messaggio del libro e del mio lavoro” (Luca Attanasio).
Gli spettatori hanno il privilegio e il dovere di incontrare ovvero vedere e ascoltare tre donne che rivivono in prima persona uno sconfinato, folle amore per la vita e la fuga quasi invasata perché disperata, verso un'intima idea di libertà: il titolo del romanzo e quello della pièce perdendo il sottinteso punto di domanda, si trasforma in asserzione.

Scene e costumi di Mariangela Imbrenda
Regia di Mariangela Imbrenda e Gabriele Sisci
Locandina di Alessandra Fratti 
Teatro Antigone
Via Amerigo Vespucci 42 Roma
Info e contatti: 065755397
silvia@teatroantigone.it
info@teatroantigone.it

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