martedì 4 marzo 2014

Le Catacombe di Santa Felicita’


Roma Nascosta
Le Catacombe di Santa Felicita’




Nel centro di Roma, vicino a Villa Borghese, c’è una porta chiusa riportante la scritta: Catacombe di Santa Felicità. 

La leggenda narra che Felicita, donna che convertitasi al Cristianesimo, fu messa a morte dall'imperatore Antonino Pio nel 165 d.C. L'ingresso alle Catacombe di Santa Felicita è ubicato in via Simeto 2, all'angolo con via Salaria, nei pressi di largo Benedetto Marcello. 

Luogo di culto abbandonato e dimenticato per molti anni, alla fine del XVIII secolo fu rivalutato e scoperto grazie ad un edificio pericolate, da cui partiva una scala che scendeva in gallerie cimiteriali, lastre marmoree con iscrizioni ed epigrafi, collegabili alla sottostante catacomba. Fu grazie all'opera dell'archeologo Giovanni Battista de Rossi, nel corso dell'Ottocento, l'identificazione di questa catacomba con quella di Felicità. Nella seconda metà del IV d.C. venne costruita la basilica ipogea che racchiudeva le reliquie di Silano ed era costituita da un'aula rettangolare a navata unica fiancheggiata da colonne, delle quali rimangono solo le basi. 

Alcune gallerie sono venute alla luce nell’arco degli anni, mentre altre sono rimaste interrate o distrutte da moderne costruzioni. L’accesso alla basilica è costituito da una larga scalinata; dalla parte opposta dell'ingresso vi sono resti di alcune transenne e una struttura particolare, che forese era un altare che presenta una pittura murale raffigurante il Redentore con S. Felicita e i suoi figli databile al VII sec.

La catacomba di santa Felicita si articola su tre livelli: nel primo livello, quello più antico, è posta la piccola basilica dedicata al martire Silano, la cui costruzione risale alla seconda metà del IVsecolo: le reliquie del martire erano poste in un altare in fondo alla basilichetta. Nello stesso ambiente vi era una pittura, scoperta nel 1884 e risalente alla fine del VII secolo o gli inizi dell'VIII, di matrice bizantina, che ritrae Felicita circondata dai suoi sette figli. Di essa oggi rimangono pochi frammenti, a causa di una frana della parete: si conserva comunque una copia, fatta eseguire dal de Rossi al pittore Gregorio Maria.

Nel 1812, nell’area delle Terme, fu individuato questo antico oratorio cristiano, ricco di decorazioni ed affreschi, dedicato a Felicita ed ai suoi sette figli martiri durante l’impero di Marco Aurelio.
La cappella è un ambiente a pianta quadrata con la volta a botte, crollata all’interno dell’edificio stesso, affiancata da due ambienti attigui, definiti come servizi dell’oratorio medesimo.
Le mura sono di epoca neroniana, rimaneggiate in seguito con solai, porte e finestre e scale per uso abitativo.

La camera a destra serbava ancora delle tracce di decorazione, quella di sinistra comunicava con l’oratorio mediante una porticina. Il pavimento dell’aula è rialzato rispetto alla quota originaria del locale. L’ingresso alla cappella era preceduto da un portico pavimentato con un mosaico. Sulle pareti laterali erano raffigurati due quadri: il primo con Daniele tra i leoni, il secondo con i tre fanciulli ebrei nella fornace di Babilonia.

La capitale presenta molte di queste realtà al suo interno, unendo passato, presente e futuro in stretti tunnel e cunicoli dove riposano i morti. Tutte le catacombe sono di proprietà del Vaticano e curate dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. 
Fabiana Traversi


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