TEATRO PARIOLI PEPPINO DE FILIPPO
da giovedi 3 gennaio a domenica 13 gennaio 2013
I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE
presentano
IL MARITO DI MIO FIGLIO
di Daniele Falleri
con
ANDREA RONCATO
MONICA SCATTINI
PIA ENGLEBERTH
PIETRO DE SILVA
ROBERTA GIARRUSSO
LUDOVICO FREMONT
DOMENICO BALSAMO
regia
DANIELE FALLERI
Al Teatro Parioli Peppino De Filippo, da giovedi 3 a domenica 13 gennaio:”Il marito di mio figlio”, un testo di un autore contemporaneo a cui è affidata anche la regia, Daniele Falleri, con Andrea Roncato, Monica Scattini, Pia Engleberth, Roberta Giarrusso,Pietro De Silva,Ludovico Fremont,Domenico Balsamo. Il marito di mio figlio è una moderna commedia degli equivoci che affronta con ironia un attualissimo tabù: il matrimonio gay.Domani Michael e George si sposano. Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di riunire i rispettivi genitori per comunicare loro l’imminente cerimonia. Ma la rivelazione crea uno scompiglio che va oltre le previsioni dei due futuri sposi. Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati e relazioni segrete che non risparmiano neanche i genitori della neo-scoppiata coppia. L’autore si diverte a mettere in scena tutti i più diffusi pregiudizi sui gay, giocando argutamente con i vari clichè per poi demolirli implacabilmente ad uno ad uno. Le famiglie di Michael e Gerorge avrebbero potuto viaggiare per sempre lungo i binari di rapporti falsi e apparentemente immutabili, ma la comparsa dell’elemento imprevisto obbliga tutti a riesaminare ex novo il mondo che li circonda e che davano per scontato. Il cast, composto da fuoriclasse della comicità, diverte e commuove il pubblico fino alle lacrime. Lo spettacolo verrà rappresentato il prossimo anno negli Usa e vanta già la traduzione in Inglese e Francese.
IL MARITO DI MIO FIGLIO non vuole essere un manifesto gay.
Non è una storia di propaganda. Non vuole portare la bandiera di nessun movimento. Vuole andare oltre. O più precisamente vuole essere tutto questo ed altro. Mi spiego. La chiave di osservazione della storia esige di non prescindere da una considerazione fondamentale, e cioè che Michael e George ancor prima di essere gay sono due ragazzi che si amano.
Che siano due ragazzi invece che un ragazzo ed una ragazza potrebbe anche intendersi semplicemente come un funzionale espediente narrativo. Non è il loro essere gay a fare da protagonista in questa storia. Di protagonista se ce n’è uno è l’amore. Per un compagno, per un figlio, per una madre, per un sogno, per un ideale, per se stessi, per la vita. L’intento è dichiarato dalla scelta del titolo: IL MARITO DI MIO FIGLIO e non “Il matrimonio gay”.
Il punto di vista si colloca inequivocabilmente all’esterno della coppia di sposi che diventano un elemento fra gli elementi. Chi parla è una mamma o un papà. Questo è ciò che più mi interessa, indagare sull’istituzione famiglia. Sull’effetto deflagrante che una notizia inaspettata e sconvolgente ha sull’ipocrisia di facciata del nucleo familiare come metafora di una società. Le famiglie di Michael e George sarebbero potute andare avanti sull’onda delle convenzioni per anni, forse per sempre. Rapporti sedimentati su codici falsi e apparentemente inamovibili. Ma la comparsa di un elemento imprevisto (e qui fa la sua entrata trionfale il matrimonio gay) smantella gli equilibri costituiti e obbliga tutti a rifare i conti con se stessi e il resto del mondo, riesaminando ex novo tutto ciò che ci circonda e che davamo per scontato. I personaggi sono raccontati per quello che sono senza alcun giudizio e con un incondizionato affetto. Tutti hanno un lato più nobile e uno più meschino. Tutti sbagliano, inciampano, cadono e infine si rialzano. Ognuno è costretto a rimboccarsi le maniche e ad inventarsi il proprio cammino verso un nuovo equilibrio facendosi largo con gli strumenti che ha a disposizione, che siano una mazzetta di soldi o un rossetto per le labbra. Nel raccontare la storia, piena di colpi di scena al limite del paradosso, deve essere tenuto costantemente sott’occhio un elemento fondamentale: la veridicità. La cui asticella di riferimento ci viene fornita inderogabilmente dai due promessi sposi. Già dalla scelta di cast, Michael e George devono essere pieni di entusiasmo, bramosi di vita e inebriati dall’amore, ma semplici, veri, sinceri, senza fronzoli, rigorosamente non effeminati e lontani da qualsiasi scontato stereotipo sui gay. Niente più, niente meno di uno specchio della realtà che ci circonda. La comunità omosessuale maschile è costituita nella stragrande maggioranza da ragazzi che non sculettano né sognano segretamente calze a rete e tacchi a spillo, ma vanno allo stadio in moto e si radono quando capita. Una moltitudine spesso meno evidente all’opinione pubblica perché lontana dai riflettori, meno appariscente e meno luccicante, ma non per questo meno interessante e coinvolgente. Anzi. Proprio il fatto che sia una realtà difficilmente etichettabile da chi crede di avere un’idea chiara e inequivocabile dell’essere gay, rende quest’ aspetto più stimolante da raccontare e crea un terreno più fertile (e meno scontato) per cortocircuiti e riflessioni.Dove invece si può (anzi si deve) spingere sull’acceleratore della caratterizzazione sono gli altri personaggi: le due coppie di genitori e Lory. La chiave per raccontare il tutto (ormai si è capito) è ovviamente l’ironia. Ingrediente indispensabile per prenderci (prendermi) affettuosamente in giro insieme ai personaggi raccontati. E soprattutto per fare in modo che, fra una risata e l’altra, ci si accorga solo agli applausi che quelle simpatiche canaglie sul palcoscenico in realtà non siamo altro che noi!
Domani Giorgino e Michele (alias George & Michael) si sposano. Presi all’ultimo momento da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli nel loro appartamento per comunicargli la notizia.Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi.Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati, relazioni segrete e intrecci che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia.Il copione teatrale de IL MARITO DI MIO FIGLIO è stato depositato alla SIAE nel mese di Gennaio del 2009.A Maggio dello stesso anno al Salone del Libro di Torino è stato presentato il libro, pubblicato dalla casa Editrice Titivillus – Collana ‘Lo Spirito del Teatro’.Da allora la commedia è in vendita nelle maggiori librerie teatrali.Recentemente la prima edizione è andata esaurita e nella primavera del 2012 è prevista la prima ristampa curata dalla stessa Casa Editrice.
Nel 2011 IL MARITO DI MIO FIGLIO è stato selezionato dall’Istituto di Cultura Italiana di Washington per essere rappresentato negli USA all’interno di una rassegna di nuova drammaturgia contemporanea.
Il testo è stato tradotto ed è disponibile anche in lingua inglese: MY SON’S HUSBAND.E’ in corso la traduzione della commedia anche in francese a cura della regista italo-francese Maria Cristina Mastrangeli per conto della SACD. A breve sarà quindi disponibile anche LE MARI DE MON FILS.
Nessun commento:
Posta un commento