a cura di Giulia Ferracci
Roma dal 17 novembre 2012 al 03 marzo 2013
MAXXI
Una delle mostre ora presenti al MAXXI è di William Kentridge, denominata Vertical Thinking, si prefigge, come anticipa il titolo, di indagare le opere dell’artista con l’occhio intriso del suo modo di pensare e guardare le cose: verticale appunto.
Il Sudafrica è il paese d’origine dell’artista e per capire cosa si intende per pensiero verticale occorre conoscere la sua biografia. In una città come Johannesburg, dove una delle principali attività è costituita dall’estrazione dell’oro, si capisce che questo modo di agire deve pervadere l’intera popolazione, abituata per necessità a concepire la realtà dall’alto verso il basso, dove anche il cielo deve apparire molto più lontano.
Ammirare le opere di Kentridge come se il suo lavoro fosse quello di una laboriosa talpa può sembrare fantasioso, ma può avvicinare alla sua multi-materialità e multi-settorialità, come se scavando scavando non venisse buttato niente dei vari strati incontrati, ma fossero tutti utilizzati sequenzialmente per comporre un’ installazione, un video, dei dipinti. Uno dei segni di riconoscimento dei suoi video sono, infatti, degli schizzi in movimento, nei quali i tratti di matita precedente e successivo sono sempre visibili in filigrana rispetto all’immagine presente, è un disegno in continua evoluzione, memore delle sue radici.
Questa talpa però è dotata di una facoltà eccezionale: l’udito, e mentre continua nel suo percorso non manca mai la musica, forte, energica, essenziale, che con il suo ritmo ne scandisce l’intera esistenza.
Kentridge è appassionato di vari linguaggi artistici, dal teatro alla regia, dal disegno alla musica e questo è percepibile sin dalla prima installazione in mostra: Preparing the Flute, dove, accompagnati dalle note del Die Zauberflöte di Mozart, si assiste alle evoluzioni grafiche di un volo universale.
Alle pareti incontriamo delle scritte e delle figure fatti su pagine di libri, dei ritagli di scenografia, ovvero dei pezzi di cartone usati appunto per essere i protagonisti dei video, dei dipinti che rappresentano il viaggio dell’uomo sulla terra, che può essere doloroso, in un paese martoriato dall’ apartheid, ma anche mitico, con un richiamo a un Ulisse che, però, viene ricontestualizzato e riavvicinato al presente in un ritorno a casa a Johannesburg, oppure di avventura e continua scoperta, come nell’enorme tela North Pole Map che rappresenta il polo e due individui che vi camminano sopra.
La partenza e il ritorno alle radici si configura come uno dei leitmotiv del pensiero dell’artista. In Zeno Writing, tra il suono della macchina da scrivere e il fumo delle sigarette, la nota vicenda di Zeno, del romanzo di Italo Svevo, è presentata in parte sotto le bombe della prima guerra mondiale, con dei canti popolari friulani in sottofondo, ma anche ricollocata nel paesaggio quasi lunare della città sudafricana, caratterizzato dalla presenza dei macchinari estrattori.
Il cuore pulsante della mostra è The Refusal of Time. Finalmente la nostra talpa giunge al centro della terra e scopre che respira grazie a un meccanismo ligneo e ascolta e parla per mezzo di megafoni, sulle pareti della caverna, nel buio totale, sono proiettate delle immagini di vita quotidiana, di balli e canti, di rappresentazioni cosmiche, dell’artista stesso e soprattutto di un metronomo che, imperterrito, tiene il tempo e misura il battito della vita.
adele giacoia
Quando
dal 17 novembre 2012 al 03 marzo 2013
Dove
Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo – Galleria 5
via Guido Reni, 4 A
Orari
martedì-mercoledì-giovedì-venerdì-domenica 11.00-19.00
sabato 11.00-22.00
La biglietteria chiude un’ora prima del museo
Durante le festività natalizie:
il MAXXI sarà aperto
mercoledì 26 dicembre fino alle 22.00
lunedì 31 dicembre dalle 11.00 alle 17.30
martedì 1 e domenica 6 gennaio fino alle ore 22.00
Chiusure
tutti i lunedì
1 maggio
25 dicembre
Info
http://www.fondazionemaxxi.it/
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