lunedì 26 marzo 2012

METROPOLISMO. L’altra storia







Fino al 2.IV.2012
METROPOLISMO. L’altra storia
Roma, Scuderie di Palazzo Ruspoli

Un’ottima occasione per riflettere sui valori e sui comportamenti della società contemporanea, attraverso 50 opere di artisti che rappresentano “la risposta europea alla Pop Art statunitense”

È stata inaugurata ieri, alle Scuderie di Palazzo Ruspoli, la mostra “METROPOLISMO. L’altra storia”, patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale e curata dal critico d’arte Achille Bonito Oliva, presente al vernissage. L’esposizione intende fornire una panoramica completa sulla corrente artistica nata ufficialmente nel 1987 quando un gruppo di artisti, individuando nelle proprie opere delle tematiche comuni (seppur declinate in forme diverse), firmano il Manifesto del Metropolismo: Nico Paladini, Carlos Grippo, Antonio Sciacca e Timur Incendaiy. Il movimento è stato poi teorizzato da Achille Bonito Oliva, che ha identificato in esso la prosecuzione della Transavanguardia, tendenza volta al recupero della pittura (in particolare quella figurativa) nell’ambito dell’arte contemporanea, sempre più concettuale e intellettualistica. La definizione di “Metropolismo” è stata suggerita dall’artista Nico Paladini, che ha inteso così sottolineare «il tentativo di avvicinare il ruolo storico della pittura alla società di massa», nella convinzione che, se l’arte è espressione della realtà sociale, l’artista non può ignorare al giorno d’oggi la “manovrabilità emotiva” imposta dalla comunicazione di massa: il continuo bersagliamento di immagini e di icone senza valore a cui siamo sottoposti quotidianamente porta alla sedimentazione nell’inconscio di condizionamenti che vanno poi a determinare gusti, idee, stati d’animo, causando una vera e propria uniformazione sociale.

Gli Alieni, Nico Paladini


In tutto ciò si potrebbe cogliere un parallelo con la Pop Art americana, anche se è lo stesso Bonito Oliva a sottolineare le differenze rispetto a quest’ultimo movimento, sottolineando che, mentre la Pop Art americana si è confrontata con la società di massa in maniera volutamente acritica, limitandosi a rispecchiarla, il Metropolismo adotta invece un approccio critico nei confronti della stessa.
La presente mostra segue un percorso cronologico che va dagli anni Ottanta del Novecento al Duemila ed è a tal fine divisa in tre sezioni.

I-Pad di Adamo, Antonio Sciacca


La prima è intitolata “Anni Ottanta. L’epopea della griffe” e vede come protagoniste una serie di tele del siciliano Antonio Sciacca, in cui è presente un’evidente critica al consumismo e alla griffe come status symbol. Tra queste Una Lacoste per tutti, in cui l’artista gioca sul celebre marchio di abbigliamento, o Millantato credito, in cui inserisce all’interno di una natura morta un paio di scarpe Timberland, le stesse indossate da Gerry Calà nel film Vacanze di Natale, considerato emblema di comportamenti tipici nella cultura degli anni Ottanta. Di questa sezione sono altrettanto rappresentativi la serie dei Transgenici da viaggio di Nico Paladini, in cui sono rappresentati frutti e ortaggi giganti, le cui etichette pubblicizzano hotel di ogni dove, e Solarium 2 di Carlos Grippo, pungente critica nei confronti dei comportamenti collettivi, e specificatamente delle “vacanze acculturanti” a Sharm El Sheik, dove «si va per prendere il sole e fare i bagni; poi, soltanto di notte, perché di giorno è troppo caldo, si va ad acculturarsi tra piramidi e qualche sfinge».

La seconda sezione, “Anni Novanta. Le vie infinite della comunicazione” è ben rappresentata dai quadri di Paladini che ritraggono delle moderne nature morte, fatte di accostamenti ibridi, come La famiglia, Il piccolo principe e Gli alieni, ritratti antichi e sbiaditi accostati a flaconi e bottiglie di plastica dai colori sgargianti, o Raccomandata 729 e Comunicazione interrotta, in cui ricariche e schede telefoniche si sovrappongono a francobolli e lettere scritte a mano.

Raccomandata 729, Nico Paladini


La terza e ultima parte, denominata “Anni Duemila. Il difficile transito dall’euforia alla precarietà”, è costituita da opere più che mai attuali, come Psicoterapia di Angelina Kuzmanovic, in cui, contro un caotico sfondo multicolore, è inserita la sagoma di una faccia imbavagliata dalla superficie riflettente, su cui tutti possono specchiarsi (e, dunque, identificarsi nel soggetto del quadro). Di grande impatto è anche l’accostamento sulla stessa parete di Spiagge italiane e Spiagge Libanesi di Paladini, o La fabbrica dei sogni dello stesso autore, che tocca la tragica tematica dell’immigrazione clandestina. Da segnalare, infine, l’I-pad di Adamo di Antonio Sciacca, scelto come emblema della mostra stessa, e Appesa a un filo di Paladini, che raffigura la bandiera dell’Italia stagliata contro l’azzurro del cielo, accartocciata dal vento e attaccata ad un filo tramite soltanto una piccola molletta da bucato, in equilibrio precario. Una metafora, dunque, della situazione italiana attuale? Questo è solo uno dei molteplici spunti di riflessione che scaturiscono man mano che si percorre l’itinerario della mostra, che si fa veicolo non solo di una precisa concezione artistica, ma anche di critica sociale nei confronti di un mondo sempre più appiattito e spersonalizzato.
adriana farina
mostra visitata il 23 marzo 2012

Dal 24 marzo al 2 aprile 2012
METROPOLISMO, l’altra storia
A cura di Achille Bonito Oliva
Scuderie di Palazzo Ruspoli
Via della Fontanella Borghese 56/b, Roma
Orari: dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 20.00. Domenica dalle 10.00 alle 14.00
Biglietti: ingresso libero
Catalogo: edizioni Leonardo Arte Milano

Nessun commento:

Posta un commento