martedì 3 settembre 2013

Certosa di San Lorenzo


Certosa di San Lorenzo
Viale Certosa, 1
Padula, Salerno


Il fascino della Certosa di San Lorenzo, patrimonio dell’Unesco, ha attraversato i secoli mantenendosi però intatto fino ai nostri giorni. 

Già guardandola dall’alto, con la sua caratteristica forma a graticola che ricorda il martirio del santo a cui è dedicata, il visitatore è incuriosito dalla sua storia. Fondata nel lontano 1306 da Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, la Certosa sorse in un territorio che fin dall’epoca romana era famoso per
l’ambiente paludoso e malsano, da cui il toponimo di “Padula”, e l’intento di Sanseverino era proprio quello di riscattare il luogo soprattutto dal punto di vista economico, iniziando con una decisiva bonifica della zona. 

L’ingresso principale del monumento, ossia la Corte esterna, ospitava i granai, le stalle, la lavanderia e i depositi alimentari; l’ingresso vero e proprio della Certosa, invece, era varcato da pochissime persone: la facciata presenta uno stile tardomanieristico con elementi barocchi che si esplicano nelle statue di San Pietro, San Paolo, San Bruno, fondatore dell’ordine, San Lorenzo, a cui è dedicata la Certosa, i quattro evangelisti, la Vergine con il Bambino e la Vergine con Sant’Anna. 
Il Chiostro della foresteria ospitava, appunto, personaggi religiosi e politici di spicco e, a disposizione di essi, vi era anche una piccola cappella dedicata a Sant’Anna. Il chiostro ripercorre lo stile tardomanierista e presenta un portico al piano terra ed una loggia al piano superiore dove si intravede un finto porticato con paesaggi immaginari raffiguranti scene di vita agreste. 

Fulcro dell’edificio è senz’altro la magnifica Chiesa dove i monaci certosini trascorrevano gran parte della loro vita comunitaria. La Chiesa presenta un’unica navata con volte a crociera ed archi ogivali che ne sottolineano la fondazione trecentesca. Vicino alla porta d’ingresso vi è il Coro dei Conversi mentre il Coro dei Padri è collocato in prossimità del Presbiterio. 

Il primo reca nei dossali figure di santi, martiri e vescovi mentre gli schienali recano scene di paesaggi e nature morte: tutta la struttura è in legno ed è impreziosita da motivi decorativi ad intarsio con scacchi policromi. Il secondo Coro, invece, riporta episodi del Nuovo Testamento e storie di martiri. Esso sorge su un pavimento in cotto e maiolica che presenta disegni a volute ed inserti floreali. Il soffitto riporta affreschi e stucchi risalenti al restauro attuato nel XIX secolo. Infine, il maestoso altare in scagliola è impreziosito da pietre dure e madreperle e presenta al centro il monogramma C.A.R. che sta proprio ad indicare il termine latino “Chartusia”. 
La Sagrestia è un vasto ambiente con volta a botte ribassata ed alti finestroni: lungo le pareti prendono posto i grandi armadi destinati a custodire i paramenti sacri. Troneggia al centro dell’ambiente l’importante tabernacolo in bronzo che reca scene della Passione e, secondo fonti del Settecento, al culmine della struttura vi era una statua raffigurante il Cristo Risorto. 

Quel che è certo è che il Tabernacolo in questione fu commissionato espressamente dalla Certosa di Padula ed in esso sono evidenti le affinità con il più famoso tabernacolo michelangiolesco. Altro chiostro che si incontra lungo la visita è quello del Cimitero Antico. Lo spazio dedicato al cimitero è in realtà esiguo perché i monaci certosini venivano sepolti senza alcuna bara, solo una croce in legno segnalava la presenza del defunto. Il giardino centrale del Cimitero è contornato da un portico che presenta un ritmo alternato di archi più ampi e più stretti ed anche in questo caso si tratta di un tipo di architettura risalente al Settecento. Altri elementi decorativi del chiostro sono le balauste traforate ed i capitelli. 

Nel Refettorio venivano consumati i pasti domenicali e della Quaresima. Come nel resto della Certosa, il silenzio era obbligatorio e durante il pasto solo uno dei monaci poteva recitare una predica stabilita dal Padre Vicario. Il pulpito marmoreo domina tutto l’ambiente e risale alla prima metà del Settecento. Il dipinto ad olio su muro raffigura le Nozze di Cana e sono chiare le influenze solimenesche: l’ultimo restauro risale al lontano 1982. 
La Cucina della Certosa è la regina assoluta di alcuni episodi. Narra la leggenda che Carlo V, di ritorno da Tunisi, si fosse fermato a Padula ed i monaci, aiutati dalla popolazione, prepararono proprio in questi ambienti una pantagruelica frittata di ben mille uova: l’episodio viene rievocato ogni anno con un grande successo di pubblico. Inoltre, nel 1967, il regista Francesco Rosi girò in Certosa, e soprattutto nella Cucina, numerose scene del film “C’era una volta” che vide protagonisti Sofia Loren ed Omar Sharif; per quanto riguarda le particolarità architettoniche, è possibile notare la grande cappa centrale e le singolari maioliche verdi e gialle che adornano tutte le pareti ed oltre venti anni fa, in seguito ai lavori di restauro, è stato riscoperto un grosso dipinto che raffigura una deposizione a cui presenziano diversi certosini. 

Il Chiostro grande può essere definito con un solo aggettivo: monumentale. Esso è lungo ben 104 metri, largo 149 e presenta 84 pilastri adornati da triglifi e metope in pietra. Molto probabilmente la costruzione del Chiostro risale al 1583 e durò circa duecento anni. All’interno di esso sorge il nuovo cimitero risalente, sembra, al 1729. Il magnifico scalone che si presenta alla fine del Chiostro è attribuibile a Gaetano Barba, emulo del Vanvitelli. La grandiosità dell’opera si esplica soprattutto attraverso le immagini che osano ben più delle parole scoprendo il gusto neoclassico della scalinata che conduce alla Biblioteca, purtroppo al momento non visitabile: essa conteneva una notevolissima quantità di volumi a dimostrazione del fatto che i certosini appartenessero ad uno degli ordini più colti. 
Per accedere alla Biblioteca vi è anche una scala elicoidale purtroppo non più percorribile: un’audace opera architettonica composta da 38 gradini monolitici che si aprono a ventaglio e sono tenuti insieme da un unico cordolo in pietra, molto probabilmente essa risale al XV secolo. L’appartamento del Priore presenta una cappella privata ai lati della quale vi è una loggia affrescata con paesaggi marini incorniciati da finte architetture. Conclude la carrellata di bellezze il Parco, ampio circa 25 ettari. Esso ospitava alberi da frutta ma anche cipressi ed allori e la sistemazione a scacchiera si mantenne fino al 1914 quando, durante il primo conflitto mondiale, la Certosa divenne un campo di concentramento destinato ai prigionieri austriaci. 

In realtà la descrizione della Certosa di San Lorenzo è orfana di altri ambienti come le cantine, ad esempio, luoghi non visitabili, almeno al momento attuale, però l’imponenza della struttura cattura lo sguardo facendo perdonare queste mancanze. Dopo l’abbandono dei certosini, nel 1883, la manutenzione ed il restauro divennero molto difficili da attuare ed il primo intervento di una certa importanza si ebbe solo a partire dagli anni ‘50 del Novecento quando si iniziò a ripulire il Chiostro grande. 
Dal 1982 la Certosa padulese è stata affidata alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Salerno ed Avellino: il degrado iniziale è stato un po’ alla volta cancellato dai restauri che si sono susseguiti negli anni ma c’è ancora molto da fare. Auspicabile è il coinvolgimento di nuova forza lavoro composta da menti e braccia volenterose che potrebbero facilmente ricondurre la Certosa al suo antico splendore. “La Reggia del Silenzio”, insomma, si caratterizza come un grande scrigno di ricchezze che attende solo di essere aperto per svelare tutte le sue meraviglie. 

Francesca Salvato


Certosa di San Lorenzo
Viale Certosa, 1
Padula, Salerno

Giorni ed orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 20.00, chiusura il martedì.
Costo del biglietto: intero € 4,00; ridotto € 2,00 per i cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 19 ed i 25 anni; gratuito per i cittadini dell’Unione Europea al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni. 

Info: 0975/77745; 0975/77552. 





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