Dal 15 maggio al 15 settembre
“GENESI. Fotografie di
Sebastião Salgado”
Roma, Museo dell’Ara Pacis
Una mostra fotografica che vuole lanciare un messaggio al mondo: salvaguardare la nostra terra è un dovere a cui non possiamo più mancare.
Approda a Roma, con 200 fotografie in bianco e nero da tutto il mondo, Sebastião Salgado, uno dei più importanti fotografi-viaggiatori dei nostri tempi che ha lanciato l’iniziativa della mostra “GENESI” non solo a Roma, ma contemporaneamente anche in altre capitali internazionali.
Lo scopo non è solo di tipo estetico: Salgado da anni è impegnato in una lotta a favore della riforestazione e della salvaguardia delle preziosità del nostro pianeta; la fotografia è un mezzo fondamentale per testimoniare lo splendore della verginità di alcuni luoghi naturali, l’aspetto incontaminato e primordiale di paesaggi e popolazioni tribali.
Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni che ripercorrono i viaggi del fotografo: nella prima, “Pianeta del Sud”, predominano i paesaggi freddi e rarefatti della Penisola Antartica o della Patagonia, rocce a strapiombo e iceberg sinuosi che ospitano pinguini chinstrap e leoni marini.
Stupendi i ritratti degli albatros, così bianchi da sembrare digitalizzati. La collettività che è propria della vita animale contrasta con la solitudine e l’egoismo che spesso caratterizzano la vita umana.
Nella sezione “Santuari” ci immergiamo nelle foreste dell’Indonesia, dove i corpi delle tribù degli Yali o dei Korowai si mescolano alla natura, in un vortice di spiritualità e superstizione; senza dimenticare i giganteschi esemplari di iguana o tartaruga delle Galapagos.
Nelle “Terre del Nord” predominano paesaggi rocciosi come quelli del Grand Canyon, dove la luce fende a fatica le nubi che vorticano sulle forme squadrate delle vallate. Spazio anche ai vulcani e alle distese glaciali della Siberia, attraversate dalle slitte trainate dalla popolazione dei Nenci.
Ma una delle sezioni più affascinanti della mostra è quella che riguarda l’Africa: qui i ritratti delle tribù Dinka e delle loro pratiche crudeli colpiscono al cuore e allo stomaco, mescolandosi a immagini sontuose di leopardi e leoni, pronti a ghermire la preda.
La nudità come elemento basilare dell’essere uomini viene esaltata da Salgado che immortala i corpi di donne e uomini scarnificati ma immersi nella natura vergine. Il percorso si conclude con “Amazzonia e Pantanal”, dove è possibile osservare lo svettare in mezzo all’acqua di un maestoso baobab o imparare cos’è il poturu per le tribù Zo’.
Interessante la scelta di corredare le fotografie di didascalie esplicative che arricchiscono l’esposizione, permettendo allo spettatore di camminare insieme a Salgado lungo le pendici della terra, dentro il ventre della natura, a contatto con uomini che vivono al di là della civilizzazione.
Irene Armaro
dal 15 maggio al 15 settembre
GENESI. Fotografie di Sebastião Salgado
a cura di Lélia Wanick Salgado
Museo dell’Ara Pacis, Nuovo spazio espositivo Ara Pacis
Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) - 00186 Roma
Orario: Martedì-domenica 9.00-19.00 (la biglietteria chiude un'ora prima)
Dal 16 maggio, ogni giovedì, apertura straordinaria della mostra fino alle 22.00 (ultimo ingresso ore 21.00)
Info: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00; info.arapacis@comune.roma.it
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