martedì 7 agosto 2012

Macro: Pisani, Botta, Tayou


Nella foresta in miniatura che si trova all’ingresso del MACRO non si nascondono strani animali tra le fronde degli alberi, ma a catturare subito lo sguardo sono delle inaspettate scritte al neon dai colori fluo. La selva è dei significati. 

Questo è il preludio della ricca offerta estiva del MACRO: Neon; Gregorio Botta, Rifugi; Omaggio a Vettor Pisani; Claudio Cintoli, l’immagine è un bisogno di confine.

NEON pone sotto i riflettori i riflettori stessi, questa materia duttile e fosforescente diviene oggetto d’arte. Vengono messe in mostra le varie espressioni che può assumere il neon, esplorate le innumerevoli connotazioni linguistiche che può generare, create nuove strutture spaziali e interpretate anche in chiave sonora. L’aspetto ludico, linguistico, geometrico e provocatorio vengono tutti messi in campo. 

Grazie alla facilità di lavorazione è semplice creare delle scritte o modellare delle case, creare sculture di luce o giochi di parole. Così il paesaggio che si configura pone in primo piano dei percorsi concettuali che nella loro semplicità aggrediscono e catturano l’attenzione. La fantomatica lampadina che si accende in ogni fumetto ad indicare un’idea sopraggiunta nella mente del protagonista in questo caso si concretizza, grazie all’energia elettrica, in luminescenti forme multicolore ricche di molteplici significati. 

Rifugi è il nome della mostra dedicata a Gregorio Botta ed entrati nello spazio a lui dedicato si ha davvero l’impressione di entrare quasi in una grotta ancestrale dell’inconscio dell’artista, dove l’acqua è l’elemento che ci culla e porta a penetrare negli stralci dei ricordi d’infanzia, serbati in casette come arnie, dedicate ai Lari, antiche divinità familiari custodi del principio vitale e della memoria. 

Entrare in questo grembo materno avvicina all’essenza dello spirito e nell’essenzialità così effimera con cui è posta al centro della sala una lastra di cera sulla quale scorre dell’acqua, è scolpito un pensiero, che ricalca una poesia di Emily Dickinson: “Trovare è il primo atto ed il secondo è perdere”.

Da questa dimensione intima e privata si passa all’approfondimento di tematiche ruvide e tabù dell’omaggio a Vettor Pisani, che riprende il Marcel Duchamp della mostra personale a Roma del 1970, Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo.

Pisani affronta argomenti che dalla notte dei tempi hanno suscitato sdegno, vergogna e repulsione, ma sono stati alla base dell’interesse e dello scavo psicologico di quelli artisti, come i più grandi autori tragici, che hanno voluto cimentarsi con questo lato oscuro, pericolo eppure così perversamente accattivante dell’animo umano.

Quello dedicato a Claudio Cintoli è un lungo e travagliato percorso di nascita, rinascita e inevitabile morte. L’artista indaga gli enigmi intricati e irrisolvibili della vita, simboleggiati dalla serie Annodare e non si ritira di fronte all’esperienza del dolore, affrontato con la speranza innocente di una resurrezione o con la consapevolezza nostalgica di una morte ineluttabile.

Cintoli è affascinato dalla vita, si lega all’immagine dell’uovo, metafora di rigenerazione e, sentendo la limitazione di una sola esistenza da condurre, crea un suo alterego, indipendente e con una propria carriera artistica.

Infine troviamo un’enorme installazione, Plastic Bags, di Pascale Marthine Tayou, che anticipa la sua mostra autunnale. Infinite buste di plastica colorate formano un grande bozzolo a dimostrazione della cultura dello spreco nella quale siamo immersi che cerca di dorare la prigione letale che si sta costruendo tutt’attorno e che invece potrebbe diventare occasione per creare una nuova sensibilità del riciclo.

Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta, il MACRO aspetta che sveliate i segreti nascosti nel suo grande labirinto.

Adele Giacoia
MACRO
Via Nizza, 138


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