mercoledì 4 gennaio 2012

IO PROVO A VOLARE!

dal 10 al 22 gennaio
Teatro Ambra/Garbatella
piazza Giovanni da Triora 15 - Roma

Compagnia Berardi-Casolari
in collaborazione con
Teatro Stabile di Calabria
Festival Internazionale Castel dei Mondi


presenta

IO PROVO A VOLARE!
omaggio a Domenico Modugno

di e con
Gianfranco Berardi

e la partecipazione di
Davide Berardi voce solista e chitarra
Giancarlo Pagliara fisarmonica
Vincenzo Pede percussioni
Francesco Salonna contrabasso

Regia Gianfranco Berardi - Gabriella Casolari
Luci Gabriella Casolari
Costumi Pasqualina Ignomeriello


PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA - JoakimInterFest di Kragujevac (Serbia)
“for aesthetic emotion, pure and joyful that was caused in cheerful audience”
PREMIO DEL PUBBLICO - JoakimInterFest di Kragujevac (Serbia)

Il desiderio di dedicare uno spettacolo a metà fra il teatro e la musica al grande Domenico Modugno nasce dal voler omaggiare un emblema del cinema, del teatro e della musica popolare italiana e, per ribadire a noi stessi, e a chiunque voglia farlo assistendovi, chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti.
Oltre a cantante, attore, cantautore, dalla travolgente forza interpretativa, mister Volare è stato uomo semplice e forte, umile e rivoluzionario, un esempio da seguire fermamente ancorato alla sua origine, alle sue radici meridionali mai rinnegate, anche se spesso confuse e tenute a distanza.
Nella sua opera Modugno ha sempre ricordato la sua gente, quelle persone figlie dell’amara e dura terra del sudore, dai volti scuri e dalle mani incallite, quelle stesse mani che pizzicando le corde di una chitarra si sono pian piano levigate, senza mai dimenticare le passate fatiche quotidiane. Sin da principio, lungo il nostro percorso artistico, più volte ci siamo fermati ed interrogati di fronte all’opera di maestri come Modugno, Matteo Salvatore , De Filippo, Petrolini ed altri,come di fronte ad un grande patrimonio, da utilizzare come trampolino di lancio per nuove creazioni che partendo da questa tradizione popolare possano avere una forza comunicativa rinnovata e al tempo stesso un’ espressività propria ed universale. Così un po’ per gioco un po’ per sfida nasce “Io provo a volare”, drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Domenico Modugno, unitamente alle suggestioni evocate dalle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti a affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare un’artista, sull’onda di miti che oggi come ieri costellano l’immaginario giovanile. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane a caccia di situazioni favorevoli.
La storia vede un custode di un teatrino di provincia (o forse il suo spirito) che ostacola, non visto, le prove di un gruppo di giovani musicisti all’interno del teatro in cui lui vive e dove ha mosso i primi passi nel tentativo di diventare un attore. Così fra racconto, musica , danza ed interpretazione, rivive episodi della sua vita di sicuro ma incompreso talento. Dopo aver provato tutte le strade possibili per riuscire a diventare un attore infatti e non essendoci riuscito, decide di fuggire nottetempo dalla propria realtà troppo piccola ed ignorante per cercare situazioni all’altezza della sua arte”! Ironia della sorte vuole che una volta giunto in città, gli incontri e gli ambienti frequentati risultano di natura diversa ma dello stesso livello della provincia. Che fare allora se non tornare al paesino, sia pur con la morte nel cuore, a fare il custode. Ma come se non bastasse , il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, nel frattempo è stato stuprato da restauri politici ad opera di incompetenti. Così per amore dell’arte e del proprio progetto di felicità già più volte sfumato il povero custode decide di entrare di nascosto nel teatro e pietra dopo pietra iniziarlo a demolire.
Il lavoro quindi, utilizzando la figura del grande Domenico Modugno , come simulacro rende omaggio agli sforzi ed al coraggio di artisti minori, dei lavoratori dello spettacolo in genere, che, spinti da passione , costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili. In scena un attore , un cantante – attore e tre musicisti rievocano attraverso suoni, canzoni, monologhi ed immagini un viaggio che ha portato noi ragazzi all’incontro con l’artista, con i suoi personaggi e con quelli che a sua volta sono stati suoi maestri e punti di riferimento. Poesia e comicità sono gli ingredienti principali di questa ricetta che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico tutti o quasi i sentimenti di cui Modugno si fece portavoce e simbolo. Un’avventura profonda da vivere con leggerezza con la quale concederci la possibilità di un comune sogno di libertà, ad occhi chiusi e braccia spalancate, provando in un attimo a poter volare, così come Mimì potette fare, nell’attimo stesso in cui la sua voce faceva vibrare tutto il mondo, portandosi dentro tutti gli sforzi, le lacrime, i bocconi amari, assieme al calore, la tempra, le passioni ed il sangue scuro, della sua terra.

NOTE DI REGIA

Confidenze dell’autore
Il sogno, la realtà, la percezione dell’uno e dell’altra che ognuno di noi ha e di cui si convince giorno dopo giorno sempre di più.
La presunzione, il cieco perseguimento delle proprie idee, la dura e spesso ipocrita realtà con cui scontrarsi. L’errore, base della ricerca, grande assente in una società che riconosce i prodotti finiti e competitivi piuttosto che i processi con i suoi naturali tempi d’evoluzione.
Il dolore, sola via in grado di consentire uno sviluppo della coscienza, limitata com’è ormai nella nutrizione e costretta ad una condizione di esperienza sempre più veloce e programmata.
Il buio, il mistero, l’ignoto, mete di un individuo, di un me, alla ricerca di un sé perso e confuso nelle mille tentazioni dell’Io.

L’Io, il sé, il sogno, la realtà, il teatro immenso portale del sentire, dell’intuire, eccelso canale per diagnosticare e guarire.
E così nasce Io provo a volare, il desiderio di ricostruire dentro di sé, intorno a noi, l’idea di nido per poter planare sicuri verso gioie sconosciute.
Così nasce un’indagine introspettiva che si allarga all’analisi di una condizione diffusa e condivisa; così da spunti autobiografici, biografici e da aneddotistica racimolata fra miti, colleghi e coetanei, emerge la volontà di gridare un rifiuto alla propria paura di affrontare il mondo, il desiderio di riconoscersi fragili, soli, la speranza di riscoprirsi onesti innanzitutto con sé stessi “vedere o non vedere, questo è il problema, guardare dritto in faccia la realtà che mi circonda e mi spaventa e affrontarla con coraggio per cercare di cambiare o tenere tutto quanto dietro un velo che mi copre gli occhi ed il cuore e m’impedisce di soffrire?…”
Intanto procediamo: Co.Co.Co., collaborativi in maniera costante e continuata, come il mondo del lavoro cinico ed alienante c’insegna, nel tentativo di ristrutturare il pollaio in cui da tempo svolazziamo tronfi e litigiosi.
COraggiosi, per favore, COstanti e COnvinti per la rivoluzione che porterà a smettere di essere pollastri rantolanti, illusi di volare come falchi nel blu dipinto di blu.
Gianfranco Berardi



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